Capitolo 13 - Cela la Verità

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La Regina dopo aver parlato e rassicurato il suo fedele Sacerdote Benedetto, si avviò verso il bagno dei Novizi. Alcune Sacerdotesse Benedette le avevano dato una veste per la notte e qualche asciugamano di cotone. Il bagno dei Novizi era molto semplice. La struttura era una stanza ovale con due vetrate che irradiavano la luce della luna, il soffitto era fatto in legno e il pavimento era decorato con simboli religiosi. Su un tavolo c'era una tinozza piena d'acqua e un paio di spazzole, il sapone di lavanda era appoggiato su un tavolo e al centro della stanza c'era una vasca in legno massiccio. Vicino alle due vetrate c'erano alcune mensole e due panche di legno.

Clizia posò i nuovi abiti su una delle due panche e con calma si svestì, posando prima il mantello bluastro e poi l'abito azzurro. La donna si avvicinò e tastò con il piede l'acqua calda. Quando s'immerse nell'acqua sentì il suo calore e il profumo di lavanda. La giovane appoggiò le braccia sul bordo della vasca e fissò il mantello che Rubellius le aveva dato.

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Un ricordo vivo e conciso le percorse la mente, il suo fedele Sacerdote Benedetto le parlò gentilmente dopo la povera cena. La voce dell'uomo era calma e i suoi stessi occhi rispecchiarono la sua indole gentile.

Filippo - Credo che sia più opportuno che Vostra Grazia stia qui con noi. Solo per qualche giorno.

Clizia - Vi ringrazio Fratello Filippo. Se mi permettete, sapete nulla di quelle creature? Un vostro Fratello ha ricevuto un messaggio dove c'era scritto l'attacco dei barbari e del Demone Maggiore. Voi conoscete, un uomo che possa aver invocato una simile creatura?

Il Sacerdote sospirò socchiudendo gli occhi, le maniche larghe coprirono le sue mani rugose e rovinate dai pesanti lavori.

Filippo - Mi dispiace mia Signora. So solo che il vostro castello è stato attaccato dai barbari e da quella creatura, ma non so nulla.

La giovane abbassò lo sguardo verso il pavimento marrone e sospirò con delusione. I capelli scivolarono di lato e le sue mani tremarono a causa dell'ansia.

Filippo - Vorrei tanto darvi una mano, mia Signora. Ma quella creatura che avete visto è molto rara in questa terra. Solo gli Angeli conoscono quelle bestie. Posso dirvi solo che un Demone Maggiore se sfiora la nostra terra è costretto a tornare nel suo mondo.

Clizia - Quell'essere non resterà qui?

Filippo - È destinato a scomparire dopo un paio di giorni, è un antica regola posta dagli Angeli.

Clizia - Capisco. Invece per i Demoni Minori?

Filippo deglutì osservandosi intorno, si morse le labbra e parlò piano come se dovesse nascondere qualcosa. Rubellius non era lì con loro, poiché era fuori a far una tranquilla passeggiata.

Filippo - Non vorrete invocare uno di quei esseri?

Clizia accennò un no con il capo e lo tranquillizzò.

Clizia - Assolutamente no. Io e il mio Consigliare stavamo parlando di quelle creature stamattina. La mia è soltanto curiosità.

Filippo le fece un cenno con il capo per invitarla a passeggiare nel lungo atrio della mensa. Clizia lo seguì mettendosi di fianco a lui. I Sacerdoti che erano in quella zona stavano chiacchierando e commentando le ultime preghiere del mattino, ignorando completamente la Regina e il suo fedele Sacerdote Benedetto.

Filippo - I Demoni Minori possono entrare nella nostra terra solo tramite un rito. Possono venire innumerevoli volte e sono molto "razionali". Ma ricordate, non fidatevi mai di uno di loro. Gli Angeli li combatterono molte ere fa a causa di alcuni problemi.

Daemon Patronum [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora