Ci dirigiamo in silenzio verso l'albergo, arrivata al cancello vedo Peter.
Mi saluta timidamente da lontano alzando una mano e io ricambio. Mi dispiace davvero di averlo illuso, è un bravo ragazzo, magari un giorno potremo essere semplici amici.
Saliamo le scale ed entriamo in camera, ci mettiamo i pigiama e dopo cinque minuti siamo tutte e tre nel mondo dei sogni.
°
La luce del sole entra dalla finestra facendomi aprire gli occhi, a quanto pare in questa stanza sono quella con il sonno più leggero visto che le mie amiche continuano a dormire indisturbate.
Sento caldo e voglio legare i capelli, ma l'elastico non si trova al suo posto intorno al mio polso, inizio a cercare tra le coperte e a terra, apro il cassetto e la mia mano urta qualcosa che avevo dimenticato di avere, il telefono di Jordan.
Lo afferro e fisso lo schermo nero, immaginando quante volte le mani di Jordan lo abbiamo sfiorato.
Mi mancano le sue mani sul mio viso, le sue carezze e le sue dita intrecciate alle mie.
Sono stanca di stare male, di soffrire, voglio una risposta e non sono riesco ad aspettare di tornare a Miami.
Arriveremo domani sera, ma comunque lo rivedrei a scuola tra due giorni ed è troppo tempo. Ho bisogno di risposte e ne ho bisogno adesso.
Prendo il telefono ed entro in bagno chiudendo la porta a chiave, so che quello che sto per fare è sbagliato e per questo non voglio che le mie amiche lo sappiano.
Accendo il telefono, dopo pochi secondi lo schermo si illumina chiedendomi di inserire la sequenza di sblocco.
Qualche giorno fa, senza farlo di proposito, ho visto mentre la inseriva e la ricordo bene.
Muovo il dito sullo schermo e questo si sblocca. Come sfondo ha una foto di un bambino, credo debba essere lui da piccolo perché ha gli stessi occhi. Un brivido mi percorre il corpo vedendo quel colore.
Apro il registro chiamate e ne noto diverse da parte di un numero salvato "piccola mia", tutte nella notte dopo la festa, la notte dopo cui è andato via.
Mi tremano le gambe e lo stomaco si sta contorcendo, ma non voglio arrivare a conclusioni azzardate.
Apro i messaggi e l'ultima conversazione è proprio con quel contatto, apro la chat e leggo gli ultimi messaggi.
Piccola mia: domani mattina passo a prenderti?
Jordan: si piccola, l'unica persona che può farmi stare meglio in questo momento sei tu.
Piccola mia: sono a Barcellona, affitto una macchina e ti vengo a prendere, ho già comprato i biglietti per il ritorno a Miami amore.
Jordan: grazie amore, a domani.
Chiudo la chat e blocco il telefono, le lacrime iniziano a rigare il mio volto.
Avrei preferito non leggere nessun messaggio e godermi quest ultimo giorno di gita.
Non posso nemmeno far vedere di stare male perché le mie amiche non devono sapere che ho curiosato nel telefono di Jordan, me ne vergognerei troppo.
Mi siedo a terra con le spalle al muro esattamente come il primo giorno dopo averlo visto con Cristina.
Esattamente come quel giorno mi sento usata, inutile. Si è preso gioco di me per tutto questo tempo.
L'unico ragazzo che era riuscito a rimettere insieme i frammenti del mio cuore adesso lo ha ridotto in frammenti ancora più piccoli, quasi in polvere e adesso sarà ancora più difficile ricomporlo.
Come ha potuto fare questo schifoso doppio gioco? Pensavo ci tenesse realmente a me, vedevo la sua rabbia quando Bryan mi parlava, era protettivo e cercava di farmi stare sempre bene, di difendermi dai dolori della vita.
E adesso l'unico da cui ho bisogno di essere difesa è lui.
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I love you more than my Marlboro
Подростковая литератураGracel è una ragazza semplice che ama passare inosservata e non vuole guai, debole emotivamente a causa di una storia finita male. Jordan è il ragazzo più carino della scuola che da qualche settimana si sta dimostrando interessato a lei, ma ogni suo...