settantuno

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«Hai pienamente ragione.» dice Chantal stringendo a sua volta la mano della mia amica e sorridendo.

«Sei più bella quando sorridi.» dico.

«Gracel ha ragione, dovresti sorridere più spesso e vedrai che dopo esserti allontanata da quella ragazza la tua vita sarà piena di felicità.» dice Serena.

Lei la guarda e sorride, un sorriso spontaneo, pieno di gratitudine.

«Ragazze tra qualche minuto saremo a casa.» dico vedendo dal finestrino una strada molto familiare della mia Miami.

«Nel mio caldo lettino.» dice Miriam con occhi sognanti come se stesse parlando di un diamante prezioso.

«Pensi solo a dormire.» dico ridendo e dandole un pugnetto sul braccio.

«Senti chi parla.» dice lei ridendo e ricambiando il gesto.

L'autista si ferma e tutti gli studenti applaudono.

I ragazzi come al solito scendono dal veicolo in disordine.

Io e le mie amiche aspettiamo che tutti siano fuori da pullman per scendere tranquillamente ed evitare di essere travolte.

Sono davanti alla mia scuola, per un attimo mi sembra di vedere Jordan correre verso di me, ma quest immagine si sgretola davanti ai miei occhi.

È solo il mio cervello che si diverte a torturarmi.

Vedo mia madre ed istintivamente le corro incontro abbracciandola, mi era mancata tantissimo.

Lei è il mio punto di forza e senza di lei stava andando tutto allo scatafascio.

«Tutto bene, amore?» domanda mia madre tenendomi stretta tra le sue braccia.

«Si, mamma. È stata una settimana stupenda.» dico ripercorrendo con la mia mente tutti i bei momenti passati a Barcellona.

«Sono contenta, ma giuro che non te ne andrai mai più per tanto tempo da casa.» dice mia madre stringendo ancora di più il mio corpo.

«Ti sono mancata?» dico sorridendo.

«Si amore, la casa è così vuota senza di te.» dice lei dandomi un bacio sulla guancia e sciogliendo l'abbraccio.

«Andiamo, sono sicura che papà aspetti di poterti salutare.» dice sorridendo.

Papà sicuramente sarà a letto, lui la mattina si alza presto per lavorare dunque la sera ha bisogno di dormire.

«Va bene, solo un attimo.» dico sorridendo a mia madre ed avvicinandomi alle mie amiche.

«Ci vediamo domani.» dico salutandole con un bacio a testa.

«Certo.» dice Miriam sorridendo.

Torno da mia madre e salgo sulla macchina che una settimana fa mi ha portato fin qui per partire.

Il tempo è strano, mi sembra che sia successo anni fa, ma contemporaneamente ieri.

«È bella Barcellona?» domanda mia madre ansiosa di sapere tutto ciò che ho visto e fatto.

«È una città magica, abbiamo visitato diversi musei e fatto un giro della città.» dico raccontandole ciò che abbiamo visto nei vari musei.

«Vorrei andare prima o poi.» dice mia madre sorridendo.

«Se vuoi ti dico il nome del mio albergo. È meraviglioso.»

Continuo a parlare per tutto il tragitto della gita, trascurando ovviamente diversi dettagli.

Arrivo davanti casa e mia madre ferma la macchina, dopo essere scesa dal veicolo mi dirigo verso la porta di ingresso.

Quando mia madre gira le chiavi nella serratura aprendo la porta sento il profumo familiare invadere le mie narici.

Ogni casa ha il suo profumo, ma vivendoci non riusciamo ad avvertirlo, ce ne rendiamo conto solo quando torniamo dopo un periodo di assenza.

Poggio la valigia sul letto e corro a salutare mio padre.

«Ciao papà.» dico sorridendo e dando un bacio al mio vecchio.

«Ciao, Gracel.» dice sorridendo.

Racconto anche a lui ciò che ho fatto in gita evitando alcuni particolari.

«Buonanotte, piccola.» dice mio padre.

«Buonanotte, papà.»

Do un bacio a mio padre ed esco dalla stanza accostando la porta.

Scendo in cucina dove mia madre mi ha preparato un panino da mangiare per cena.

«Grazie mamma.» dico addentando il buon pane caldo.

I love you more than my MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora