La giovane si toccò il viso e avvicinò la mano a quella di Rubellius, il demone la prese mentre con l'altro braccio sosteneva suo figlio. Clizia aveva gli occhi lucidi, aprì leggermente la bocca e iniziò a tremare, spiegando al suo amato ogni cosa in quel maledetto anno e mezzo.
Dopo il matrimonio con Varsos, la giovane cercò di attenuare i suoi timore accogliendo Electre. L'Angelo Della Sapienza la rassicurava, dicendole che Varsos non avrebbe mai portato malvagità nel suo cuore. Ma la donna si sbagliò di grosso, infatti quando Electre venne cacciata dal Generale, quell'uomo non si era risparmiato a dar alla ragazza una dovuta lezione. I due stavano litigando in una sala ovale, Varsos camminò nervosamente nella stanza e strinse i pugni. La ragazza era a terra, un arrossamento sulla guancia le faceva terribilmente male. Clizia tremò mentre si toccò con la mano quel punto dolente. Varsos sbuffò e guardò il camino di fronte a lui, mise le mani dietro alla schiena e si morse le labbra.
Varsos - Domani mattina la teca di diamante che contiene la Meridiana del Tempo arriverà al castello. Dopodiché eliminerai la magia che la protegge e farai quello che ti ordinerò, è chiaro?!
La giovane lo fissò e scosse la testa. Varsos si avvicinò con prepotenza alla ragazza, mettendosi in ginocchio davanti a lei. Le prese la mandibola per guardarla negli occhi.
Varsos - Quale pezzo ti manca del mio discorso?! Pensi che Electre e i suoi Angeli ti possano salvare?! Tu sei mia, Clizia. - Sorrise con malignità - Loro non possono fare nulla.
Clizia - I-io non attiverò la M-Meridiana... te lo puoi scordare!
L'Angelo che ormai aveva l'Essenza più nera di un demone, lasciò la presa e con forza diede una sberla alla giovane facendola cadere di lato. Clizia iniziò a piangere mentre lui si alzò, si toccò il mento.
Varsos - Se non fossi incinta ti avrei già usata e uccisa da tempo, stupida Nefilim. - Sospirò - Ma comunque... stanotte avrò modo di convincerti in altre maniere.
La luce del fuoco del camino illuminava le pareti blu e il pavimento con le piastrelle rosse, sul soffitto c'erano dei maestosi dipinti in avorio. Vicino alla ragazza c'erano tre vetrate, Clizia si alzò lentamente con la schiena e sputò un po' di sangue. L'Angelo prese da un tavolino una bottiglia di vino e si servì in un bicchiere la bevanda. La giovane si piegò su se stessa e abbracciò il suo addome, Varsos posò le braccia sullo schienale della sedia e si bagnò le labbra.
Varsos - Spero per te che sia un maschio, ho faticato molto per averlo. - La guardò con ira - Per essermi concesso una settimana dopo il matrimonio è il minimo che mi puoi dare.
La fanciulla strinse l'abito blu e continuò a piangere, la sua voce era un sussurrò di rabbia e dolore.
Clizia - C- Cosa?! M-mi... hai presa con la forza q-quella notte! Sei u-un mostro - urlò.
Varsos finì di bere e posò il bicchiere sul tavolino, si avvicinò alla porta e l'aprì.
Varsos - Parla colei che ama un Demone Minore. Ora - agitò una mano - mettiti qualcosa di più decente e nascondi quelle ferite, tra mezz'ora avremo ospiti. Non voglio far brutte figure.
L'Angelo se ne andò sbattendo la porta. Clizia si asciugò le lacrime, mentre cercava di alzarsi. Le labbra e le guance le facevano terribilmente male. Aveva nascosto la verità a Varsos, dicendolo al quinto mese di gravidanza che il figlio era suo e non di Rubellius. L'Angelo non aveva sospettato di nulla poiché non percepiva la parte maligna né il sesso del piccolo, la natura di quell'ibrido lo stava nascondendo dal mondo. La giovane si avvicinò ad una delle vetrate, osservando il cupo paesaggio. La piazza del castello brulicava di soldati e Cacciatori Bianchi. Le terre Della Roccia erano prive di vegetazione, ogni albero o giardino del maniero era stato abbattuto per creare delle gigantesche recinzioni. Clizia si morse le labbra ricordando quell'unione orrenda che aveva avuto con il Generale. Ogni volta che la fanciulla ricordava l'atto, volontariamente si graffiava le braccia e il collo. La giovane si sentiva sporca, impura e tradita. Inoltre il suo corpo a clessidra aveva perso parecchi chili, poiché non voleva mangiare le pietanze che condivideva con quell'uomo. Ma le serve insistettero molte volte, poiché stava aspettando un bambino. La fanciulla si toccò l'addome e lo guardò.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...