quarantotto

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Scendiamo con calma dal veicolo e ci dirigiamo verso la nostra stanza, dopo esserci lavate e cambiate scendiamo in sala da pranzo.

Non ho tanta fame sinceramente, ma se non fossimo scese penso che le mie amiche avrebbero mangiato me.

Ci sediamo al solito tavolo e mi si contorce lo stomaco vedendo la sedia al mio fianco, la sedia di Jo, vuota.

Peter mi sorride e alza una mano in segno di saluto da lontano, sono contenta che abbia rispettato la mia decisione di mantenere le distanze.

«Ragazze, mi volete bene?» domanda Miriam con un sorrisetto che non promette nulla di buono.

«Cosa ti serve?» domanda Serena alzando gli occhi al cielo.

«Questa sera c'è un'altra festa allo stesso pub dell'altro giorno.» dice sorridendo.

Una serata da cancellare quella.

«Miriam, no.» dico seria, non ho voglia di doverla riportare di nuovo ubriaca in camera.

Finirei per fare qualche puttanata anche io perché sono certa che mi butterei sull'alcool senza pensarci due volte.

«Per favore.» dice miriam facendo boccuccia. «Faccio la brava.»

«Promettilo.» dico incrociando le braccia al petto.

«Lo prometto.» dice sorridendo.

«Serena, tu cosa ne pensi?» domando alla mia amica.

«Per me va bene anche perché ti farà bene distrarti un po'.» dice sorridendo.

«Allora è deciso.» dico, ma nel momento stesso in cui dico queste parole me ne pento.

La situazione andrà a rotoli, ne sono sicura.

Vedo Cristina entrare seguita dalla sua amica, indossano entrambe un paio di pantaloncini e due canotte di colori diversi e ovviamente i tacchi.

Io non sono altissima, ma loro con dodoci centimetri di tacco non mi raggiungono.

Passano al mio fianco e Cristina urta volutamente la mia sedia con il sedere, quella ragazza deve avere davvero qualche problema.

«Mi sono davvero rotta il cazzo di lei.» dico alle mie amiche che annuiscono.

Vedo la ragazza andare in direzione di Peter e dirgli qualcosa che da qui non riesco a sentire, lui per un attimo punta i suoi occhi su di me ed un brivido percorre il mio corpo.

Distolgo subito lo sguardo abbassandolo.

Chantal si allontana dai due ed esce veloce in cortile, vedo le spalle muoversi e capisco che sta singhiozzando. Sta piangendo.

Non mi stupirei se Cristina ci stese provando con Peter avendo notato che io e lui abbiamo legato fregandosene dei sentimenti di quella che dovrebbe essere la sua migliore amica.

Senza pensarci troppo mi alzo di scatto e seguo Chantal, quella ragazza non è cattiva, è solo stata da sempre abituata a vivere nell'ombra di quella vipera.

Non mi stupirebbe se fosse stata Cristina stessa a convincerla di venirmi a parlare questa mattina.

La raggiungo, è seduta a terra con le gambe strette al petto, lei non mi può vedere arrivare perché sono dietro di lei.

«Tutto bene?» le domando.

La ragazza gira lo sguardo verso di me e riesco chiaramente a vedere gli occhi rossi ed il viso rigato dalle lacrime.

«Cosa ti interessa?» dice tra un singhiozzi e l'altro.

Mi siedo al suo fianco.

«Non so cosa ti abbia raccontato la tua amica su di me, ma non sono una cattiva persona e sto male nel vedere una ragazza soffrire.» dico con il tono della voce basso e rassicurante.

«Ti piace Peter?» domanda dopo qualche secondo di silenzio.

Ripenso al bacio, ai brividi del mio corpo per il suo tocco, ripenso al volto di Jordan che si è fatto spazio nella mia testa mentre baciavo il rosso e al fatto che lo abbia fatto andare via.

«No.» dico sicura della mia risposta. «Io sono fidanzata.»

«Sono contenta per te e sono contenta che Jordan abbia trovato una ragazza capace di renderlo felice.» dice sorridendo.

Non mi sarei aspettata una frase del genere dall'amica più cara della vipera.

I love you more than my MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora