Dormire da sola nella mia camera è sembrato davvero strano.
Quando questa mattina non ho dovuto svegliare le mie amiche ho realizzato di essere tornata alla solita vita.
Ieri sera ho detto a mia madre che oggi non sarei andata a scuola e lei mi ha risposto che era scontato.
Ero l'unica scema che non lo dava per scontato.
Guardo l'orario sul telefono, sono le dieci, capisco perché di ritorno dalla gita si sta un giorno a casa.
Mi alzo dal letto e con i capelli arruffati vado a fare colazione.
Arrivata in cucina prendo una tazza di latte con del caffè ed i miei amati biscotti e dopo essermi seduta a tavola inizio a mangiare.
A pomeriggio devo vedermi con le ragazze vicino casa di Miriam, ho deciso di andare a piedi per poter passare un po' di tempo sola con i miei pensieri, secondo il gps ci vogliono solo venti minuti.
Sono sola a casa perché mia madre e mio padre sono a lavoro, mi hanno lasciato un biglietto con su scritto che non torneranno per pranzo.
Rieccomi solita vita.
Mi stendo sul divano e chiamo Serena.
«Buongiorno.» dice lei sbadigliando.
L'ho svegliata, sorrido ricordando ogni volta che in questa settimana ho dovuto farlo.
«Buongiorno dormigliona.» dico ridendo.
«Le vecchie abitudini faticano a morire.» dice lei ridendo ed io mi lascio contagiare dal suono della sua risata.
«Esatto, i miei sono a lavoro e non torneranno per pranzo. Ti va di andare a mangiare qualcosa per poi andare da Miriam?» domando.
«Ci sto, tra un'ora sono da te.» dice con tono più sveglio.
«A dopo, allora.»
«A dopo.»
Chiudo la chiamata e decido di andare a fare una doccia.
Non nego che spero di incontrare Jordan quando uscirò.
Entro nel bagno e dopo essermi spogliata ed aver regolato la temperatura dell'acqua entro nella doccia.
Il calore provoca un brivido lungo tutto il mio corpo, i vetri della doccia si appannano ed il vapore circonda il mio corpo nudo.
Resterei ore a farmi accarezzare dalle gocce di acqua che scivolano sul mio corpo.
Mi insapono abbondantemente e dopo essermi abbandonata nuovamente al getto di acqua prendo coraggio ed esco dalla doccia.
Una folata di aria fresca mi assale facendomi venire voglia di tornare nella doccia, indosso l'accappatoio e a piedi scalzi mi dirigo in camera mia.
Lascio diverse impronte bagnate sul parquet, se ci fosse mia madre in questo momento starebbe gridando contro di me.
Butto l'accappatoio sul letto e dopo aver indossato l'intimo metto un paio di jeans aderenti ed una maglietta bordeaux con alcuni intrecci sulla scollatura.
Torno in bagno per asciugare i capelli e dopo aver dato loro una forma abbastanza decente disegno una riga sottile con l'eyeliner ed applico molto mascara.
Trucco semplice, ma bello.
Torno in cucina per aspettare l'arrivo di Serena, bevo un bicchiere di acqua fresca e sento il telefono squillare.
È un numero che non conosco.
«Pronto?»
«Ciao Gracel, ti ricordi di me.» dice la voce maschile dall'altra parte del telefono.
La voce è familiare, ma non riesco a capire chi sia.
«Non sono brava a riconoscere le persone per telefono.» dico.
«Sono Erik.» dice il ragazzo.
Erik, il ragazzo tatuato che ho conosciuto fuori dal pub a Barcellona.
«Ciao! Tutto bene?» domando felice di sentirlo, è un ragazzo con cui mi fa piacere parlare.
«Tutto bene, sono tornato a Miami.» dice e sento una risata maschile di sottofondo.
Non mi stupirei se fosse lo stesso ragazzo che lo ha preso in giro quel giorno.
«Davvero? Anche io sono qui da ieri sera.» dico sorridendo.
«Ti va di prendere quel caffè insieme?»
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I love you more than my Marlboro
Teen FictionGracel è una ragazza semplice che ama passare inosservata e non vuole guai, debole emotivamente a causa di una storia finita male. Jordan è il ragazzo più carino della scuola che da qualche settimana si sta dimostrando interessato a lei, ma ogni suo...