Dalla battaglia passarono tre giorni, il popolo della Tribù dei Buii si riprese dal dolore. I caduti di quello scontro erano stati posti nel loro antico cimitero, ogni famiglia aveva portato ai loro cari dei fiori e dei ciondoli. Clizia rimase accanto a Idis e ascoltava con serietà ogni singola spiegazione delle loro tradizioni. I vari sopravvissuti erano stati curati con degli impacchi vegetali e le loro ferite stavano pian piano guarendo.
Nel terzo giorno di preghiere tutti si riunirono davanti al cimitero, i più anziani si sedettero vicino ai bambini, mentre i più giovani erano in piedi a semicerchio. Al centro del semicerchio umano c'era Fulke, l'uomo aveva gli occhi socchiusi e le sue mani si mossero verso il basso, il capotribù indossava una tunica verde con dei pantaloni bianchi. Sul capo c'era una corona di foglie, perle gialle e piume azzurre.
Idis fissò Clizia e le posò un braccio sulle spalle, le due donne erano l'una di fianco all'altra. La moglie di Fulke accarezzò il capo del figlio cercando di calmarlo, poiché Götz voleva andar da suo padre. Clizia abbassò lo sguardo e si asciugò un occhio, il ricordo di Dasha era indelebile nel suo animo. Götz sbuffò di nuovo e si staccò dalla presa della madre, Idis lo chiamò per non interrompere la cerimonia.
Idis – Götz vieni qui!
Il bambino stropicciò la sua camicia verde e si fece strada tra la gente. Il piccolo si mise davanti a loro, guardando suo padre con dolcezza. Idis cercò di prenderlo ma non ci riuscì, Clizia si avvicinò osservando la scena.
Clizia – Testardo, vero?
Idis sbuffò e guardò Clizia con un sorriso, posò le mani sui fianchi.
Idis – Sì. Fulke dice che ha preso da me e da Alita.
Il bambino che aveva una foglia in mano si avvicinò al padre e si mise al suo fianco, Fulke finì le preghiere e abbassò lo sguardo. Il piccolo rise e mostrò la foglia al padre, l'uomo lo sentì e lo guardò. Il capotribù sorrise lievemente e si inginocchiò prendendolo in braccio.
Dopo alcuni minuti la cerimonia finì e tutti ripresero i loro lavori, sistemando le varie capanne. Fulke posò il figlio sulle spalle, Götz appoggiò le manine sulla testa di suo padre e guardò la madre. Idis lo rimproverò con severità, Fulke le diede ragione e accompagnò le due donne verso una capanna ancora intatta. Quando i tre entrarono nella struttura, Fulke prese suo figlio e lo posò su una panca di legno. L'uomo si tolse il copricapo e alla fine si sedette, Clizia e Idis presero dei piatti, dei bicchieri e due brocche d'acqua. La donna con l'abito turchese e i capelli neri sospirò, riempì i bicchieri e guardò Clizia. Il mezzo-angelo si morse le labbra riflettendo su ciò che Fulke le aveva detto riguardo al demone.
Idis – Stavo pensando. Prima che cala il sole, posso accompagnare Clizia da Rubellius. Che ne pensi?
Clizia si sedette accanto a Götz e gli fece delle boccacce, il bambino rise. Fulke si toccò il mento e guardò la moglie, la quale si mise seduta di fronte a lui.
Fulke – Non lo so. Conoscendolo sarà ancora nel suo aspetto demoniaco e... potrebbe reagire male.
Idis indicò un baule vicino ai letti e guardò la sua amica.
Idis – Potrebbe portagli dei vestiti nel caso tornasse umano e se non sbaglio tuo cugino mi ha dato alcuni abiti maschili.
Fulke guardò le due donne e socchiuse gli occhi, Idis gli sorrise attendendo una risposta.
Fulke – Va bene. Ma se vedi che si sta arrabbiando – guardò Idis e Clizia – torna subito, va bene? Quando è nel suo vero aspetto non controlla i suoi istinti.
Clizia posò le mani sulle ginocchia e annuì, la ragazza indossava il vestito che il demone gli aveva regalato.
Clizia – Va bene, grazie Fulke – gli sorrise.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...