SECONDA PARTE del Capitolo
Passarono alcune ore dalla morte Fulvio, Electre aveva ordinato ai suoi uomini di portar il suo uomo in una tenda viola. Al suo fianco c'era Galene, la donna dai capelli lunghi e biondi fissò l'uomo con delusione, la mano dell'Angelo Delle Arti si posò su Electre per darle un po' di conforto.
Galene – Mi dispiace... non doveva finire così.
Electre si sfiorò il mento e socchiuse gli occhi, si voltò verso la donna e istintivamente l'abbracciò, Galene le accarezzò il capo.
Galene – Tu non l'ha mai amato... perché soffri così tanto, amica mia?
Electre singhiozzò e posò le mani sulla schiena magra della donna, le sue ali tremarono per il dolore.
Electre – Era un brav'uomo. Mi ha dato un figlio, mi ha consolato e ci teneva a me. Piango il suo affetto, piango e mi sento in colpa su ciò che non potevo dargli.
Galene sfiorò le guance di Electre e socchiuse gli occhi, il diamantino sulla narice brillava grazie alle luci delle candele.
Galene – Non puoi sentieri in colpa per i tuoi sentimenti. Lui ha preso una strada diversa a causa del dolore. Anche se... i tuoi sentimenti sono rivolti a qualcun altro. Vero?
Electre fissò la donna e staccò la presa, guardò Fulvio posto su un tavolo e si morse le labbra. Galene cercò di prendere le sue mani ma l'Angelo Della Sapienza le rifiutò.
Electre – Non si può Galene. Ne abbiamo già parlato.
La donna con il fisico rettangolare chiuse gli occhi e annuì con delusione, nel silenzio di quella notte Galene uscì senza protestare. Electre fissò Fulvio, finché un lontano ricordo sfiorò la sua mente.
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La Dimensione Sinora era molto diversa da quella dei demoni, essa era composta da molte isole di varie grandezze che al contrario delle isole del mondo di Astrea, galleggiavano all'interno di un cielo infinito, il quale era dipinto con colori tra l'azzurro e l'acquamarina. Le basi a punta delle varie isole erano composte dalle rocce marroni, le quali rilasciavano un liquido denso e dorato che cadeva verso il basso, dipingendo e creando delle corpose nuvole. Ogni isola poteva far crescere sulla sua superficie rocciosa, vari tipi di vegetazione e ospitare molti animali dal manto argentato e bianco. Molte di quelle isole potevano sorreggere degli imponenti palazzi. Quelle eterne dimore erano alte e maestose: le murature a opera incerta erano bianche e alla base avevano dei particolari simboli turchesi, le cupole a geodetiche erano fatte con pietre preziose e ovviamente, dipinte con bronzo e rame. Le lunghe finestre a quadrifora avevano sui bordi delle incisioni triangolari, dipinte in oro. Gli archi a trilobato che permettevano l'entrata o l'uscita degli Angeli presentavano sulle imposte delle incisioni floreali. All'interno delle strutture le coperture a volta erano illuminate da alcune piccole pietre azzurre che decoravano le pareti in avorio. Sul soffitto potevano presentarsi vari dipinti contornati con diamanti, zaffiri e smeraldi. I corridoi, le scale e le ampie stanze potevano essere decorate con varie piante come gigli e rose. Inoltre si potevano trovare delle piccole fontane a muro, l'acqua usata veniva depurata e poteva fluire all'esterno verso i piccoli laghetti artificiali che si trovavano nei giardini. L'eco dei passi e delle voci riecheggiavano in quei meravigliosi palazzi, spesso gli Angeli parlavano piano per non disturbare i loro compagni. L'unico modo che premetteva agli Angeli di spostarsi nelle varie isole, era volare. Di solito all'interno dei boschi nelle isole, si poteva notare una piattaforma rettangolare che veniva usata per ogni singolo atterraggio. Molti Angeli per raggiungere i vari pianeti e il mondo di Astrea utilizzavano dei portali posti di fronte ad alcuni alberi, i quali erano composti da tre pietre che delineavano un triangolo sul terreno.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...