Le ombre del passato attraversarono la mente di Rubellius. Le grida, la disperazione e il dolore di millequattrocento anni fa sfiorarono la sua anima.
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Il demone dai capelli rossi era in piedi con le spalle incurvate in avanti, attorno a lui c'era la distruzione e la morte. Sulla pianura dove si reggeva il portale per Ebe, un intenso odore di sangue e muschio coprì l'intera zona. Il demone posò una mano su un masso e guardò la scena davanti ai suoi occhi. Il suo viso era tinto di dolore, la sua bocca aperta non riuscì ad emettere nessun suono e i suoi occhi viola erano grandi per quello scempio. La pianura che conosceva da quando era stato creato era ricoperta dai cadaveri della sua gente. La quercia dove c'era il portale per il loro mondo, era sporca di sangue e fango. Le teste dei defunti erano state appese sui rami.
Rubellius si inginocchiò per terra posando una mano sull'addome ferito, era riuscito a scappare appena in tempo da quegli Angeli che lo cercavano. L'avevano ferito ma non ucciso, quando il giovane cercò di tornare dalla sua gente, quello che trovò sulla pianura fu un tremendo dolore. I suoi occhi si alzarono verso il cielo, un fumo nero salì verso le nuvole di quella mattina. Al di là di alcune rocce e massi, c'era un gigantesco falò. Rubellius si coprì la bocca con la mano e tremò, sapeva perfettamente che i piccoli diavoli erano lì.
Rubellius – No...
Quelli che erano riusciti a fuggire erano stati presi, ingannati dalla "pace" proposta dagli Angeli. Rubellius non ci credeva, non avrebbe mai creduto a quella "pace", Tulia invece ne fu ammaliata. I due si stavano cercando, ma non riuscirono a trovarsi. Rubellius sentì un urlo di donna a qualche metro di distanza. Il demone si alzò e stringendo i pugni corse verso quell'urlo. I pochi alberi sfiorarono il suo corpo, quando il demone salì la piccola collina ricoperta da alcune betulle, fissò gli occhi disperati della sua compagna. Tulia era in ginocchio, le sue mani e le sue gambe erano legate da una catena d'oro, catena che riusciva a intrappolare qualsiasi demone. Il suo volto era ricoperto da escoriazioni e da ematomi, un suo corno era stato tagliato e le sue labbra erano sporche di sangue. La giovane spalancò gli occhi e scosse il capo, era da sola.
Tulia – Rubellius, vattene via! È una trappola!
Il demone cercò di avanzare per liberarla, ma una risata sfiorò le sue orecchie a punta. Un suono di una fune che cadeva spostò il suo sguardo verso l'alto, una rete d'oro cadde su di lui e lo intrappolò come un animale selvatico. Il demone cadde a terra a causa del peso di quella rete, non poteva strapparla né sollevarla. Le funi che costituivano la rete privarono i suoi poteri, trasformandolo in un umano. Rubellius si guardò attorno sentendo ancora quella risata maschile, Tulia osservò in un punto dietro al suo compagno.
Tarasios – Oh, ma guarda un po'. Lo sapevo che prima o poi il tuo compagno sarebbe arrivato.
Tulia tremò guardando l'Angelo, i capelli della giovane erano stati tagliati. L'Angelo camminò lentamente sguainando la spada, una lunga lama trasparente fatta di luce. Tarasios continuò a ridere e con un calciò poderoso colpì l'addome di Rubellius, facendolo tossire. Il demone rosso chiuse gli occhi, quando li riaprì notò quell'Angelo.
L'essere di luce aveva un'armatura d'argento e sotto di essa c'era una tunica turchese che gli arrivava alle ginocchia. L'Angelo si avvicinò a Tulia e s'inginocchiò di fianco a lei, posando la punta della lama sul terreno fangoso. Rubellius digrignò i denti fissando gli occhi blu dell'Angelo.
Rubellius – Prova a toccarla e ti scortico quelle dannate ali!
L'Angelo sorrise guardandolo con sfida, prese con forza il collo di Tulia e lo strinse, facendole male.
Tarasios – Così? Oh dai. Ha un bel faccino per essere un demone della peste.
Rubellius sentì un battito d'ali, alcuni Angeli arrivarono e guardando quell'uomo dai capelli biondi. Il volto dell'essere era triangolare, le sue labbra erano sottili e i suoi capelli erano rasati. Gli altri Angeli osservarono la scena e risero, il loro compagno si rialzò da terra.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...