Il giorno dopo il demone dell'ombre se ne andò salutando con un sorriso fievole Rubellius e i suoi compagni. I tre viaggiatori scesero dalla collina dov'erano posti e camminarono sulla gigantesca pianura, avvicinandosi alla quercia.
Clizia teneva le redini di Tenebris mentre seguiva i due uomini davanti a loro, la pianura era rocciosa e con pochi alberi. Quando i tre arrivarono ai piedi della quercia, osservano sotto ai loro piedi un disegno fatto con dei piccoli sassi bianchi. Rubellius si voltò guardando i suoi compagni, poiché erano dietro di lui. Il cielo sopra alle loro teste era sereno e gli uccelli cantavano con tranquillità. Il demone indicò la roccia vicino alla quercia e il cerchio di sassi.Rubellius - Mettevi al centro del cerchio. Mi raccomando, non muovetevi per nessuna ragione. Va bene?
Clizia spostò Tenebris al centro del cerchio, mentre Fulke si mise accanto al muso del cavallo. Rubellius si avvicinò alla gigantesca pietra e posò le mani sulla superficie ruvida e fredda, chiuse gli occhi e pronunciò sottovoce delle strane parole. Le piccole luci che Rubellius e Clizia avevano visto la notte precedente, si espansero sulle radici della quercia sfiorando il tronco. Queste si librarono come delle piccole lucciole e toccarono il gigantesco masso, illuminando le piccole incisioni. Un fumo blu fuoriuscì da quelle incisioni e spostò i fili d'erba, avvicinandosi al cerchio di pietra. Rubellius staccò le mani e andò dai suoi compagni prendendo le redini di Tenebris. Clizia osservò con incredulità il fumo che stava circondando il cerchio.
Rubellius - Non muovetevi! Andrà tutto bene.
Clizia chiuse gli occhi e strinse le redini di Tenebris per la paura. Il fumo si espanse e coprì i loro corpi come una cupola, un vento pesante spostò i rami della quercia. Da quel fumo fuoriuscì un lampo di luce che salì verso il cielo, facendo scomparire i tre viandanti. Clizia, Rubellius e Fulke non c'erano più in quel cerchio di pietra. Il vento si placò e la gigantesca pietra che si era illuminata ritornò priva di ogni colore.
Dall'altra parte del mondo, precisamente nel continente Ebe, il portale che collegava i vari passaggi, rappresentato da un ulivo, si illuminò di una strana luce verde. Il fumo dello stesso colore scivolò dalle sue radici mettendosi in un piccolo campo d'erba. Quando scomparì fece comparire i tre viaggiatori.
Tenebris nitrì muovendo il muso, Rubellius batté una sola volta le mani e sorrise. I tre viaggiatori erano all'interno di un meraviglioso campo d'ulivi. Clizia era stupita da quel luogo, la terra sotto ai suoi piedi era sabbiosa e la luce del sole le scaldava il viso.
Rubellius - Siamo arrivati a Ebe!
Clizia - Questa è Ebe? Ma dai libri che ho letto, sembrava più... viva.
Fulke - Sicuri che siamo a Ebe? Non è che hai sbagliato incantesimo?
Rubellius mosse le mani per scacciare le domande dei suoi compagni.
Rubellius - State tranquilli. Siamo a Ebe. Ora dobbiamo solo raggiungere il Porto di Ebe, poi passeremo per la Zona dei Mercanti.
La fanciulla e Fulke si guardarono, erano dubbiosi dalle parole del loro compagno.
Clizia - Allora... indicaci la strada.
Rubellius annuì e prese dalle borse di Tenebris un mantello marrone, se lo mise con velocità. Poi senza indugiare oltre, iniziò a camminare in mezzo a quella immensa distesa di ulivi.
I tre camminarono per un'oretta, finché non arrivarono ad una zona costiera dove a qualche chilometro di distanza si potevano notare dell'imbarcazioni. I loro passi si inoltrarono nella baia di Ebe, Clizia rimase stupita, in vita sua non aveva mai visto e sentito il profumo del mare. Il calore dolce le dipinse il volto di gioia, Fulke al contrario rimase perplesso da quelle rocce piccole e bianche nascoste dai pini marittimi.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...