I love you more than my Marlboro

quindici

Dopo qualche minuto siamo costretti a tornare nell'atrio per l'appello, oggi visiteremo Barcellona. Abbiamo l'appuntamento con una guida turistica per visitare la città fino ad ora di pranzo quando avremo un paio di ore libere. Alle 15 dovremo rincontrarci tutti davanti l'Hard Rock Cafè, approfitteró di queste ore di libertà per comprare qualche ricordo e qualche pensierino per i miei.

Gli occhi di tutti sono puntati su me e Jo, alcune ragazze mi lanciano occhiatacce, alcuni ragazzi continuano a guardarmi dalla testa ai piedi ridendo come se fossi la cosa più buffa che esista.

«Non ci pensare.» dice Jordan notando il fatto che ho cambiato espressione in viso, mi sento in soggezione.

«Non capisco perché le persone non riescano a farsi i fatti loro.» dico sbuffando in tono infastidito.

«Perché le loro vite sono troppo noiose.» dice Jo ridendo e facendomi l'occhiolino.

Ma quanto può essere perfetto?

«Bene ragazzi, adesso che siamo tutti possiamo uscire dall'albergo, fuori di qui salite ordinatamente sul pullman.» dice la professoressa dopo aver terminato di fare l'appello.

Lentamente usciamo dall'albergo, molti di questi ragazzi vorrebbero solamente restare in stanza a dormire dopo aver passato la notte svegli, hanno gli occhi rossi e continuano a sbadigliare. Io non vedo l'ora di visitare Barcellona, amo la Spagna.

Saliamo sul pullman e io e Jordan ci sediamo agli stessi posti dell'ultima volta.

«Quante cose sono cambiate da quando eravamo seduti a questi posti, no?» dice sorridendo.

«E pensandoci siamo scesi da qui meno di ventiquattro ore fa.» dico ridendo e lasciandoli un leggero bacio.

È assurdo, mi sembra passata un eternità, ma è passata solo mezza giornata. Sono successe davvero tante cose in queste ore e mi sento scombussolata. Mi chiedo se abbia agito in modo corretto e se non sia stata troppo frettolosa, insomma sono partita ieri con l'intenzione di non farmi plagiare da lui ed oggi ci cammino per mano.

Fanculo tutto, il moralismo e quello che la gente può pensare. Sono finalmente felice e sto bene, Jordan mi piace ed io piaccio a lui, non mi interessa altro.

Il pullman parte ed io poggio la testa sul suo petto, lui mi circonda con il braccio stringendomi forte a se. Mi sento al sicuro.

°

«Siamo arrivati, scendete ordinatamente e seguitemi.» grida la professoressa chiaramente infastidita dal vociare menefreghista dei ragazzi.

Non mi sono resa conto che fossimo arrivati, tra la musica e i baci il tempo è volato.

Scendiamo dal pullman e ci troviamo nel centro di Barcellona, è magnifica.

Siamo in piazza Cataluña, percorriamo seguendo la professoressa la Rambla, ovvero il viale principale di Barcellona lungo quasi un chilometro che collega la piazza al porto antico.

Ci fermiamo all'ingresso della Boqueria, ovvero il mercato più famoso di Spagna, purtroppo non possiamo visitarlo per la troppa gente.

«Mi piace tantissimo Barcellona.» dico al ragazzo che mi stringe la mano.

«Anche a me, l'avevo già visitata in passato ma mi ricordavo poco. Davvero una bella città.» dice sorridendo.

Continuiamo a camminare per quasi un ora prima di arrivare davanti alla Sagrada Familia, una grandissima basilica dove ad attenderci c'è la guida.

Dopo averci spiegato la storia della chiesa e del movimento artistico che la caratterizza, siamo finalmente liberi per due ore.

«Amore, ti va di andare a comprare qualche souvenir?» chiedo a Jordan con gli occhi dolci.

Mi guarda come se dovesse prendere una decisione che gli potrebbe cambiare la vita.

«Va bene, ma velocemente. Non voglio sprecare tutto il tempo a guardare cartoline e calamite.» dice serio.

«Certo.» dico sorridendo felice della sua risposta e cacciando dalla tasca il pacco di sigarette.

Gliene passo una senza aspettare che me la chieda e ne infilo una tra le labbra, accendo la mia e senza passargli l'accendino accendo anche la sua.

«Grazie amore.» dice tirando fuori il fumo.

Potrei sciogliermi.