Tenebris galoppò sempre più velocemente attraversando le piante di grano prima d'arrivare nella Foresta Nera. Mancavano pochi chilometri e presto sarebbero arrivati nel cuore della foresta. Rubellius e Clizia ci misero trenta minuti prima di arrivare alla loro destinazione, la notte copriva i loro corpi affaticati. Il cavallo sbuffò calmando la sua corsa, trottò in mezzo alle betulle evitando alcuni massi che bloccavano il suo cammino. Rubellius lo fermò notando una piccola pianura circondata dagli abeti. Clizia posò le mani sulla sella e si osservò intorno, non riuscì a mettere a fuoco l'intera area a causa della notte.
Clizia – Ora che facciamo? Ci accampiamo per la notte?
Il demone si guardò intorno e indicò una piccola zona dove potevano accendere un falò.
Rubellius – Lì può andar bene. Tieni le redini e manda Tenebris vicino a quell'albero, va bene? – indicò un abete.
Clizia prese le redini e le guardò. La fanciulla non aveva mai comandato un cavallo in vita sua.
Clizia – Come faccio a vedere con tutto questo buio? Non so guidarlo.
Rubellius mugugnò e si strofinò le mani, creando delle scintille viola, queste si trasformarono in un globo di luce. Il globo indicò la strada alla Regina e si posizionò vicino all'albero.
Rubellius – Ora puoi vedere.
Clizia provò a comandare Tenebris, ma la bestia non obbedì al suo comando.
Clizia – Ah. Non si muove.
Rubellius alzò gli occhi al cielo e sospirò, guardò le mani di Clizia e posò le sue, stringendole con delicatezza. La giovane osservò le mani del demone e arrossì per la vergogna, deglutì mentre lo sentiva parlare. Quel contatto caldo era inebriante, erano ruvide e forti.
Rubellius – Così si gira a destra e così a sinistra, dagli con le staffe dei leggeri colpi e lui ti ubbidirà.
Il demone lasciò la presa dalle mani di Clizia e scese dal suo destriero. La giovane prese coraggio e fece come Rubellius le aveva detto, diede dei leggeri colpetti alle staffe e spostò Tenebris verso quell'albero.
Clizia – Si muove! Fantastico – rise.
Rubellius sorrise e si avvicinò ad un albero per prendere alcuni rametti, li ammassò in un punto ricoperto da alcune foglie bagnate. Quando finì il suo lavoro accese con l'aiuto della sua magia, un meraviglioso fuoco.
La fanciulla fermò Tenebris e con calma scese dalla sua groppa, legando le redini su un ramo di un abete. Clizia indicò il cavallo con le mani, osservando Rubellius inginocchiato vicino al fuoco.
Clizia – Visto che brava?
Il demone la guardò con serietà socchiudendo gli occhi, poi si sedette posando le mani dietro alla schiena.
Rubellius – Sì, sì certo.
Clizia si avvicinò ad una delle due borse in pelle e prese un mantello nero, mettendoselo alla fine. La giovane fece qualche passo verso il demone, sedendosi accanto a lui, i suoi occhi fissarono il fuoco. Una sua mano spostò con delicatezza una ciocca castana. Rubellius si distese a pancia in su sul terreno erboso, guardò i rami degli alberi e sospirò.
Clizia – Rubellius... io... vorrei delle risposte. Quello che è successo, riguarda me e te. Giusto?
Il demone piegò una gamba e la mosse, si voltò osservandola con freddezza.
Rubellius – Io so solo quello che è successo tra me e quell'Angelo. Non so che piani aveva quel Sacerdote.
Clizia accennò un no con il capo chiudendo gli occhi, poi li aprì parlando velocemente.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...