Capitolo 366: Amor gignit amorem

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L'odore delle bacche d'alloro che erano state tritate e miscelate per ottenere la crema che la Contessa stava spalmando sui fianchi di Giovanni riempiva la camera in modo tanto prepotente da coprire perfino il profumo persistente della notte estiva che entrava dalla finestra.

"Scommetto – disse a un certo punto il Medici, mentre la moglie continuava a massaggiarlo – che se Ricciardo da Chinzica avesse avuto sottomano il tuo ricettario, non avrebbe imposto alla moglie così tante feste comandate..."

Caterina sorrise a quella citazione del Decamerone, ma era distratta, tanto da non trovare nemmeno una battuta di spirito con cui ribattere.

Il fiorentino, per quanto tentato di lasciar stare il can che dorme e godersi il resto della serata senza pensieri, si fece serio e le fermo una mano, guardandola: "Che c'è?"

La Tigre smise di passare il suo unguento sul corpo magro del marito e sospirò: "Stavo ripensando a Bernardino. Non ti ho ancora ringraziato per averlo consolato al posto mio. E non ti ho nemmeno chiesto che aveva da piangere a quel modo..."

Giovanni strinse le labbra e sollevò un po' le spalle: "Ha sentito Bianca e Ottaviano parlare di suo padre e credo che abbiano detto cose che non voleva sapere."

La Leonessa restò un attimo in silenzio, le mani in mano e un'espressione strana in volto. Quando il marito stava per aggiungere qualcosa, per stemperare un po' quello che le aveva riferito, la donna si alzò di scatto dal letto.

Indossava una camicia da camera sottilissima, così fine che il Medici poteva intravedere alla perfezione tutto il suo profilo, benché la stanza fosse quasi al buio.

La donna andò vicino alla finestra e annusò l'aria fresca del luglio inoltrato. Era da qualche giorno che le sembrava di essere più sensibile ai profumi. Anche in quel momento, per quanto la nota estiva fosse prevalente, poteva ben individuare anche l'odore dei bracieri accesi sui camminamenti e perfino quello più secco del fieno che era stato da poco portato nelle stalle.

"In ogni caso – disse Caterina, tornando a guardare il marito, che era rimasto seduto sulle coperte, nudo, ma apparentemente del tutto a suo agio – non sarebbe compito tuo badare ai miei figli. Sei stato molto gentile, con Bernardino."

Giovanni si sistemò un po', mettendosi il cuscino dietro la schiena per sostenerla, incurante dello sguardo della moglie, che dopo un primo momento si era posato sulle sue caviglie arrossate e un po' gonfie, e obiettò: "Non devi ringraziarmi, l'ho fatto volentieri. E poi, per la legge, ormai sono anche figli miei."

Quell'affermazione ebbe uno strano effetto sulla moglie. I suoi occhi lo scrutarono dapprima indagatori e poi quasi impauriti.

Il fiorentino attese con pazienza che la strana creatura che aveva sposato ragionasse sulle sue parole e poi la riaccolse tra le sua braccia quando, scesa a patti con se stessa, la Contessa si rimise a letto dicendo: "Sono stata così fortunata a trovare te, da non poter credere che possa durare..."

"Basta fare discorsi tragici." la richiamò all'ordine Giovanni, che però, proprio in quei giorni, si era messo a rivalutare la propria salute, già dimentico dei primi giorni di luglio, in cui si era sentito forte come un leone: "Piuttosto, voglio scrivere ancora a mio fratello, affinché si decida a proporre e sollecitare la condotta per Ottaviano."

"Pensi sempre che sia una buona idea?" gli chiese la Sforza, tenendo il viso premuto contro il suo collo.

"Ottaviano ormai è adulto." rispose il marito, sicuro come non mai della sua valutazione, mentre con una mano accarezzava lentamente la chioma bionda e bianca della Leonessa: "Dato che non vuoi lasciarli il tuo Stato, dobbiamo trovargli qualcosa da fare. Un uomo, a diciotto anni, non può starsene tutto il giorno a far nulla se non andare in un postribolo di quando in quando. Una condotta gli darebbe qualcosa di concreto da fare e la possibilità di dimostrarti che vale qualcosa. E poi gli darà anche una certa indipendenza economica."

Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (parte III)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora