Ci siamo abbuffate più del solito, mi mancherà poter mangiare tutte queste cose buonissime.
«Questa sera andiamo in giro per Barcellona, non voglio scuse.» dice Miriam.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
«E come ci arriviamo in centro?» domando scettica.
«Ci sono le navette organizzate dalla scuola per permetterci di divertirci questo ultimo giorno.» dice Serena.
Si sono alleate contro di me, parlo con una e risponde l'altra, è come se preparassero prima i discorsi per impedirmi di ribattere.
Da un certo punto di vista le apprezzo per questo perché vogliono farmi distrarre, dall'altro punto di vista vorrei solamente restare sola a torturare me stessa con i miei mille pensieri.
«A che ora?» domando rendendomi conto che con le buone o con le cattive non avrò altra scelta.
«Alle otto e mezzo di questa sera.» dice Miriam lasciandosi sfuggire un piccolo gridolino di soddisfazione.
Serena alza le mani al cielo in segno di vittoria.
Sbuffo ed inizio a mangiare la torta al cioccolato che in questa settimana mi è stata sempre di aiuto.
«Non voglio andare a feste.» dico improvvisamente. «Se queste sono le vostre idee non vengo.»
Sono seria, non sono in vena di festeggiare e di affrontare eventualmente Bryan.
Loro annuiscono.
«Andremo in giro per Barcellona, prenderemo qualcosa da bere in qualche bar e torneremo in albergo.» dice Miriam.
«Allora, va bene.» dico sorridendo e sperando che sia tutto tranquillo.
«Usciamo in cortile?» domanda Miriam dopo aver finito di mangiare.
Io e Serena annuiamo e usciamo tutte insieme dalla porta dalla quale poco prima siamo entrate.
Prendo il pacchetto di sigarette quando Miriam me ne passa una delle sue.
«L'ultimo giorno offro io.» dice lei sorridendo.
«E se volessi offrire io.» dico sorridendo.
«Non me ne importa un cazzo.» dice ridendo.
Come si fa a dire di no a questa ragazza?
Accetto la sigaretta e la accendo passando l'accendino anche alla mia amica che ha lasciato il suo in camera.
«Mi ha fatto piacere passare questa settimana con voi.» dico sorridendo.
Sono davvero felice di aver conosciuto meglio Miriam e di aver stretto il rapporto con Serena, non so come avrei fatto senza di loro e senza il loro carisma.
Sono opposte tra di loro e per questo riescono a bilanciare il mio modo di essere.
«In fondo Cristina ci ha fatto un grande favore.» dice Miriam ridendo.
Improvvisamente la abbraccio e lei ricambia stringendomi.
«Dopo la delusione con Jordan ti sei data alle femmine?» domanda una voce irritante alle mie spalle, Cristina.
Io e Miriam come se ci fossimo lette nel pensiero alziamo il dito medio senza sciogliere l'abbraccio.
«Puttane.» sento sussurrare alla vipera mentre a passi veloci va via.
Scoppiamo a ridere e aggiungiamo Serena all'abbraccio.
«Non ad una sola femmina.» grido in modo che Cristina mi senta.
Le mie amiche mi guardano sbarrando gli occhi e subito dopo iniziano a ridere e io le seguo.
Ridiamo a lungo, fin quando non ci fa male la pancia, non ridiamo solo per Cristina, non ridiamo per nulla di preciso. Ridiamo perché ne avevamo tremendamente bisogno, ridiamo perché avevamo bisogno di un po' di zucchero in queste giornate amare.
Arrivo fino al punto di avere le lacrime agli occhi prima di riuscire a ricompormi.
La sigaretta si è spenta e la riaccendo passando l'accendino a Miriam per lo stesso motivo.
«Torniamo in camera?» domando finita la sigaretta.
«Si.» dice Miriam buttando via la cicca della sua.
Serena annuisce.
Ci alziamo e andiamo verso la porta di ingresso dell'albergo.
Prima di entrare ci guardiamo e gridiamo tutte e tre insieme a squarciagola: «La miglior puttana sei tu, Cristina.»
Lei sposta il suo sguardo verso di noi e non risponde, tutti gli occhi sono puntati su di lei e molti ragazzi ridono.
Adoro le mie amiche.
STAI LEGGENDO
I love you more than my Marlboro
Teen FictionGracel è una ragazza semplice che ama passare inosservata e non vuole guai, debole emotivamente a causa di una storia finita male. Jordan è il ragazzo più carino della scuola che da qualche settimana si sta dimostrando interessato a lei, ma ogni suo...