Jess' Pov: Scrivere

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Mi sto ambientando bene a Filadelfia.
Ho trovato un monolocale a basso prezzo nel quartiere di Bella Vista, un quartiere abitato per lo più da americani di origine italiana.
Il cibo è buonissimo. Ci sono un sacco di mercatini e chioschetti pieni di prelibatezze.
Ho avuto modo di girare un po' per la città, soprattutto di sera, come piace a me, camminando e vagando senza meta. Ho scoperto vari negozi indipendenti di libri e dischi.
I miei negozi di libri preferiti sono: Book Corner, House or Our Own, Brickbat Books, Farley's Bookshop, The Book Trader.
Per quanto riguarda negozi di dischi: Repo Records, Main Street Music e Molly's Books and Records (dove si trovano sia libri che dischi).

Ho trovato un lavoro part-time in una piccola biblioteca in periferia. Non mi hanno chiesto nessun curriculum, e posso capire perché: se va bene, ci entrano massimo 3 persone in mezza giornata.

Ho iniziato a scrivere. Come diceva Hemingway: devi solo sederti davanti alla macchina da scrivere e metterti a sanguinare.
Ho cominciato a sanguinare, ed il sangue è diventato parole nere su pagine di candida carta.
La città mi ha ispirato sicuramente.
Trovarmi in un posto completamente nuovo, sconosciuto, senza una storia collegata alla mia, mi ha permesso di riflettere sul mio passato con maggiore chiarezza.

Non so come definirlo, non posso chiamarlo 'libro', perché non ho intenzione di scrivere un libro.
In effetti, non so ancora che cosa ne voglio fare, cosa può diventare.
Non deve neanche essere lungo, come verrà, verrà.
La parola più appropriata in questo momento penso sia 'raccolta'. Una raccolta di pensieri, citazioni, ma soprattutto ricordi.
È tutto un po' confuso adesso, scrivo quello che mi viene in mente, senza pensarci troppo.

La cosa che apprezzo maggiormente è che dopo aver iniziato a scrivere non ho avuto più ansia, né troppo dolore.
Non mi fa più tanto male ricordare il passato.
La mia infanzia difficile e la storia travagliata fra me e Rory.
Mi riempie di una sensazione nuova, mai provata, una sorta di serenità, di pace interiore.
Come se stessi mettendo a posto i pezzi mancanti della mia storia, come se stessi riarredando una stanza, o come se stessi ricomponendo un puzzle che prima era stato disposto erroneamente.

Avevo bisogno di sfogarmi e scrivendo ci sono riuscito.
Mi piace che sia mio, ci sto mettendo davvero l'anima.
Tutti i miei pensieri, magari anche senza un senso logico, ogni tanto.
Pensieri riversati su pagine bianche, a cui ho dato colore.

~

Come ogni mattina da ormai qualche settimana, mi sveglio e mi alzo dal 'letto' singolo: un materasso appoggiato al pavimento.
Mi avvicino all'angolo cottura e mi preparo un caffè nero. Lo bevo caldo e amaro, come piace a me. Rispecchia un po' la mia personalità.
Mi sciacquo il viso e guardo il mio riflesso nel piccolo specchietto sopra il lavabo. Sistemo alla bell'e meglio i capelli neri ormai cresciuti.
Tasto la leggera barba che sta iniziando a crescere. Dovrò radermi.
Torno a sedermi sul materasso, mi appoggio al muro spoglio con la schiena, prendo in mano il mio quadernetto nero e inizio a scrivere.
Ho giusto tre orette prima di andare a lavorare.
Mi piace tantissimo il lavoro in biblioteca: sono circondato da libri e immerso nel silenzio. In più ho molto tempo libero: riesco a leggere e a continuare a scrivere, data la poca affluenza di clienti.

~

Alzo gli occhi, ecco lì le stelle, sempre le stesse, desolazione, e sotto gli angeli che non sanno di essere angeli.
E Sarina morirà.
Ed io morirò, e voi morirete, e tutti moriremo e persino le stelle si spegneranno una dopo l'altra con l'andar del tempo.

Sento il rumore metallico del campanellino appeso sopra la porta d'ingresso, che annuncia un nuovo cliente.
Alzo lo sguardo dalle pagine di Angeli di Desolazione e rivolgo la mia attenzione al cliente.
È una ragazza, più o meno sui 22 anni. Capelli con lunghi boccoli neri e grandi occhiali tondi che delineano perfettamente il suo viso simmetrico.
"Buonasera." Guardo per un secondo l'orologio al mio polso. Sono già le 18 e 30, fra mezz'ora devo chiudere.
"Salve."
Noto che prima di chiedermi un libro di testo per l'università, guarda il mio libro di Kerouac appoggiato sul banco.
"Si, un momento." Accendo lo schermo del vecchio computer alla mia sinistra e cerco il titolo del libro di psicologia che mi ha chiesto.
"È stato interessante leggere come ha descritto la Beat Generation, non l'aveva mai fatto prima con così tanta chiarezza."
Mi stupisco.
"G-Già. Devo ancora finirlo però, quindi non posso dare un vero e proprio giudizio. Quindi tu... hai letto Kerouac?" Le chiedo.
"Si, quando ero bambina lo leggeva mio padre, e quando è morto i suoi libri sono rimasti a me. Diciamo che volevo sapere cosa leggesse con così tanta attenzione e dedizione quando ero piccola."
"Non avrei mai pensato che una ragazza potesse apprezzare così tanto Jack Kerouac."
"Perché no?"
"Diciamo che finora le ragazze che ho conosciuto apprezzavano di più Jane Austen o Virginia Wolfe."
Appena finisco di pronunciare la frase mi rendo conto di quanto sessista possa sembrare.
Perché non penso mai prima di parlare?
"Beh, non si smette mai di scoprire cose nuove nella vita."
"... il tuo libro dovrebbe essere nel retro." Dico, imbarazzato. "Torno subito."
Vado in magazzino, dove da quello che ho capito ci sono i libri ormai vecchi, che raramente vengono richiesti.
Trovo quello che stavo cercando e torno al banco. La ragazza mi stava aspettando guardando gli altri testi.
"Ecco qua. Sono tre settimane."
Stampo la ricevuta e la metto a mo' di segnalibro fra la copertina e la prima pagina.
"Grazie mille." Mi dice appena le porgo il testo.
"Arrivederci."
"Arrivederci."

Guardo di nuovo l'orologio. Ho quindici minuti prima di iniziare a chiudere la baracca.
Apro Angeli di Desolazione alla pagina che stavo leggendo, segnata dal segnalibro: una foto di me e Rory.

Mi appoggio al bancone con un gomito e sollevo il libro affinché sia all'altezza del mio viso, appoggio il mento sull'altra mano

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Mi appoggio al bancone con un gomito e sollevo il libro affinché sia all'altezza del mio viso, appoggio il mento sull'altra mano.
Dal libro cade qualcosa, che probabilmente doveva essere stato fra la copertina e la prima pagina, esattamente dove metto le ricevute ai clienti.
Raccolgo il piccolo foglietto di carta.
Sopra c'è scritto: Nicole - 215 345 8896.
La ragazza di prima deve aver lasciato il suo numero.

Mi avvicino all'angolo della stanza e butto il foglietto nel cestino.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora