Rubellius chiuse gli occhi mentre cercava di ricordare l'origine del suo Patto. Vent'anni fa la situazione era diversa.
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Il demone che aveva stretto la mano di quell'Angelo fissò le guance rosee della neonata, la bambina rideva mentre si ciucciava un pugnetto. Il Demone Minore schioccò le dita e fece comparire nelle sue mani una lunga pergamena bluastra, controllò i vari nomi scritti su quel foglio e sorrise quando trovò il nome di Erastos. La pergamena era talmente lunga che un pezzo di essa coprì il piccolo busto di Clizia.
Rubellius - Ottimo, direi che è la mia giornata fortunata.
Il demone guardò la piccola e sentì la sua risata, il suo sguardo era truce verso quelle goffe manine.
Rubellius - Ehi! Lascia stare la mia pergamena! Non è adatta a una mocciosa come te.
Rubellius l'arrotolò e schioccò di nuovo le dita, facendo scomparire il foglio. Il demone si inginocchiò e osservò la bambina, il suo aspetto era veramente terrificante. Il mantello squamato, come la pelle di un drago, copriva il suo corpo atletico, le lunghe corna erano ben evidenti e i capelli rossi arrivavano al suo bacino.
Rubellius - Mi domando il motivo per cui Erastos abbia scambiato la sua Essenza per una tipa come te. Comunque... lui ha detto che devo essere il tuo protettore, giusto?
La piccola agitò le manine sbadigliando per la stanchezza, Rubellius socchiuse gli occhi mentre rifletteva.
Rubellius - Allora sarà meglio portarti da tua madre. M'inventerò una scusa... che ne so... potrò dire che Erastos voleva proteggerti da un rapitore. Ed io... il tuo prode salvatore - voce teatrale - ti ha salvata, insieme a lui. Sì, abboccheranno.
Il demone rise e prese con dolcezza la bambina.
Rubellius - Ho bisogno di un cavallo, se ti porto volando mi scopriranno. Dovrebbe esserci un villaggio in queste zone.
La piccola prese i capelli lunghi rossi del demone e li mosse, era felice tra le sue braccia. La fisionomia del demone stava mutando diventando quella di un umano, era una pratica molto utile ma parecchio faticosa.
Dopo qualche ora si presentò ad un villaggio, i contadini erano veramente pochi e solo un vecchio fattore possedeva alcuni animali. Quando Rubellius arrivò alla fattoria chiese al proprietario se possedeva un cavallo. Lui gli rispose che l'unico cavallo che aveva era un stallone completamente nero, ma molto malandato. Il demone volle vederlo nella piccola stalla e il fattore lo accontentò.
L'uomo aprì il box della stalla e avvertì il demone, la bestia era in un angolo mentre mangiava un po' di fieno. Il cavallo era veramente magro e malnutrito, il suo odore era di sterco e fieno.Sandro - Faccia attenzione signore, questa bestia potrebbe passarle qualche malattia.
Rubellius accennò un finto sorriso e si avvicinò, il fattore uscì dalla stalla e rise per l'ottimo affare che aveva compiuto.
Rubellius - Sì può sempre aggiustare con un po' di Magia Nera, giusto mocciosetta?
Il Demone Minore l'appoggiò su una palla di fieno e la coprì, mentre lei rideva facendo dei dolci vocalizzi. Quando ebbe finito si avvicinò al cavallo, la bestia gli dava le spalle e sbuffò, non sembrava ribellarsi. Il giovane demone guardò la sua schiena colma di cicatrici.
Rubellius - Scommetto che quel pazzo ti ha torturato a sangue. Come ti chiami?
Il cavallo nitrì e fissò il demone, si diceva che le creature oscure potessero sentire il nome di alcuni animali.
Rubellius - Caspita, ti chiami Buio? Non mi piace, posso chiamarti Tenebris?
La bestia si voltò lentamente e osservò il demone, le mosche lo stavano divorando e il suo aspetto era sporco di fango. Rubellius si avvicinò lentamente, sfiorando il muso magro dell'animale.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...