Capitolo 30 - Il colore dell'innocenza

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Il piccolo vicolo che avevano percorso all'interno del paesino medievale li portò in una piazzetta. Le case in pietra racchiudevo in quel luogo, alcune bancherelle di abiti e gioielli. Dalla parte opposta della piazzetta c'era una locanda, molti mercanti si erano seduti vicino all'ingresso.

Il giovane demone legò vicino ad una staccionata di legno Tenebris, mettendolo accanto agli altri cavalli. Rubellius osservò i tavoli fuori da quella taverna e ne indicò uno ben nascosto. Quando si avvicinarono e si sedettero notarono una stupenda tenda rossa che li riparava dal sole cocente.
L'amico di Rubellius era accanto a Clizia, mentre il demone era dalla parte opposta del tavolo.

Fulke – Ora che siamo qui al sicuro, come pensi di pagare le bevande? Non credo che i padroni della locanda usino ancora il baratto.

Il Demone Minore rise e senza che nessuno notasse le sue gesta, schioccò davanti a Clizia e Fulke le dita. Facendo comparire un sacchetto in pelle pieno zeppo di monete d'oro. Clizia sbatté le palpebre per lo stupore, Fulke posò la mano sotto il mento e sbuffò.

Fulke – Dovevo immaginarmelo.

Rubellius legò il sacchetto sulla cintura in pelle e schioccò la lingua, soddisfatto della sua Magia.

Clizia – Come le hai avute? Le hai rubate a qualcuno?

Il demone sbuffò e incrociò le mani posando i gomiti sul tavolo in legno.

Rubellius – No. Questi sono i soldi del mio lavoro. Non ho detto che prendo solo Magie e cibo da chi mi paga con le Essenze.

Clizia – Ma... al castello usavi sempre il denaro di mio padre, perché non usavi i tuoi soldi?

Rubellius mosse le dita e socchiuse gli occhi, Fulke incrociò le braccia e commentò la domanda di Clizia.

Fulke – Beh non lo sai? Rubellius è tirchio da far schifo. Quando veniva nel mio villaggio per commercializzare i beni di prima necessità, non dava mai un soldo in più. Anzi... si lamentava se la mia gente pretendeva qualche moneta da lui.

Clizia guardò male Rubellius e sospirò, si alzò dal suo posto e incrociò le braccia.

Clizia – Sei sempre il solito. Comunque tranquillo non ho intenzione di rubarti nessuna moneta d'oro.

La giovane indicò le bancarelle di vestiti poste al centro della piazzetta. Rubellius osservò le Dame che commentavano i pregiati tessuti.

Clizia – Voglio farmi una passeggiata vicino a quelle bancarelle.

Il demone guardò la distanza e mugugnò, anche se c'era poca gente non si fidava di lasciarla sola.

Rubellius – Non ti allontanare molto. Va bene?

Clizia sorrise e si voltò dando le spalle ai due uomini per avviarsi alle bancarelle.

Clizia – Certo, "madre" – rise.

Il Demone Minore la fissò e sospirò, Fulke notò i vari nobili e mercanti che erano entrati in quella piazzetta. Il flusso di gente aumentò ma per fortuna non c'era traccia dei Cacciatori Bianchi. Il mezzo-demone si guardò attorno notando i vari tavoli colmi di mercanti. Fulke tirò fuori dalla sua sacchetta in pelle, legata sui foderi delle sue asce, la cartina di sua padre.

Fulke – Dunque per arrivare dagli Angeli, dobbiamo attraversale la Zona dei Mercanti e dirigerci alle Pianure Gialle.

La mano grande di Fulke posò il foglio giallastro sul tavolo, Rubellius guardò le varie scritte su quella semplice mappa.

Rubellius – Ci vorrà un giorno intero per arrivare in quella zona. Non sembra così difficile.

Fulke – Se leggi ci sono scritte le indicazioni. – Posò un dito sulla costa di Ebe - Noi siamo a Nord, giusto? Bene. Quindi... dovremmo scendere a Sud e trovare se non sbaglio...

Daemon Patronum [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora