venti

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«Non posso credere che abbia pensato anche solo per poco che sia stata tu.» dice con lo sguardo basso.

Non sono arrabbiata con lui, era legittimo pensare che fossi stata io e la cosa che mi interessa è aver chiarito la situazione. Dovrò chiarirla molto presto a tante altre persone.

«Voglio parlare con Cristina.» dico seria.

«Vengo con te.»

Entriamo nell'albergo e gli sguardi di tutti sono su di me, alcuni ragazzi mi indicano e altri parlano sotto voce con gli amici fissandomi. La situazione si sta facendo insostenibile.

Saliamo le scale e ci dirigiamo in camera, entriamo e troviamo Cristina stesa sul suo letto mentre si mette lo smalto alle unghie.

«Se non vuoi che chiami la professoressa ti conviene farlo uscire dalla stanza.» dice Cristina indicando il mio ragazzo.

«Chiamala, sarò ben contenta di raccontarle cosa hai fatto qualche minuto fa.» dico mettendola a tacere.

«Elimina immediatamente la foto.» dice Jordan con lo stesso sguardo arrabbiato che aveva rivolto a me in cortile.

«Nemmeno per idea, questa zoccoletta me la deve pagare. Questo è solo l'inizio.» dice con calma e con un sorriso beffardo in volto. «E comunque non posso eliminarla.»

Sto cercando con tutte le mie forze di stare calma, ma davvero non ci riesco. La voglia di saltarle addosso e staccarle ogni singolo capello è davvero tanta, ma io non sono fatta così. Non mi abbasso ai suoi livelli.

Cerco di calmarmi, sento le guance andare a fuoco.

«Non parlare alla mia ragazza in questo modo. Ti renderò la vita un inferno, stronza.» dice il mio ragazzo che sembra faccia più fatica di me a controllare la rabbia.

«Lasciala stare, non abbassarti ai suoi livelli.» dico squadrandola.

Prendo la mano di Jordan ed usciamo dalla stanza, sbatto la porta alle mie spalle.

«Troia.» dico tra me e me con labbra strette.

Non dirò niente ai professori per non rovinare ancora di più la gita, ma non ho più intenzione di dormire in camera con Cristina. Chiamo Serena.

Serena è una delle poche ragazze della mia classe con la quale ho un buon rapporto, le chiederò se per le restanti sei sere posso stare in camera sua, anche a costo di dormire per terra.

«Ciao tesoro.» dice rispondendo al telefono.

Serena è una bella ragazza, occhi azzurri e capelli castani molto corti, ama leggere e passare il suo tempo guardando serie tv.

«Tesoro, non so se sai quello che è successo.»

«Si, è stata Cristina, vero?» dice in tono serio.

«Si.» dico annuendo senza pensare che in questo momento non mi può vedere. «Posso chiederti un favore?»

«Certo, qualsiasi cosa.»

«Posso dormire in camera tua per queste sere che rimangono? Posso anche stare a terra.» dico.

Spero che non ci siano problemi e che possa stare da lei.

«Certo tesoro, mi procuro un materasso.» dice.

Grazie a Dio.

«Grazie mille, a dopo Serena.» dico sorridendo.

Chiudo la chiamata un po' più tranquilla di prima.

«Ci vediamo a amore, qualsiasi cosa chiamami.» dice Jordan dandomi un bacio e andando verso il dormitorio maschile.

Entro in camera, prendo le mie cose senza guardare la vipera stesa sul letto ed esco dalla stanza sbattendo nuovamente la porta.

Busso alla porta di Serena.

«Ciao, tesoro.» dice aprendo immediatamente.

«Ciao Serena, grazie ancora. Non avrei tollerato l'idea di condividere ancora la stanza con Cristina.» dico poggiando le mie cose nella sua stanza.

Saluto Miriam, la ragazza che divide la stanza con lei. Io e Miriam non ci conosciamo bene, a parte il saluto non ci siamo mai rivolte parola.

«Spero non ti dispiaccia che stia qui.» le dico sorridente.

Avrei dovuto avvisare anche lei.

«Stai tranquilla, va benissimo. Non ti avrei fatta stare ancora in stanza con quella pazza.» dice ricambiando il sorriso e tornando a piastrare i suoi lunghi capelli.

I love you more than my MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora