diciannove

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«Amore, svegliati, dai che siamo arrivati.»

Apro lentamente gli occhi e vedo Jordan che cerca pazientemente di svegliarmi.

Mi stiracchio e sbadiglio, mi ero addormentata davvero profondamente.

«Buongiorno.» dice sorridendo.

«Buongiorno.» dico ricambiamo il sorriso. «Per quanto ho dormito?»

«Non tanto, venti minuti. Il tempo di arrivare in albergo, tra un minuto saremo li.»

«Grazie di avermi svegliata.» dico baciandolo.

Sorride per l'improvviso gesto e ricambia il bacio.

Il pullman si ferma e scendiamo, ci dividiamo per andare nei rispettivi dormitori e cambiarci per la cena. Dovrò affrontare Cristina.

Entro in camera e per fortuna lei non è ancora arrivata, prendo dei vestiti puliti dalla valigia ed entro in bagno per farmi una doccia.

Mi spoglio riuscendo a guardare finalmente il mio riflesso allo specchio senza problemi e mi rilasso sotto il getto dell'acqua calda, mi insapono bene. Un po' di shampoo mi entra negli occhi, dunque non riesco a vedere nulla per qualche minuto, sento la porta del bagno che si apre, una risata femminile e la porta che si richiude.

Cosa diavolo sta succedendo?

Cerco di versare più acqua possibile sugli occhi e di lavarmi velocemente per capire cosa sia successo.

Esco finalmente dalla doccia, avvolgo i capelli nell'asciugamano a turbante e indosso le mutandine ed il reggiseno. Lavo di nuovo la faccia nel lavandino per scacciare i resti del fastidioso shampoo dagli occhi. Indosso i jeans e la magliettina bianca che avevo preso prima dalla valigia ed esco dal bagno.

Vedo Cristina stesa sul letto con il telefono, sta ridendo.

«Sei entrata in bagno mentre ero sotto la doccia?» domando.

«Cosa te lo fa pensare?» dice guardandomi senza smettere di ridacchiare.

«Ho sentito la porta aprirsi e la tua risata.» dico nervosa.

«Pensavo non fossi in stanza così sono entrata in bagno per farmi la doccia.» dice prendendo le sue cose e chiudendosi in bagno.

Non mi convince.

Mi asciugo i capelli e mi stendo a letto. Chiudo gli occhi per rilassarmi un po', ma il telefono inizia a squillare, è Jordan.

«Cosa cazzo sta succedendo?» grida al telefono non appena rispondo.

A cosa si riferisce?

«Jordan? Che succede?» domando non capendo nulla.

«Questo dovresti dirmelo tu.»

È arrabbiato, si sente dal tono della voce.

«Non ho idea di cosa tu stia dicendo, Jo.» dico cercando di mantenere la calma.

«Vediamoci tra due minuti in cortile.» dice chiudendo la telefonata.

Perché non posso passare più di un ora senza che succedano casini? Cerco di pensare a cosa possa essere successo che lo abbia fatto innervosire in questo modo, ma davvero non capisco.

Infilo le scarpe e scendo al piano di sotto uscendo in cortile. Lo vedo seduto in lontananza sul prato.

Più mi avvicino più riesco a vedere i muscoli del suo viso contratti. Sembra davvero furioso.

Mi siedo al suo fianco e prima ancora che possa chiedere spiegazioni gira il suo telefono verso di me mostrandomi una foto.

Una foto di me nuda sotto la doccia.

Non ci posso credere, quella zoccola di Cristina. Fisso la foto ed inizio a piangere, a quante persone l'avrà mandata?

«Perché hai messo questa foto in rete?»

Cosa? Pensa che sia stata io a far girare questa foto, come può pensare che io possa fare una cosa del genere.

«Non sono stata io.» dico seria con le lacrime che mi scorrono sul viso.

Mi guarda serio sbarrando gli occhi, penso che anche lui abbia capito.

«Cristina.» diciamo contemporaneamente.

Quella stronza aveva detto che me l'avrebbe fatta pagare, ma non pensavo potesse abbassarsi a tanto. Non so come mi comporteró, se sia il caso di dirlo ai professori o di vedermela da sola. Solo una cosa è certa, la deve pagare cara.

I love you more than my MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora