PRIMA PARTE del Capitolo
Erano passati tre giorni dall'arrivo di Clizia e Rubellius nel Monastero dei Sacerdoti Benedetti. Il sole era alto e nella stanza del demone, la luce illuminava le pareti grigie di quel piccolo rifugio. Rubellius stava dormendo sul suo scomodo letto, il suo volto era bagnato dal sudore.
Il tono della sua voce era alto e i suoi respiri aumentarono notevolmente a causa di quel maledetto incubo. Le sue mani strinsero con angoscia le lenzuola color panna. Il suo volto si girò più e più volte nel vano tentativo di calmare quegli incubi, i capelli rossi erano fradici dal sudore e la sua bocca era completamente secca.Rubellius – No... aspetta... aspetta...
L'incubo era cupo e nefasto, il demone poteva notare la sua mano sporca di sangue e fango. Delle risate maschili lo circondarono, il suo stesso corpo era intrappolato. I suoi occhi osservarono una figura che correva per scappare da alcuni inseguitori. Lo sguardo di Rubellius fissò un uomo che maneggiava con cura una spada bianca, un sorriso inquietante dipinse il suo volto. Il demone cercò di liberarsi, ma fu tutto inutile. Il giovane udì un urlo di disperazione, un urlo d'angoscia, un urlo di donna.
Il demone si svegliò di soprassalto gettando per terra il cuscino e le lenzuola, ansimò per l'ansia. Le sue mani diventarono nere e i suoi artigli si mostrarono in tutta la loro lunghezza. Il giovane si guardò le mani, notando gli artigli, cercò di respirare a fondo nascondendo di nuovo la sua natura. I suoi occhi si chiusero mentre alzava il mento per concentrarsi sul suo potere, non voleva mostrare al mondo ciò che era. Voleva nascondere la sua Essenza finché non avrebbe concluso il suo Patto.
Il Demone Minore si spostò dal letto e si avvicinò ad un comodino, dove aveva appoggiato una tinozza d'acqua e un asciugamano. Si lavò il viso e se lo asciugò, poi si avvicinò alla sedia di legno, dove aveva posato i suoi vestiti. Il demone si svestì, mettendosi alla fine un paio di pantaloni bianchi e una camicia viola con le maniche larghe.
Il demone uscì dalla sua stanza e si avvicinò ad una delle vetrate dell'atrio dei Novizi. Osservò con curiosità la piazza del Monastero, notando qualcosa di strano.
Rubellius – Ma guarda un po'. Cosa fa il nostro fedele Fratello Filippo?
Il demone si toccò la barba, i suoi occhi socchiusi fissarono il Sacerdote Benedetto mentre consegnava una lettera a un Messaggero. L'uomo a cavallo annuì e partì, uscendo dal Monastero. Fratello Filippo camminò su e giù nella piazza, sembrava preoccupato.
Rubellius – Il sole è già alto, come mai non sei con tuoi fedeli Fratelli a pregare? Devo supporre che ci sono cose più urgenti.
Il giovane mugugnò strofinandosi le dita vicino al volto. Il Sacerdote Benedetto si avviò verso lo Scrittoio, ignorando le preghiere e i canti che provenivano dal Tempio.
Rubellius – Credo che non sarà nulla di buono. O meglio, nulla di buono per me.
Dopo alcuni minuti il demone si preparò per uscire poichè voleva tranquillizzare i suoi umori con una passeggiata.
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In un'altra zona del castello, la Regina era seduta su una panchina di marmo, mentre sfogliava con insistenza il diario di sua madre. Il giardino intorno a lei era meraviglioso, alcune Sacerdotesse Benedette innaffiarono e sistemarono alcune piante. Un leggero venticello sfiorò i capelli di Clizia. Una sua mano si posò sull'abito verde e l'altra sfogliò con delicatezza le pagine giallastre, il suo volto rispecchiava la sua serenità. I suoi occhi iniziarono a leggere le prime parole che sua madre scrisse in quelle pagine.
Anno 20.518, Secondo Mese, Giovedì.
Caro Diario
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...