ventotto

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«Che fine avevate fatto?» domanda Miriam quando ci vede arrivare facendo l'occhiolino.

La guardo male e le do un pizzicotto sul braccio.

«Comunque c'era un ragazzo che ti cercava.» continua la mia amica.

«Chi?»

«Se non sbaglio si chiama Ben, non ne sono sicura.» dice incerta massaggiandosi la nuca.

«Non conosco nessun Ben.» dico sorridendo per la pessima memoria di Miriam.

«No giusto, Bryan.» dice fiera di aver ricordato il nome.

Sbarro chi occhi e rimango con la bocca mezza aperta. Cosa vuole ancora Bryan da me?

«Quel Bryan?» domanda Jordan con il tono di voce che non promette nulla di buono, sembra arrabbiato.

Faccio cenno di si con la testa, non conosco nessun altro ragazzo con questo nome e lui tra l'altro si trova qui a Barcellona.

«Ha detto cosa voleva?» dico rivolgendomi di nuovo alla mia amica, dopo qualche secondo di trance.

«No, solo che voleva parlarti.» dice in tono preoccupato sicuramente per la nostra reazione. «Tutto bene?»

Annuisco e cerco di far vagare la mente altrove.

«Se lo vedo gli spacco la faccia.» dice Jordan in un grigno con il viso corrugato e la mascella stretta.

Da questa angolatura posso ammirare perfettamente i suoi muscoli facciali, è davvero bellissimo e non mi stupisco che sia anche così ricercato. So che non è questo il momento di viaggiare con la mente sulla bellezza del mio ragazzo, ma non posso farne a meno.

Jordan deve aver notato i miei occhi fissi su di lui perché rilassa il viso e accenna un sorriso mettendo in evidenza i denti perfetti.

Ha qualche difetto?

Ripenso a tutte le ragazze che ho visto piangere nel bagno della scuola a causa sua, a Cristina e al fatto che inizialmente anche io ero scettica su di lui e mi convinco che forse tanto perfetto non è.

«Stai bene, Gracel?» dice Jordan in tono calmo, sicuramente avrà notato il viaggetto mentale che ho appena fatto.

«Si si, tutto bene.» dico sorridendo e poggiando delicatamente le mie labbra sulle sue.

«Andiamo ragazzi!» grida la professoressa sventolando le braccia davanti al pullman per farsi notare.

La scena è davvero comica e fatico a trattenere le risate.

Seguiamo la professoressa nel pullman e finalmente io e Jordan ci sediamo vicini ai soliti posti.

Il telefono squilla e quando vedo il nome sullo schermo il mio corpo si paralizza, Bryan. Ma per quale motivo continua a tormentarmi.

Sento il corpo di Jordan irrigidirsi di fianco al mio e mi rendo conto di non aver ancora eliminato la foto di profilo contatto, sullo schermo ci siamo io e Bryan stretti l'uno all'altra mentre ci baciamo.

Sento una morsa allo stomaco, come può una persona che ha passato tanto tempo al mio fianco, per la quale ho dato tutto, avermi fatto così male?

Dopo il decimo squillo decido di rispondere, anche perché non sembra intenzionato ad arrendersi.

«Pronto?» dico portando il telefono vicino l'orecchio.

«Ciao, Gracel.»

Parlare con Bryan al telefono mi fa contorcere lo stomaco, passavamo ore al telefono nelle giornate in cui non era possibile vederci. Parlavamo di tutto, ridevamo e scherzavamo.

«Cosa vuoi?» dico in tono freddo.

«Vorrei parlarti.» dice il mio ex, nella sua voce sento una punta di agitazione.

«Non ne ho voglia e non avremmo comunque nulla da dirci.» dico continuando a mantenere il tono piatto e freddo, non voglio trasmettere alcuna emozione.

I muscoli di Jordan al mio fianco sono in tensione, è nervoso e non mi stupirei se morisse dalla voglia di prendere a pugni il mio ex. Gli poso una mano sulla gamba per farlo rilassare, ma non cambia nulla.

«Mi manchi, Gracel.» dice improvvisamente il ragazzo al telefono dopo qualche secondo di silenzio.

Spalanco gli occhi e Jordan nota la mia reazione. Lui non può sapere cosa Bryan mi ha appena detto e forse è meglio così.

«Ciao, Bryan.» dico chiudendo la chiamata prima che possa ribattere.

I love you more than my MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora