Botte

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"Jess, aspetta... Jess..."
Cerco di reprimere ogni voglia che è in me di continuare quel bacio e mi sposto di lato.
"Jess!" Lui si alza e si appoggia ad un mobile lì accanto, con la testa china.
Mi alzo anch'io.
"Pensavi davvero che sarebbe successo così!?" Gli urlo. "Non qui e non adesso."
"Che cos'hai?" Gli chiedo.
"Io non ho niente..."
"Qualcuno potrebbe aprire la porta."
"E Babbo Natale scendere dal camino." Dice, sarcastico.
"Non penserai mica che potesse succedere così, spero."
"No... non so cosa pensare."
"Jess..."
"Rory, ma smettila, smettila! Non ho voluto io venire qui, ci sei venuta da sola!" Mi urla lui.
Sento delle lacrime sulle guance, questa volta le mie. Perché mi deve trattare così?
Perché dobbiamo litigare anche oggi?
Perché mi ferisce come una coltellata al cuore
Perché non possiamo parlare, perché non possiamo semplicemente sederci e parlare?
È così difficile?
"Insomma, che cosa ho fatto?" Chiedo, uscendo dalla porta.
Le lacrime mi annebbiano la vista, scendo una rampa di scale e vedo Dean.
Mi strofino gli occhi.
"Rory! Che è successo? Stai bene?"
"No... non lo so..."
Sento qualcuno scendere dalle scale. Jess.
Guarda me e Dean e fa: "Figuriamoci..."

Vedo Dean scattare verso di lui.
Tutto il resto è accaduto in una frazione di secondo.
Dean che sferra un pugno a Jess, la gente che si sposta e urla, il rumore dei pugni e degli oggetti rotti.
"Dean no!" Gli urlo, avvicinandomi a loro.
Ma Dean continua a picchiare Jess, e lui reagisce.
Sento ogni colpo, ogni cacio, ogni pugno inferto a Jess, come se fosse rivolto a me.
Rivivo tutto, in quei pochi istanti rivivo tutto.
Tutto quello che abbiamo passato io e Jess.
Rivivo l'anno intero in cui cercavo di convincermi di non essere innamorata di lui, l'anno intero popolato sempre dagli stessi sogni, notti in cui il mio solo pensiero era Jess.
Rivivo il nostro primo bacio, la nostra prima uscita, rivivo questi mesi passati insieme, pensando che tutto poteva finire bene, rivivo tutto.
Tutti i momenti partendo da un anno e mezzo fa mi appaiono in mente, da quella sera in cui l'ho chiamato Dodger, fino a ieri, quando eravamo ancora felici.
Che cos'è successo?
Che cosa mi sta nascondendo?
Fino a ieri eravamo felici, non capisco.

Si stanno ancora picchiando, per colpa mia.
La gente che si sposta, alcuni coraggiosi cercano di dividerli, e intanto si spostano per tutta la casa.

Vedo alcuni spingere Jess e Dean fuori dalla porta principale.
Li vedo continuare a pestarsi, nel prato del giardino.
"Ragazzi, basta!" Trovo la forza di urlare.
E per la prima volta provo un odio immenso nei confronti di Dean.
Ha iniziato lui questa rissa, e anche se Jess mi ha trattata male, Dean non ha il diritto di picchiarlo a piacimento.
Non doveva intromettersi.
Avremmo potuto risolverla da soli.
Jess mi avrebbe rincorso e magari sarebbe riuscito a dirmi che cosa lo turba.
Invece adesso Jess non avrà che dei nuovi lividi.

Continuano a picchiarsi, e finalmente due ragazzi riescono a dividerli.
Vedo del sangue sul volto di entrambi, ma la mia attenzione è rivolta a Jess, che prima guarda Dean, e poi sposta lo sguardo su di me.
Nei suoi occhi vedo molte cose:
vedo la rabbia nei confronti di Dean, l'adrenalina che quella rissa non gli ha tolto, ma, soprattutto, vedo la tristezza e la vergogna di avermi delusa, e vedo la sua paura di perdermi.
Tutto questo nel suo sguardo, in una frazione di secondo, prima che si volti, e inizi a camminare.

Quella paura di perderlo scoppia anche dentro di me, e io non voglio perderlo.
Non voglio perderlo.
Lo chiamo, grido il suo nome.
Non so quante volte, chiamo il suo nome.
Ad un tratto, oltre le mie grida, si sente una sirena della polizia.

Le grida continuano a risuonare nella mia mente.

Sto continuando a chiamare Jess.
E forse non smetterò mai.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora