Capitolo 10 - Passi nella Foresta

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La notte copriva l'intera Foresta Nera nel continente Callisto, gli animali al suo interno stavano dormendo. Solo i gufi e le civette che abitavano in quel luogo controllavano la zona.
Tenebris era distrutto come il suo padrone. Rubellius gli accarezzò il collo e fece scomparire quella strana magia, pronunciando delle parole che la Regina non conosceva. Clizia guardò il Demone Minore con preoccupazione, il suo volto era bagnato dal sudore mentre gli occhi viola ritornarono color ametista.

Clizia - Rubellius, stai bene?

Il demone deglutì e annuì emanando un pesante sospiro, si stropicciò gli occhi per la stanchezza.

Rubellius - Dammi un po' di tempo. Devo recuperare le mie energie.

Clizia - Va bene.

Gli occhi del demone erano irritati da quel contatto fisico e le sue mani staccarono l'abbraccio della giovane. Clizia restò qualche secondo imbarazzata da quel gesto, era da tempo che non abbracciava un uomo. 

Clizia - Oh sì, scusami.

Rubellius - Odio gli abbracci. Mi danno i nervi.

La voce del demone era tinta d'ira verso quel gesto innocuo.

Clizia - Ho notato.

Il demone scese dal suo destriero, prese le redini e camminò lentamente all'interno della foresta. Tenebris appoggiò il muso sulla spalla del suo padrone come se volesse sostenere la sua fatica.

Clizia - Come mai sei stanco?

Rubellius - Clizia, ti prego non iniziare con le tue stupide domande.

Clizia - Oh scusami! Siamo sopravvissuti ad una guerra, mi sei venuto a prendere per salvarmi la vita, abbiamo perso ogni cosa e...

Rubellius - No! Tu hai perso ogni cosa Clizia, io ho le mie ricchezze ben nascoste. L'unica che ha perso sei tu.

Clizia - Oh certo. Ma almeno io non sono distrutta e non parlo come una vecchia zitella piena d'odio!

Rubellius mugugnò per la rabbia mentre calciava un sassolino, si voltò e alzò la voce.

Rubellius - Sono stanco perché mi sono impossessato di Tenebris! La magia che ho usato è antica e difficile! Gli animali sono difficili da dominare! Ma tu che vuoi capire!? Tu sei solo...

Clizia - Una Regina timida, generosa e altruista. Lo so! Allora potevi lasciarmi lì, nessuno ti ha chiesto di salvarmi la vita.

Rubellius alzò il dito e sorrise con ironia mentre si avvicinava ad un albero.

Rubellius - Nessuno? A parte quell'Angelo. Tu sei la mia merce, ricordi?!

Clizia - Una merce che ha perso tutto. Una merce che è costretta a stare con un pervertito, pazzo e irritante Demone Minore! Potrei ridere per questa "bella fortuna"!

Il demone arricciò il naso e strinse i pugni, la guardò dritta, dritta negli occhi.

Rubellius - Io non sono irritante. Tu lo sei!

Il giovane legò Tenebris su un ramo e iniziò a prendere un po' di legna, Clizia lo guardò. I versi degli animali crearono paura e ansia nel suo animo, le sue spalle tremarono per quella maledetta sensazione. La rabbia che provava per Rubellius si attenuò a causa di quei versi.

Clizia - P-Pensi che c- ci troveranno?

Rubellius si inginocchiò mettendo le pietre e dei bastoncini che servivano per creare un piccolo falò. Il giovane si strofinò le mani per creare delle scintille violacee, le quali caddero sulla legna e crearono un meraviglioso fuoco.

Daemon Patronum [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora