Capitolo 46 - Sotto attacco

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PRIMA PARTE del Capitolo

I tre viaggiatori continuarono il loro viaggio verso il villaggio della Tribù dei Buii. Clizia era dietro ai due uomini e tra le mani aveva le redini di Tenebris, il suo viso era colmo di tristezza, alcune volte fissava Rubellius ed altre osservava la natura di quel luogo. Fulke era di fianco all'amico, sembrava abbastanza arrabbiato dalla presa al collo che aveva fatto Rubellius contro la giovane.

Fulke - Non dovevi prenderla per il collo, nemmeno io reagisco così con Idis.

Rubellius fissò l'amico con severità e parlò piano per non farsi sentire da Clizia.

Rubellius - Clizia non è Idis. Te lo ripeto per l'ultima volta, Fulke. Non immischiarti tra me e lei, chiaro?

I due uomini si guardarono con nervosismo, Fulke prese il braccio dell'amico e lo fermò.

Fulke - No! Ascoltami tu, Rubellius - lo indicò con un dito - lo sappiamo tutti e due che le leggi per te valgono meno di zero, anche sui fatti naturali. Tu dici di odiarla perché è un mezzo-angelo, ma in verità neghi di non volerle bene. Nemmeno mio padre osava prendere per il collo mia madre.

Rubellius strinse un pugno e si staccò dalla presa di Fulke, lo indicò con un dito avvicinarsi al suo viso.

Rubellius - Io non nego niente! Hai capito?! Io e tuo padre eravamo uniti ma ben diversi. Io ho perso ogni cosa per colpa della razza di Clizia, ho reagito così perché mi ha attaccato. Te lo ripeto per l'ultima volta! Stanne fuori, hai capito?

Fulke lo spinse e indicò Clizia con la mano, Rubellius lo fissò spostandosi a causa della spinta.

Fulke - Non ne sto fuori! Sono cresciuto senza un dannato padre e non dirmi che non capisco il dolore altrui o il tuo. Mia madre è morta e so bene cosa vuol dire vedere una persona che ti ama perdere la vita per te! Finiscila di negare l'evidenza, di negare che quella ragazza morirebbe per te!

Rubellius guardò l'amico e strinse i pugni, Fulke respirò a fatica poiché il suo volto era rosso dall'ira. Clizia accarezzò il muso di Tenebris e socchiuse gli occhi. La ragazza fissò qualcosa di strano a qualche metro di distanza, un fumo grigio si alzò verso le cime degli alberi.

Clizia - Cos'è? Un incendio?

I due uomini la sentirono e si voltarono verso la sua indicazione, Fulke restò di sasso, gli occhi dell'uomo si spalancarono e un imprecazione uscì dalla sua bocca.

Fulke - No. Quello è il villaggio!

Fulke strinse i pugni e iniziò a correre, evitando cespugli e alberi, Rubellius indicò Clizia con rabbia.

Rubellius - Stai con Tenebris e vai in un luogo sicuro! Non muoverti da lì per nessuna ragione al mondo!

Tenebris nitrì mentre Rubellius iniziò a correre verso il suo amico, Clizia scosse la testa e trascinò il cavallo con se per seguire il Demone Minore.

Clizia - Non se ne parla! Voglio darvi una mano!

Il cavallo obbedì agli ordini della fanciulla senza fare storie. Fulke e Rubellius erano l'uno di fianco all'altro. Quando i due arrivarono all'entrata del villaggio, Fulke osservò con stupore e terrore delle terribili fiamme divorare le capanne della sua gente. I due si recarono al centro del villaggio e rimasero increduli, le donne stavano spegnendo le fiamme gettando l'acqua grazie ai secchi. Un via vai di gente urlava indicando le case semidistrutte, un boato distrasse i due uomini portando i loro sguardi verso il tetto di una capanna che era crollata. Gli uomini cercavano di entrare nelle capanne in fiamme per salvare i loro amici e parenti. Molti di questi erano bambini e donne. Fulke si guardò intorno cercando Darius, Rubellius osservò la paura e udì il pianto dei sopravvissuti. Il fratello di Idis uscì da una capanna con in braccio un bambino. Darius gli pulì con un po' d'acqua in un secchio, il suo visino e lo riconsegnò alla madre che in lacrime piangeva il suo dolore. Fulke lo trovò e lo chiamò, avvicinandosi a lui.

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