Il viaggio verso il Monastero dei Sacerdoti Benedetti era faticoso e lungo, Rubellius e Clizia si fermarono soltanto due volte per mangiare e recuperare un po' d'energie. Attraversare la Foresta Nera non era così semplice, le colline che delineavano i suoi confini erano ripide. Tenebris faceva tutto ciò che era possibile, anche se il suo padrone non lo faticava mai più del dovuto. Clizia riprese il suo diario mentre iniziava a leggere le prime righe, alcune domande le punzecchiarono la mente, domande che il demone le aveva ordinato di non fare. I due arrivarono su una piccola pianura ricoperta da alcuni cespugli e rovi, Rubellius fece attenzione mentre guardava il cielo oscurarsi per la notte. La fanciulla si spostò una ciocca dal volto e posò una mano sul braccio del demone, mentre con l'altra mano metteva via il diario in una delle due borse.
Clizia - Rubellius posso farti delle domande?
Rubellius fece spallucce e mugugnò.
Rubellius - Se ovviamente rispetterai le regole che ho pattuito l'altro giorno. Sì.
Clizia - Vorrei farti delle domande sui tuoi Patti, posso?
Rubellius fermò Tenebris tirando le redini e guardò Clizia. La giovane era seduta dietro di lui.
Rubellius - Fa parte della categoria "domande personali". Ti costerà molto questa domanda, lo sai?
Clizia socchiuse gli occhi guardando i pini della foresta.
Clizia - Se il prezzo di queste domande è una punizione, allora l'accetterò. Mi hai fatto queste regole per tentarmi o per...
Rubellius - Secondo te?
Clizia - Per essere... infrante.
Rubellius rise e agitò una mano verso l'alto, era entusiasta delle parole della giovane.
Rubellius - Oh miei inferi! Ci sei arrivata. Sei un osso duro, Clizia.
Clizia - Volevi mettermi alla prova? Ma dal tuo volto sembravi arrabbiato.
Rubellius - Nascondo la verità molto bene. Ti ricordi che solo gli Angeli mettono regole e dogmi per tenere l'ordine?
Clizia - Sì.
Rubellius - Beh... i demoni non lo fanno. A parte certe eccezioni. Volevo metterti alla prova.
Clizia - Ma perché? Perché non me l'hai detto subito?
Rubellius - Amo vederti crogiolare dalla curiosità, c'è una sorta di dolore quando vuoi sapere le cose. E poi... - sospirò - sei talmente ingenua che perfino un mendicante t'ingannerebbe.
La giovane sbuffò per la rabbia, alzò il mento con aria arrogante e posò una mano sul suo fianco coperto dal vestito azzurro. Il giovane demone continuò a ridere mentre si sistemava il colletto della camicia di seta. Rubellius indossava un giacchino in pelle marrone, legato con due bottoni in bronzo, mentre i pantaloni aderenti erano neri come gli stivali.
Clizia - Insomma mi hai ingannato? Perché volevi vedere quanto resistevo?! Sei un vile! Non dovresti trattare così una signora!
Rubellius -Signorina, non signora. E poi sei tu l'unica vile che chiede ad un povero Demone Minore la realtà.
La giovane si toccò i capelli e li spostò sul proprio petto, mentre se li pettinava con le mani sottili. I suoi occhi si socchiusero osservando la collina che i due giovani stavano scendendo. Quel luogo era ricoperto da rocce e cespugli, il terreno fangoso era composto da licheni ed erba secca. La fanciulla si voltò fissando un grazioso scoiattolo saltellare da una parte all'altra sui rami degli alberi. La ragazza aveva riconosciuto i pini secolari che decoravano quella magnifica distesa naturale, ma non solo, c'erano altri tipi di alberi, come: faggi, querce e pioppi.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...