Litigare

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Guardo Jess andarsene.
Quando lo vedo scomparire dietro un angolo, rimango immobile, con le braccia conserte.
Non posso credere che le cose siano andate in questo modo.
Avremmo dovuto andare a cena, rilassarci, divertirci, raccontarci delle nostre vite e ricordarci i nostri momenti insieme.
Avrebbe dovuto raccontarmi di più sul suo libro.
Avrei anche potuto ricevere delle spiegazioni su come si è comportato.
Invece è spuntato fuori Logan, e da lì le cose non hanno fatto altro che peggiorare.

Torno dentro al locale. Devo dire qualcosina a Logan, per come si è comportato.
È stato davvero un idiota.
Appena mi vede rientrare, ridendo dice: "Una cosa incredibile. La voce della cantante folk è al di sopra di tutto, talmente potente che sovrastava anche le voci di due ragazzi lì all'angolo che non riuscivano a parlare. Ho offerto loro da bere."
Quando vede che non rispondo e lo guardo male, perde il sorriso, e mi fa: "Se n'è andato?"
"Si, se n'è andato." Rispondo, seccata.
"Gli scrittori sono così sensibili!"
Non posso credere alle mie orecchie.
Capisco che ha bevuto, ma ha bevuto molto di più in altre occasioni.
Non c'è scusante per il suo comportamento.
"Sei stato proprio un cretino, Logan."
"L'ho solo provocato un po'. Se Hemingway ce l'ha fatta, può farcela anche lui."
Sto zitta.
"Ehi, se avesse voluto avrebbe potuto darmi un bel pugno. Combattività. È una qualità fondamentale per un letterato, insegna Hemingway."
Non dico niente, continuo a guardarlo.
"Andiamo, non farti scocciare da quel tipo."
Non è Jess a scocciarmi.
"Sei tu a scocciarmi!"
"Come?"
"Si, sei stato uno scemo."
"Mi dispiace di essere arrivato prima. Ho mandato all'aria i tuoi piani."
Si, esatto.
"Jess ha scritto un libro. Ha scritto un libro! E tu l'hai preso in giro. Non mi piace come ti sei comportato."
"Non l'ho affatto preso in giro."
"Sta combinando qualcosa, finalmente." Dico, più a me stessa che a Logan.
"Bene, benissimo. Al mondo tutti combinano qualcosa."
Mi tornano in mente le parole di Jess di poco fa:
Questa non sei tu, Rory, lo sai che è vero.
Che cosa ti è successo?
Mi rendo conto che sono io. Io non sto combinando niente. Io.
"Io no! Mi dici cosa combino io? Abito a casa dei miei nonni..."
"È un fatto temporaneo, bevici su."
È così che risolve i problemi? 'Bevendoci su'?
"Il temporaneo può diventare per sempre." Dico.
"Non vivrai con i Gilmore per sempre."
"Non ne posso più di mia nonna. Sono servita da una cameriera. Arrivo a casa e le mie scarpe sono magicamente pulite, i vestiti magicamente lavati, stirati e piegati, il mio letto magicamente rifatto. Lavoro con le Figlie della Rivoluzione e vado a riunioni, tè e cocktail party."
"Te l'ho detto, è temporaneo. Bevici su."
"... E spreco il mio tempo andando ai party, bevendo... giro a vuoto senza far niente!"
"Ehi, ehi, ehi!" Alza la voce. "Guarda che io non c'entro niente."
"Non ho detto che è colpa tua."
"Si, invece. Non farmene una colpa se bevi e vai ai party. È una tua scelta. Se ti chiedo di uscire, puoi dire di no."
"Facciamo solo questo."
"Non facciamo solo questo."
Certo che facciamo solo questo. Solo questo.
"La sola cosa che fai tu."
"È una mia prerogativa, lo sai? Hai ragione, io vado ai party. E lo farò finché potrò, perché a giugno la mia vita è finita!"
"Oh, certo, la tua orribile vita. Parliamone un po'. Hai tutte le porte spalancate. Hai delle opportunità per delle quali chiunque ucciderebbe. Compresa la sottoscritta."
"Nessuno ti impedisce di fare quello che vuoi. Fai la giornalista, fai il politico, fai il medico, fai il clown, fai quello che vuoi!"
"Non è così facile quando nessuno te lo regala."
"Davvero pensi che sia così facile per me? Non la voglio questa vita, mi è stata imposta! Tu parli di porte spalancate, invece è una porta sola, e mi ci spingono a forza! Provaci tu a vivere senza poter scegliere."
"E quanto hai lottato tu? Non mi sembra che ti sia ribellato."
"Non ti ho chiesto io di lasciare Yale, tu hai voluto farlo. Io non c'entro niente. L'hai voluto tu, adesso vuoi cambiare? Cambia! Ma non prendertela con me, non provarci. Vuoi un consiglio? Rimettiti con John, Jack o come diavolo si chiama!"
Jess. Si chiama Jess.
"Non voglio certo rimettermi con Jess!"
O forse sì? Non lo so. Sono confusa.
Pensavo che andasse tutto bene, invece va tutto male. Con Logan, con Yale, coi nonni, con mamma.
"Quello che so è che questo non mi va più bene."
"Andiamo." Mi fa, cercando di prendermi per il braccio.
"Dove?"
"Andiamo, voglio andarmene da qui."
Io no.
"Io non voglio andare via."
"Io ti ho portato qui e io voglio andare via!"
Ma si sente?
"Io non voglio andare via!" Gli urlo.
"D'accordo." Tira fuori delle banconote dalla tasca. "Questi sono per il conto, per il taxi... fa' quello che vuoi."
Esce dal locale, infuriato.

È stato proprio un coglione.
Ho bisogno di sedermi.

Mi siedo di nuovo al tavolo e chiedo a un cameriere un bicchiere d'acqua.

A volte mi ritrovo a riflettere su come sarebbero potute andare le cose se Jess non se ne fosse andato...
Starei ancora con lui?
Mi sarei innamorata lo stesso di Logan?
O le cose sarebbero andate diversamente?
Io e Jess avremmo potuto essere fidanzati da tre anni, ormai.
Saremmo rimasti insieme?
Saremmo stati felici?

Temo che non avrò mai delle risposte.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora