settantotto

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Per il tragitto non parliamo molto, lo osservo mentre è impegnato a guidare.

Con gli occhi fissa la strada e posso perdermi nei suoi lineamenti senza essere sorpresa ad osservarlo.

Allontana una mano dal volante posandola sulla mia coscia, esattamente come si vede nei film.

Il mio corpo si paralizza e la zona sotto la sua mano diventa bollente.

Vorrei solo non arrivare mai alla spiaggia, vorrei non dovergli dire ciò che ho fatto.

Vorrei che questo momento durasse in eterno per non arrivare nel momento in cui tutto ciò finirà, ovvero dopo che saprà si Peter.

Sono sicura che mi lascerà e farà bene.

Ho fatto una grande stronzata ed è giusto che ne paghi le conseguenze.

Poso una mano sulla sua e lui la stringe per qualche secondo prima di riportarla sul volante.

Mi dispiace Jordan, saremmo stati davvero bene insieme.

«Arrivati.» dice mentre parcheggia la macchina vicino la spiaggia.

«È sempre magnifico venire qui.» dico sorridendo.

«Hai proprio ragione, andiamo.» dice scendendo dalla macchina.

Io faccio lo stesso e ben presto ci ritroviamo con i piedi nella sabbia.

Decido di togliermi le scarpe per comodità.

Mi guarda sbarrando gli occhi, ma successivamente sorride e fa anche lui lo stesso.

Per quanto cerchi di mostrarsi sorridente e felice capisco chiaramente che qualcosa lo turba ed è proprio ciò di cui dobbiamo parlare stasera.

Ma ho rimandato per tanti giorni, posso aspettare qualche minuto.

Prendo un po' di sabbia e gliela lancio sopra.

«No Gracel, questo non dovevi farlo.» dice facendo scivolare della sabbia nei miei capelli.

Lo guardo sbarrando gli occhi.

«Vuoi la guerra? E guerra sia!» dico ridendo ed iniziando a lanciare sopra di lui tutta la sabbia che riesco ad afferrare.

Si avvicina pericolosamente con un sorriso malizioso, è molto più alto di me e quando dista pochi centimetri da mio corpo mi sento piccola ed indifesa.

Questa sensazione, come a Barcellona, non mi dispiace per niente.

«Hai dichiarato guerra alla persona sbagliata.» dice spingendomi.

Prima di cadere mi aggrappo alla sua giacca trascinando anche lui con me.

Iniziamo a ridere continuando a lanciarci piccoli mucchi di sabbia.

Vorrei davvero che tutto questo non finisse, mi sembra di vivere in un sogno e l'idea di aver rovinato tutto ciò mi distrugge.

Con lui sarei potuta essere finalmente felice.

Smette di ridere e mi guarda.

Siamo stesi uno di fianco all'altro, non mi interessa di essere completamente sporca e con i capelli arruffati.

Non mi interessa nulla, ho lui con me ed è ciò che mi basta.

I suoi occhi verdi continuano a scrutare i miei per poi abbassarsi ed osservare ogni parte del mio corpo.

Si morde il labro e la voglia di baciarlo fino a non avere più fiato si fa spazio dentro di me.

Si avvicina a me stendendosi sul mio corpo tenendosi leggermente sollevato con i gomiti.

In questo momento mi sento minuscola, sento il calore del suo corpo a contatto con il mio e mi sento protetta.

Insieme a lui non può succedermi nulla di male.

Posa le sue labbra sulle mie e mi bacia, il bacio prima leggero e casto diventa via via sempre più passionale.

Abbiamo bisogno l'uno dell'altro.

Le nostre lingue si sfiorano ed io cerco di fotografare ogni momento che passo insieme a lui per non dimenticare nulla.

Voglio che resti tutto inciso nella mia mente.

Comunque questa situazione vada porterò questo ragazzo sempre nel mio cuore perché è colui che è riuscito a farlo ricominciare a battere.

Inverto la situazione stendendomi su di lui continuando a baciarlo.

«Così mi farai impazzire, Gracel.» dice interrompendo il bacio.

«Shh.» sussurro esattamente come fece lui il primo giorno di gita.

I love you more than my MarlboroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora