Capitolo 9 - Correre

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La battaglia proseguì senza esclusioni di colpi. La notte scese sugli sconfitti e sui vincitori, due figure misteriose osservarono la guerra da una collina ben più alta delle altre sue gemelle.

L'uomo misterioso che aveva parlato qualche settimana fa con Filippo accennò un sorriso, mentre il suo aiutante chinò il capo. Le sue dita sfiorarono il dread che scendeva sul collo, come a togliere via la preoccupazione. Le due figure indossavano delle tuniche scure, non volevano farsi riconoscere. Il mandante di quella guerra osservò il suo aiutante, mentre incrociò le braccia.

... - L'hanno trovata?

L'aiutante scosse il capo, il tono della voce era lieve.

... - Non ancora. Ma molto presto la troveranno. Riguardo al suo Consigliere... ecco... i Cacciatori Bianchi sono morti. Volete che intervenga?

... - No. - deglutì - Se la Regina si salverà tornerà. Agite come vi ho ordinato.

L'uomo con il cappuccio nero annuì al suo padrone e lo lasciò solo. Il mandate parlò da solo quando il Demone Maggiore spaccò un altro pezzo della muraglia del castello.

... - Non è solo ciò che voglio, ma una vendetta verso i tuoi cari che ti hanno dato amore e rispetto - guardò il cielo - per me, amico mio - sorrise con malignità - c'era solo odio e ordini.

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Rubellius incitò Tenebris verso l'entrata posteriore del castello, dirigendosi nelle fogne. Lo sguardo cadde sul Demone Maggiore, la bestia urlò. Le mani tozze presero una torre e la sgretolarono in mille pezzi, uccidendo all'interno gli uomini della Regina. Il demone sorrise e con tutta la forza che aveva in corpo, colpì il cancello secondario, distruggendolo e facendo entrare i barbari. I soldati cercarono di contrastare quella pesante creatura con lance e frecce, ma era tutto inutile, la pelle coriacea era resistente come il diamante e gli artigli dilaniavano i corpi dei guerrieri.

Rubellius continuò a cavalcare, nascondendosi dietro agli alberi e ai cespugli. Ci vollero parecchi minuti prima che arrivasse nelle fogne del castello, nessun barbaro era arrivato ancora in quel punto, la loro concentrazione era sull'ingresso principale.

Quando arrivò nel tunnel delle fognature trovò davanti a sé un cancello di ferro, bloccato da una pesante catena. Rubellius scese dal cavallo prendendo le redini. Le unghie mutarono in artigli e con estrema cura, tagliarono le catene del cancello. Le due creature camminarono in un condotto di pietra, la puzza di escrementi era pesante, sopra le loro teste c'erano ragnatele e muffa. Tenebris nitrì a causa dell'odore, ma Rubellius lo calmò accarezzandogli il muso.

Il Demone Minore si avvicinò ad una rampa di pietre e legò Tenebris su una colonna. Lui notò un cunicolo usato dai servitori per gettare i rifiuti e collegare le fogne alle segrete del castello. Il tunnel era stretto ma garantiva un'entrata sicura, evitando la battaglia. Tenebris nitrì guardando il suo padrone, Rubellius gli diede delle pacche sul collo per calmarlo.

Rubellius - Prenderò Clizia e poi ce ne andremo. Stai calmo.

La bestia pestò il pavimento roccioso e umido della rampa. Rubellius si infilò in quel cunicolo per andare negli appartamenti privati di Clizia.

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La Regina era difficoltà, la serva che conosceva il secondo passaggio segreto era bloccato dai detriti. Clizia strinse i pugni, l'Ambasciatore e la serva consigliarono alla Regina di tornare indietro e cercare un altro modo per fuggire.

I tre percorsero a ritroso la strada che avevano fatto pochi minuti fa e salirono verso i piani superiori. Ma non appena arrivarono nelle segrete del castello, notarono alcuni barbari che erano arrivati in quel luogo grazie ad una torre ormai distrutta. L'Ambasciatore si voltò per osservarli, uno di loro si avvicinò ridendo e lo trafisse, le due donne urlarono di paura. La serva cercò di scappare dalla parte opposta del tunnel, ma un arciere che faceva parte di quei barbari scoccò una freccia e la colpì in testa uccidendola.

Daemon Patronum [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora