SECONDA PARTE del Capitolo
Le urla di dolore echeggiarono nel Villaggio dei Buii, il fumo che nasceva dalle tende bruciate, si elevò nel cielo. I pini e le betulle coprirono quell'orrore, i cadaveri degli Angeli e degli umani erano ammassati accanto ai loro rifugi e dimore.
Electre ordinò ai suoi Cavalieri alati di mirare con archi e le frecce la schiena della bestia. I cuccioli cercarono di distrare il nemico, ma il Demone Maggiore diede alcune codate e ne ferì alcuni. La bestia camminò lentamente di fronte a Fulke, l'uomo respirò con affanno, gli occhi gialli erano tinti di rabbia. Il tatuaggio sul braccio era di un intenso giallo accesso, Rubellius fissò i due e si diresse verso Electre. La donna si voltò sentendo la sua voce, il Demone Maggiore attaccò di nuovo, ignorando le vittime e scagliandosi contro il mezzo-demone.
Rubellius – Dannazione! Dimmi che c'è un modo per mandarlo via!
Rubellius prese un braccio dell'Angelo della Sapienza, la donna si morse le labbra e si avvicinò ai suoi uomini. Indicando al demone rosso il Demone Maggiore. La donna era sudata e tesa, i suoi Cavalieri urlarono per mirare gli archi verso l'alto.
Electre – Se è stato invocato da Varsos l'unica soluzione è mandarlo via con la Magia Bianca.
Rubellius imprecò mentre il suo amico schivava le zampate della bestia, Fulke rotolò per terra e schivò la coda appuntita. Electre si avvicinò a Enyalius e a Hippokràtes, Rubellius la seguì. I due uomini erano accanto a una tenda azzurra, Hippokràtes stava organizzando i suoi allievi per la cura dei feriti. L'Angelo si pulì le mani strofinandole sulla tunica blu, i suoi occhi indaco erano spalancati ma concentrati sul suo lavoro. Enyalius imprecò e indicò con la lancia i suoi uomini, urlando e dirigendo l'attacco. La donna corse da loro e alzò la voce, strinse l'elsa della sua spada con tensione.
Electre – Fratelli dei Sacri Doni! Dobbiamo spedire quella immonda creatura nella Dimensione Deiouona. Sapete benissimo cosa dobbiamo fare!
I due uomini si voltarono e si avvicinarono alla donna, Hippokràtes era titubate poiché era un incantesimo potente e difficile da gestire. Al contrario Enyalius era pronto.
Enyalius – Non c'è altra soluzione.
Hippokràtes – Ma è da due secoli che non usiamo quell'incantesimo di Magia Bianca.
Electre li guardò con fierezza, il medico sentì ancora le urla di Fulke combattere la belva. Hippokràtes sospirò e alla fine annuì, l'uomo calvo con la treccia nera aprì le ali e spiccò il volo, Electre e Enyalius fecero lo stesso, Rubellius li osservò verso l'alto. I tre si avvicinarono a qualche metro distanza al Demone Maggiore.
Hippokràtes – Spero che l'incantesimo che attueremo possa resistere. Lo sapete benissimo che servirebbe tutti gli Angeli dei Sacri Doni per renderlo potente!
Electre si avvicinò a Hippokràtes e prese la sua mano, lo stesso fece Enyalius. Le ali dei tre erano maestose, Rubellius deglutì e osservò gli Angeli dei Sacri Doni.
Electre – Lo so, ma tentare e fermare questo scempio, è l'unico modo.
Enyalius – Per una volta sono d'accordo con te, Angelo della Sapienza.
I tre chiusero gli occhi e alzarono il mento, rilasciarono un respiro e iniziarono a parlare nella loro lingua. Delle scintille d'oro sfiorarono le braccia e le mani delle creature, un'intensa luce dorata si sprigionò sulla loro pelle. I tribali bianchi coprirono le loro braccia e i loro volti. Le ali erano così lucenti che Rubellius indietreggiò per il timore d'essere colpito da quella magia. I Cavalieri e i feriti osservarono i loro Signori con meraviglia, perfino i cuccioli restarono pietrificati da quella purezza. Rubellius si morse le labbra e corse verso i cuccioli, agitò le mani e li chiamò nella sua lingua.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasíaRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...