Capitolo 11 - Verso la Luce

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Il mattino arrivò con un fresco venticello che spostava delicatamente le foglie degli alberi, il sole era alto nel cielo e il cinguettio degli uccelli svegliò il giovane demone. Il fuoco si era spento da un po' di tempo, Rubellius si voltò verso le braci e socchiuse gli occhi, mentre si grattava il petto, si alzò con la schiena e sbadigliò.

Rubellius - È già mattina?

Tenebris lo fissò mangiucchiando un po' d'erba, il suo padrone si scricchiolò le dita. Il suo sguardo si posò dall'altra parte delle braci, il demone spalancò gli occhi e imprecò quando vide che non c'era più Clizia.

Rubellius - Quella stupida mocciosa! Dov'è andata?!

Il demone la chiamò per nome più volte, alzandosi e cercandola. La giovane era a pochi metri di distanza da lui, era seduta su un masso mentre aveva estratto dal suo corsetto il diario di sua madre. Era stato nascosto per tutto il viaggio, la fanciulla non aveva detto nulla al Demone Minore. La Regina socchiuse gli occhi e sfogliò le pagine, senza leggere il contenuto del diario. I suoi occhi si posarono su un piccolo stagno, mentre si sistemava con la mano destra il mantello che le aveva dato Rubellius. La ragazza amava il silenzio e la pace, ma la sua quiete venne distrutta dalla voce prorompente del demone. I suoi passi si avvicinarono verso il suo corpo infreddolito, Clizia si voltò mostrandogli un largo sorriso.

Clizia - Buongiorno Rubellius.

Rubellius strinse i pugni e pestò l'erba come se fosse un bambino.

Rubellius - Buongiorno un cavolo! Ti avevo detto di non allontanarti senza il mio permesso!

Clizia - Devo chiederti il permesso per fare la pipì?

Rubellius - Non è questo il punto, Clizia!

Clizia mugugnò e scese con un saltello da quel masso, camminò sull'erba umida e si avvicinò al demone.

Clizia - Quale sarebbe il punto?

Le sue mani strinsero il diario, Rubellius emise un verso per l'ira e agitò le mani verso l'alto.

Rubellius - Il punto è che potevi star male. Poteva saltare fuori un demone e sbranarti viva!

Clizia - Ma se l'unico demone che conosco si trova a un metro di distanza da me. Sei peggio di mia madre, lo sai?

Rubellius - Non paragonarmi a quella bisbetica di tua madre!

La giovane chiuse gli occhi e gli passò accanto andando verso Tenebris, Rubellius si voltò seguendola e notando il diario.

Rubellius - A proposito, cos'è quel diario? Ieri non l'avevi in mano.

Clizia accarezzò Tenebris e prese un po' d'erba per dargli da mangiare, il cavallo nitrì e mangiucchiò il generoso pasto.

Clizia - Oh beh... l'ho nascosto nel mio corsetto.

Rubellius - Ah. Ma insomma... tu...

Il demone la fissò il suo petto, il diario era veramente piccolo.

Clizia - Stai chiedendo ad una signora...

Rubellius - Signorina. Non sei sposata Clizia.

Clizia - Stai chiedendo - sbuffò - ad una signorina dove ha nascosto il diario di sua madre? E stai indicando con la mano il seno?

Gli occhi si socchiusero per l'indignazione, Rubellius chiuse gli occhi e rise mentre si grattava il capo.

Rubellius - Oh beh... chiamare "seno" quelle due noccioline è un'offesa.

Clizia - Sei un pervertito. Comunque... - chiuse gli occhi - l'ho nascosto per la sua fondamentale importanza. Mia madre mi raccomandò di leggerlo quando sarei fuggita con te. Sai... per colpa di una guerra.

Daemon Patronum [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora