La luce del sole entrava dolcemente e illuminava la camera bianca nel Castello della Roccia. I riflessi azzurrognoli delle vetrate coloravano con i riflessi il pavimento perlato. Il soffitto a volta rampante aveva degli affreschi che raffiguravano ulivi e cavalli bianchi. Il letto singolo era in mezzo alla stanza, su una sedia c'erano dei vestiti e accanto a un baule di legno c'erano degli scarponi.
Il demone aprì leggermente la bocca e respirava con fatica, sul petto e sull'addome c'erano delle bende per una corretta guarigione. I capelli rossi coprivano il cuscino e le orecchie a punta si mossero mentre le mani stringevano le lenzuola bianche. Gli occhi viola si aprirono e si mossero quando il corpo, che indicava la sua natura, si muoveva nel letto. Dopo qualche secondo si mise seduto e posò una mano sulle ferite, il dolore era ancora vivo; si voltò verso la sedia e si toccò la tempia, si alzò e prese i vestiti. Guardò la mano destra, notando dei granelli di polvere nera.
La Magia Bianca che Electre aveva utilizzato per tenerlo nel pianeta Astrea aveva perso il suo effetto, poiché Varsos era morto e con esso, il Patto dell'Alleanza era finito.
Il demone rosso cambiò la sua forma in quella di un umano e si vestì, indossando una camicia bianca con le maniche lunghe e larghe. Il colletto a barchetta faceva vedere il suo petto, mentre i pantaloni marroni a sbuffo erano morbidi e caldi.
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Dopo qualche minuto il giovane uscì dalla stanza, percorse il lungo corridoio per poi scendere tramite le scale, nell'atrio ovest del castello. Rubellius era spaesato, quel castello non sembrava più quello di un tempo. Non c'era più la guerra, la distruzione e i morti che aveva ucciso con i cuccioli e con gli Angeli. Il demone rosso si toccò il cordoncino con appesa la boccetta vuota e il portafortuna di Clizia. Rubellius uscì dall'atrio, attraversando un arco e camminò all'interno dei portici del chiostro del maniero; poco dopo si fermò osservando alcuni Angeli parlare tra di loro. Le creature erano al centro del giardino del chiostro e in quel gruppo c'era Electre, Galene, dei Comandanti e Clizia.
Il gruppo si voltò osservando con incredulità Rubellius, Clizia si coprì la bocca con le mani e si spostò, andando verso di lui. Passò sotto al porticato e socchiuse gli occhi, trattenendo le lacrime. Il demone accennò un sorriso e piegò le ginocchia, la ragazza gli saltò addosso e si avvinghiò al suo collo, Rubellius si issò e le sfiorò i capelli castani, baciandole la nuca. La fanciulla toccò il pavimento con la punta dei piedi e lo fissò, lo baciò senza dir nulla. Il demone la posò a terra, e le prese il volto con le mani, mordendole le labbra e intensificando il bacio. Una sua mano scivolò sulla schiena della giovane per avvicinarla a sé. Clizia sentì sulla sua pelle il leggero accenno di barba rossa, mentre le sue dita sfiorarono una sua guancia, Rubellius si staccò appena e le sussurrò qualcosa. La ragazza posò le mani sul suo petto e lo guardò, indossava l'abito che le aveva regalato il demone. Il demone accarezzò una sua guancia e le asciugò le lacrime.
Clizia – Stavo per perdere le speranze. Ti devo raccontare un mucchio di cose – sussurrò.
I due si presero per mano e si fissarono, Rubellius annuì e la seguì.
Rubellius – Che è successo in questo posto? La guerra? Io credevo...
I due si avvicinarono alle aiuole ben curate, Clizia lo fissò e sorrise.
Clizia – Quando sei tornato un Demone Minore il tuo cuore ha smesso di battere. Fulke ti ha preso con se, portandoti dagli Angeli dei Sacri Doni. Hippokràtes ti ha visitato e non appena ha appoggiato un suo strumento sul tuo petto, il tuo cuore – posò la mano sul petto del demone – ha ripreso a battere.
Rubellius strinse la mano della ragazza e la guardò con attenzione.
Clizia – Quando me l'hanno detto ho urlato dalla gioia, eri vivo. Ti abbiamo curato le ferite. Anche se il tuo cuore continuava a battere... non riuscivi a svegliarti. Electre ha teorizzato che fosti nel confine delle due Dimensioni.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasíaRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...