Capitolo 25 - Il Grande Sterminio

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Il lungo viaggio continuò per due giorni, attraversando piccoli ruscelli e pianure. Clizia si era rimessa perfettamente dalla slogatura alla caviglia, l'impacco di Rubellius aveva curato e disinfiammato i muscoli e l'articolazione sottile della ragazza. Fulke non si fidava di lasciarla camminare troppo a lungo in quel luogo, così prese la decisione con Rubellius di metterla sulla groppa di Tenebris.

Quando i tre scesero da una piccola collina di quella foresta, Fulke notò l'ambientazione tetra e buia che si presentava davanti a loro. I tre camminarono finché non si immersero in un'ampia pianura, priva di alberi ma colma di massi e rocce. Il cielo stava diventando nero a causa della notte, Rubellius si guardò intorno notando i giganteschi massi bianchi. Il suo umore non era più sereno o tinto di quella strana ironia che dipingeva le sue labbra. Il suo volto era cupo come il suo silenzio, Fulke fissò i massi e riconobbe delle strane incisioni semicircolari.

Fulke – Dimmi la verità Rubellius, siamo vicini alle Tombe Dei Sospiri?

Rubellius strinse le redini del suo cavallo mentre mostrava la strada, annuì senza dir una parola. Fulke si spostò leggermente notando a qualche metro di distanza una gigantesca pietra, posata vicino ad un albero. Il tronco di quella magnifica quercia aveva delle incisioni. Rubellius deglutì e si voltò verso i suoi compagni, indicò l'albero e parlò a bassa voce.

Rubellius – Quello è il passaggio che ci porterà a Ebe. Teletrasporta la mia gente da secoli.

Il Demone Minore si spostò dai due e  abbassò lo sguardo verso terra. Clizia notò il suo cupo umore ma non capì il motivo. Fulke guardò un paio di alberi che potevano ripararli per la notte.

Fulke – Che ne dici se ci accampiamo per la notte? Domani partiremo con le prime luci dell'alba.

Gli occhi ametista del demone guardarono il suo compagno, la sua mano toccò i capelli rossi spostandoli di lato.

Rubellius – Fate quello che volete. Io... vado a prendere delle erbe e... devo fare una cosa.

Clizia lo fissò non capendo il suo strano atteggiamento, non lo aveva mai visto così abbattuto. Quando il demone rosso si allontanò dai due, Fulke prese della legna e iniziò a preparare un bel falò. La giovane voleva scendere per dargli una mano.

Clizia – Aspetta Fulke! Ti do una mano.

Fulke – Ah no. Non se ne parla. Ti farai del male, appena finisco questo lavoro ti metto su quel tronco abbattuto e stai lì tranquilla.

La giovane annuì osservando la gentilezza di Fulke, Clizia si guardò attorno cercando Rubellius.

Clizia – Perché Rubellius è così silenzioso?

L'uomo sistemò la legna e cercò di accendere il fuoco con delle pietre. La sua espressione era tinta di tristezza, fissò la ragazza e si avvicinò.

Fulke – Siamo vicino alle Tombe Dei Sospiri. È normale che sia giù di tono.

Clizia – Le Tombe Dei Sospiri?

Fulke annuì aiutandola a scendere da Tenebris, la giovane camminò piano senza sforzare troppo la caviglia. L'uomo prese dalla borsa dal cavallo le due trote che aveva pescato un'ora fa e le cucinò, per poi sedersi con tranquillità.

Fulke – Sì. Sono i resti dei demoni morti in questo pianeta. Anche mio padre è seppellito qui, da qualche parte. Rubellius mi raccontava spesso che quando passava di qui, se ne stava zitto per almeno una settimana. Non ama questo posto.

Clizia fissò l'uomo con curiosità, la sua bocca era semiaperta.

Clizia – Perché?

Fulke – Perché è avvenuto qui il...

Daemon Patronum [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora