La mattina del terzo giorno arrivò con il canto degli uccelli, Alita era arrivata in una piccola pianura coperta da alcune betulle e querce. La giovane si era appena seduta dopo un'estenuante battuta di caccia. La ragazza aveva percorso quasi cinque chilometri da sola ed era lontana dal suo villaggio.
Alita continuò il suo camminò finché non arrivò ad un piccolo ruscello, si avvicinò alla riva e prese dalla borsa di pelle la borraccia. Tolse il tappo di sughero e la riempì, bevve qualche sorso e sentì un rumore di zoccoli. Lentamente alzò lo sguardo e vide dall'altra parte del ruscello, a qualche metro di distanza, un giovane cervo. Alita lentamente si abbassò appoggiando la borraccia e la borsa sul terreno, prese il suo arco appoggiato sulla spalla e all'ultimo estrasse una freccia dalla faretra per incoccarla. La giovane mirò alla testa, ma il cervo alzò il muso e alla fine scappò via. Alita sospirò e si alzò, prendendo le sue cose. La giovane attraversò il piccolo ruscello e seguì la bestia, l'animale era distante e all'ultimo si fermò mangiando un po' d'erba. Alita si nascose dietro ad un cespuglio, sorrise con orgoglio e puntò la freccia contro la bestia.
Alita - Fermo - sussurrò.
Il cervo alzò di nuovo il suo muso e Alita scoccò la freccia, mancandolo. La bestia emise il suo rauco verso e corse via, allontanandosi dalla cacciatrice.
Alita si alzò e tentò di corrergli dietro, ma si fermò in mezzo a quella pianura, perdendo la sua preda. La fanciulla si sedette su una pietra e si toccò la fronte bagnata dal sudore, osservò i rami degli alberi. Chiuse gli occhi e cercò di alzarsi, ma qualcuno la chiamò.
"Alita... Alita... su vieni."
La giovane si alzò e fece qualche passo, avvicinandosi all'entrata di una grotta. Quella strana voce rimbombava nell'entrata della grotta, la giovane diede le spalle all'ingresso e si grattò il capo.
"Alita, vieni... torna da noi. Sì, da noi."
La giovane deglutì un po' di saliva e sentì dei sassolini scendere su quelle rocce, restò ferma finché il suo corpo non venne coperto da una gigantesca ombra. L'essere sembrava un enorme cane, grande come un orso e con il pelo lungo. La ragazza si voltò lentamente annusando una terribile puzza, Alita mise gli occhi su quell'essere e rimase stupita. Il muso della bestia era orrendo, i piccoli occhi verdi scrutavano la giovane, mentre le lunghe zanne affilate erano sporche di una strana bava verde. Sul dorso del cane c'era una creatura che viveva in simbiosi con esso, come se fosse un cavaliere incollato a quel corpo animalesco. L'essere era calvo e il suo corpo raggrinzito era coperto da alcune scaglie marroni, sul capo c'erano delle lunghe corna nere. L'essere non aveva la bocca ma tra le mani aveva una lancia. La giovane fece qualche passo all'indietro e sentì la bestia con il pelo nero ruggire.
Alita - Un Demone Minore delle belve... - sussurrò.
La ragazza strinse il suo arco e partì per una fuga immediata, la bestia ruggì e balzando da una pietra all'altra la inseguì. Alita attraversò il ruscello e continuò a correre, la bestia era molto veloce, la creatura raggrinzita indicò al cane di prenderla. L'animale tentò di morderla con i suoi denti affilati, ma Alita corse di lato ed evitò l'attaccò. La giovane saltò un tronco abbattuto e continuò la sua corsa, finché non trovò davanti a se un vicolo cieco fatto di rocce alte sei metri. La ragazza ansimò per la fatica, la bestia scivolò leggermente dietro di lei e lentamente si avvicinò. Il cane mostrò i denti affilati, Alita prese l'arco e incoccò una freccia, la mirò ad una zampa, quando scoccò la freccia colpì la zampa della bestia. L'essere con le corna nere indicò con la lancia di attaccare la sua preda, il cane deforme ruggì e cercò con tutte le sue forze di sbranarla viva. Alita chiuse gli occhi e s'inginocchiò tremando per la paura.
Ma in quel preciso momento un grido di rabbia riecheggiò vicino alla giovane e un poderoso corpo colpì il cane, facendolo rotolare di qualche metro. La bestia guaì per un paio di secondi ma poi si rialzò, mostrando i suoi denti, l'essere senza bocca strinse la lancia e incitò ad attaccare quella figura misteriosa. Il cane deforme corse contro il nemico e l'attaccò con le sue poderose zanne, la figura misteriosa era molto agile, saltò su qualche roccia e cercò di colpirlo. Alita aprì gli occhi e sentì ringhio dell'animale, prese il suo arco e si avvicinò a quello scontro. I due Demoni Minori stavano combattendo in mezzo agli alberi e ai cespugli, Alita deglutì un po' di saliva quando notò che il cane deforme stava attaccando il suo rivale con la pelle color vermiglio e le scaglie color avorio. L'essere che la stava difendendo aveva le corna ad ariete e i capelli gialli, il volto era dipinto con dei piccoli tribali verdi. Le braccia muscolose del demone erano ricoperte da alcune piccole corna. L'essere con i capelli gialli cercò di trafiggere il cane in un fianco, ma la bestia lo colpì con una zampa posteriore e lo fece rotolare di lato. Il demone giallo ansimò per l'ira, si fermò e si alzò immediatamente correndo contro la bestia. Le sue mani stringevano le due asce, il demone lanciò un'ascia, la quale roteò su se stessa e trafisse con violenza la spalla del demone con le corna nere. Il demone giallo saltò e andò contro al nemico, strinse l'altra ascia e decapitò la testa del suo avversario. Il sangue fuoriuscì come una fontana dal collo dell'essere, il cane deforme ruggì per il dolore, mentre la testa del suo padrone rotolò sull'erba. Il demone dai capelli gialli estrasse l'ascia dal cadavere e scese dalla schiena del cane deforme. Alita guardò la scena con incredulità, il demone dagli occhi gialli indietreggiò, facendo roteare le due asce. Il cane che era ancora vivo ruggì e colpì con la zampa il suo nemico, facendolo volare per qualche metro. Il demone giallo sbatté con violenza su un tronco di un albero. La giovane spalancò gli occhi e urlò dalla disperazione.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...