Capitolo 69 - L'ultima speranza

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PRIMA PARTE del capitolo

Il viaggio verso il confine della Foresta Nera era lungo, Fulke indicò agli Angeli dove aver un'adeguata vista per controllare gli avversari. Ci vollero molti minuti prima di arrivare al confine, posto sulla cima di una collina.

Gli Angeli si spostarono sul confine, evitando i villaggi e le case dei Barbari della Foresta. Macaone utilizzò alcuni cubetti per portare i Cavalieri alati in quella zona. Gli Angeli dei Sacri Doni sapevano perfettamente che i territori di Varsos partivano dal castello Della Roccia fino al Monastero dei Sacerdoti Benedetti. Per fortuna gli Angeli erano provvidenti e si misero su una collina lontana, a qualche chilometro di distanza dal Monastero. Gli uomini erano pronti, i cavalli erano stati sellati e Macaone aveva costruito, grazie agli artigiani, alcune baliste e una possente ariete. Enyalius aveva organizzato i Cavalieri alati, indicando le rispettive formazioni militari. Hippokràtes e i suoi allievi avevano creato delle tende per portare i feriti durante la guerra. Electre era insieme a Galene, le due non volevano separarsi, la donna dai capelli biondi, oltre ad essere l'Angelo delle Arti, era un'abile guerriera.

Quel mattino era freddo, il sole era nascosto dalle nuvole grigie. Le bandiere e gli stendardi bianchi e dorati si muovevano, mentre alcuni Cavalieri salirono sui loro cavalli e stringevano i corni per avvisare la partenza verso il castello Della Roccia. Enyalius e i suoi Generali avevano progettato di passare di fianco al Monastero, evitando la struttura e per non essere notati. Avrebbero allungato la strada, spostandosi e nascondendosi nelle colline. Enyalius amava gli attacchi a sorpresa.

Un pezzo del confine della Foresta Nera era stato riempito dalle tende e dalle armi degli Angeli. Rubellius era accanto ad alcuni cavalli, Fulke teneva le redini di Tenebris e di un altro cavallo. Il demone dai lunghi capelli rossi si mostrava nella sua vera forma, gli occhi viola erano socchiusi. Fulke indossava un'armatura che gli copriva il torace e gli arti, dietro alla schiena c'erano i foderi delle due asce. Le lame taglienti riflettevano grazie alla luce del sole. Fulke consegnò le redini di Tenebris a Rubellius, il demone controllò la sella e salì in groppa, lo stesso fece l'amico. I cuccioli che erano a qualche metro di distanza dagli Angeli si prepararono come meglio potevano, alcuni volarono ed altri ridevano. Illus si avvicinò a Rubellius e gli fischiò, attirando la sua attenzione.

Illus – Ieri ci avevi accennato che vi serviva qualcosa per abbattere lo scudo protettivo del castello, giusto?

Rubellius lo guardò con severità e annuì, il demone sogghignò e mosse le mani indicando i suoi compagni.

Illus – Diciamo che i miei amici hanno trovato qualcosa che può servirvi.

In quel momento si avvicinò Enyalius con accanto due Comandanti. L'uomo udì il discorso del giovane demone.

Enyalius – E sarebbe?

Il cucciolo lo guardò con odio e posò le mani sui fianchi, tutti gli Angeli dei Sacri Doni che partecipavano alla battaglia, indossavano delle armature d'argento e d'acciaio. Le ali erano chiuse per non creare problemi durante la battaglia. I cavalli erano pochi, poiché gli Angeli amavano combattere in volo. Illus mosse un braccio e si fece seguire dall'Angelo della Battaglia, Rubellius guardò i due da lontano e notò alcuni cuccioli strascinare qualcosa grazie a delle funi. Fulke seguì lo sguardo dell'amico e rimase stupito, quando un ruggito disumano echeggiò nel campo dei piumati. I cuccioli risero e indicarono la belva che si stava avvicinando. Electre e Galene guardarono i loro sottoposti osservare la belva. Quello che sembrava un gigante con tre occhi sulla fronte si sedette accanto a due pini. Il corpo tozzo era marrone, sulla testa aveva due corna e le braccia muscolose cadevano sui lati del corpo. Aveva una bocca grande con dei affilati denti verdi. Illus teneva una corda mentre Enyalius fissò la creatura, Electre si toccò il mento e rimase stupita.

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