Dopo la partenza dei tre viaggiatori, Electre tornò nella sua tenda bianca, accompagnata dal marito. Macaone ritornò alle sue faccende salutando la donna e il suo compagno, Fulvio osservò Macaone e si sfiorò il mento, i suoi occhi si socchiusero e con una strana curiosità chiese qualche informazione sullo strano oggetto che aveva utilizzato Clizia.
Fulvio – Cos'era quell'oggetto, mia Signora?
Electre posò le mani sui fianchi e guardò il marito con dolcezza, il loro matrimonio non era nato per amore, ma per costrizione a causa delle antiche leggi.
Electre – Un teletrasporto portatile, Macaone l'ha inventato per facilitare gli spostamenti nel caso ne dovessimo aver il bisogno.
Fulvio – Ah, capisco.
La donna si sedette su una sedia e chiuse gli occhi, sfiorando con le dita la fronte. Fulvio si avvicinò e si mise dietro di lei, facendole dei massaggi sulle spalle. L'uomo sembrava molto pensieroso su quello strano oggetto, i capelli neri scivolarono su un lato mentre gli occhi color nocciola erano stanchi.
Electre – A proposito... ho sentito bene le parole di Clizia?
Fulvio – Credo di sì, mia diletta. Ha detto Tribù dei Buii, non è la stessa che citò quel demone con la pelle vermiglio?
Electre – Sì. Forse... voleva un posto più vicino per recarsi alla sua antica dimora e accompagnare il figlio di quel demone.
Fulvio mugugnò premendo leggermente le spalle della donna, era un uomo molto pensieroso e sfuggente.
Electre – Va tutto bene? Ti sento teso.
La donna lo guardò con un sorriso, posò la mano destra su quella dell'uomo per consolare il suo dolore. Fulvio scosse la testa e accennò un freddo sorriso, diede una carezza leggera a sua moglie e commentò.
Fulvio – No, tesoro. Va tutto bene. Stasera un Comandate mi ha chiesto di portargli alcune carte, posso recarmi nella sua tenda?
Electre – Ma certo. So cosa significa la sua devozione e so anche che le leggi della nostra Dimensione ti costringono a chiedermi ogni singolo permesso, ma... con me puoi fare ciò che vuoi.
Fulvio chiuse gli occhi e staccò la presa dalle spalle, il suo volto lungo era cupo. L'uomo aveva sempre rispettato la sua Signora e segretamente amata.
Fulvio – A parte amarvi...
Electre – Fulvio ti prego, ne abbiamo già discusso.
L'uomo si spostò dalla sua compagna e si avvicinò all'uscita della tenda, Electre posò le mani sulle ginocchia e lo fissò con dolore.
Fulvio – So bene cosa provate... so chi amate, ma pensavo che in tutti questi anni... potevate guardarmi con occhi diversi.
Electre abbassò lo sguardo e alla fine chiuse gli occhi, le sue ali bianche tremarono per quelle parole.
Electre – Sai bene che sentimenti provo verso di te. Sei mio marito è vero, ma non posso provare amore.
L'uomo incrociò le braccia e annuì con rassegnazione, fece un sorriso finto e la guardò.
Fulvio – Lo capisco, Electre. Lo capisco. Ora scusami... ma devo andare.
Fulvio fece una piccola riverenza e uscì dalla tenda. Electre lo fissò con tristezza, si toccò le labbra carnose e guardò il soffitto setoso del suo rifugio. La donna socchiuse gli occhi e accennò un sorriso, la sua voce delicata era un sussurro.
Electre – Se fosse così facile, tutto questo. Persino tu... Erastos avevi scelto un'altra persona.
Gli occhi neri della donna diventarono lucidi per quel ricordo di dolore.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...