quarantacinque

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«Perché fumi?» mi domanda.

Questo discorso lo abbiamo affrontato io e Jordan la prima sera sotto il grande albero e riparlarne mi riporterebbe con la mente a quel momento e starei male.

«Vizio.» rispondo sperando non faccia altre domande.

«Fa male.» dice incrociando le braccia al petto.

Giuro che se inizia a farmi la morale me ne vado.

«Lo so.» rispondo evasiva e continuando a camminare.

Per fortuna decide di non continuare il discorso. Entriamo in una grande gelateria non troppo lontana dal museo, i muri sono colorati con diversi colori pastello, ci sono grandi quadri di paesaggi spagnoli e la ragazza dietro il bancone è sorridente e solare.

Questo posto è magico.

«Buongiorno.» dico.

«No entiendo.» dice la ragazza non capendo la mia lingua.

«Buenos días.» dico sorridendo.

In un attimo mi torna in mente il bar in cui sono andata con Jo a bere il caffè, ho dovuto parlare in spagnolo e lui mi ha fatto i complimenti oltre ad aver voluto offrire per forza lui.

Cerco di riprendermi per non far notare la nostalgia, ma non sembra funzionare.

«Tutto bene?» domanda Peter.

Annuisco, voglio solo tornare all'albergo quanto prima e forse la darò vinta a Chantal. Nel mio cuore c'è posto per un solo ragazzo ed è il mio.

«Dos helados de chocolate, por favor.» dico sorridendo alla ragazza che stava aspettando istruzioni.

«Va bien.» dice sorridendo e iniziando a preparare i nostri gelati al cioccolato.

«Conosci bene lo spagnolo, come mai?» domanda il rosso.

Altro flashback.

Sento il bisogno di scappare via.

«L'ho studiato alle medie.» dico sorridendo sperando che non aggiunga altro.

Sorride ed in quel momento la commessa ci consegna i nostri gelati. Ognuno paga il suo, per fortuna. Usciamo dal grande negozio con il dolce in mano.

Camminiamo per un po' in silenzio intenti a deliziare le nostre papille gustative.

«Ti sei fatta i baffi di cioccolato.» dice Peter ridendo.

«Cosa?» dico cercando di pulirmi con il dorso della mano.

«Aspetta, faccio io.» dice sorridendo e avvicinandosi a me.

Rimaniamo entrambi immobili per qualche secondo, i suoi occhi azzurri mi fissano ed io non riesco a muovere un muscolo.

Distoglie lo sguardo dal mio e fissa le mie labbra, avvicina il suo dito sfiorandole delicatamente per pulirle dal cioccolato.

Non posso far a meno che notare le sue, carnose e ben definite.

Continua a sfiorarle con il dito anche se sono certa che a questo punto dovrei essere pulita, poggia la sua fronte sulla mia e le punte dei nostri nasi si sfiorano.

Sento il suo profumo, il suo respiro sul suo viso, i suoi occhi sulle mie labbra.

Mi guarda nuovamente negli occhi per qualche secondo, le lentiggini sul suo viso sono il tocco finale dell'artista.

Gli sorrido ed in quel momento mi bacia.

Rimango immobile come una statua per qualche secondo, non sapendo come comportarmi.

Quando prova a far diventare il bacio più intenso mi allontano da lui poggiando le mani sul suo petto.

«Sono fidanzata con uno dei tuoi migliori amici.» dico quasi in un sussurro, come se stessi cercando una scusa, un motivo per non cedere a lui.

«Scusami, Gracel. Hai sorriso e sono andato fuori di testa.» dice arrossendo in viso. «Sei una bella ragazza e soprattutto sei molto simile a me caratterialmente. Non mi interessano le ragazze come Cristina o Chantal.» dice fissando le sue scarpe.

Ripenso a Chantal e a tutti i casini che potranno succedere se qualcuno venisse a sapere di questo bacio.

«Sarà il nostro segreto, okay?» domando fissandolo sperando che alzi lo sguardo.

Finalmente trova il coraggio di guardarmi e non riesco a resistere a quei magnifici occhi.

Fanculo Chantal.

Mi avvicino e lo bacio.

I love you more than my MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora