3. Riordinare

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Hermione venne svegliata da Harry poco prima delle tre del mattino. Le ci volle un po' per capire dove fosse e perché.
Lei e Ron si erano addormentati sul letto, sopra coperte e completamente vestiti. Non sembravano per niente una coppia smaniosa di stare insieme...
Si alzò e fece per uscire, salutando Harry che aveva uno sguardo beato in viso e lei provò una leggera fitta di invidia, quando lui sottovoce le disse: "Aspetta, ti accompagno".
"Non c'è bisogno. Buonanotte."
Ma Harry non volle sentir ragioni e la accompagnò fino alla tenda delle ragazze. Hermione gli diede un bacio sulla guancia ed entrò nella tenda, prima di vederlo sparire.
Pensava di trovare tutto in subbuglio, come poco prima di far apparire la vasca, quando lei e Ginny avevano fatto le prove di spazio, giusto dopo aver fatto sparire i letti.
Ma era tutto a posto. I letti erano tornati al loro posto. Ginny era riuscita a evocarli nella maniera giusta. Un po' si sentì inutile... aveva rimesso tutto a posto...
Sentì una fitta al centro della fronte. Ecco, stava per tornarle il mal di testa.
"Ciao" salutò quando vide la rossa girarsi verso l'entrata della tenda.
"Oh, Hermione!!! Scusa scusa!!! Non mi ero accorta dell'ora!!!!" Ginny le andò incontro porgendole le mani per prendere le sue.
"Mi è sfuggito tutto. Puoi perdonarmi?" Hermione sorrise, già ritornata di buon umore.
"No no, non preoccuparti. Anzi, com'è andata?" Il volto della ragazza divenne del colore dei suoi capelli e Hermione, curiosa e divertita la stuzzicò un po', ma la ragazza non si sbottonò.

"E te e Ron?" chiese Ginny per distogliere l'attenzione da sé. Ma poi non fu sicura di voler veramente sapere la risposta.

Hermione, tanto, non aveva niente da rispondere e disse solamente: "Pensiamo di aver fatto una cavolata".
Ginny sgranò gli occhi e balbettò: "Per Godric! Che avete fatto?"
La riccia rise dell'equivoco e spiegò meglio: "No, no non abbiamo fatto niente!!! E mi sa che non faremo mai niente. Noi..." Hermione si morse il labbro, non sapendo bene come continuare "Non... io... cioè... pensavo di sì..." Ginny era sempre più confusa "Quello che dicevo è che Ron non mi piace in quel senso..." abbassò gli occhi "Quando l'ho baciato, nella stanza delle necessità, pensavo di sì, ma in verità... è stata una cavolata".
La rossa sospirò "Ah, ho capito. Avevo pensato male!!! Mi spiace che non abbia funzionato tra di voi. Io..."
Hermione la interruppe perché l'ultima cosa che voleva in quel momento era la pietà della ragazza e le disse sorridendo: "Quindi ora dovrai raccontarmi tutto quello che avete fatto voi, così giusto per consolarmi".

Si preparò per andare a letto e quando si infilò sotto le coperte la incitò di nuovo "Dai, su, sono stata di là per tutto questo tempo per qualcosa o no?" Continuò, rendendosi conto da sola di essere un po' cattivella, ma diamine! Aveva bisogno di sapere che qualcosa stava andando per il verso giusto. Almeno quello.

***

Così, dopo un'ora, con Ginny che dormiva profondamente, Hermione non riusciva a prendere sonno e guardava il soffitto della tenda, pensando ai dettagli dell'incantesimo del cielo. Aveva già una mezza idea per realizzarlo.

Si girò per cambiare posizione, sperando che le conciliasse il sonno, ma non funzionò.
Pensò ancora a quello che le aveva raccontato la sua dormiente vicina di letto. Per fortuna lei e Harry non si erano spinti fino in fondo, anche se c'erano andati molto vicini. Perché per fortuna? Quella vocina malefica nella mente, ogni tanto saltava fuori. Perché pensava che non avrebbero dovuto farlo? Perché a lei non era successo? Perché lei non aveva trovato in Ron la persona che cercava? Era invidiosa dei suoi amici? Hermione spalancò gli occhi nel buio. E se fosse così? Se lei fosse veramente così cattiva da essere invidiosa di Ginny?
Una fitta alla fronte, ormai familiare, le preannunciò una forte emicrania. Si girò ancora.  Ma niente, il mal di testa era sempre più forte. Si grattò una spalla. Stupendo, c'erano anche gli insetti. Si grattò convulsamente le braccia fino a lasciare dei segni rossi.
Il suo braccio la guardò. Le linee rossastre delle lettere la guardavano in continuazione. Si coprì con la manica e chiuse gli occhi. Era così stanca che non capiva niente.
Prese un cuscino per premerlo contro la fronte, ma nel farlo fece cigolare il letto. Controllò di non aver svegliato la rossa, ma lei continuava beatamente a dormire. Un'altra fitta.
Si alzò e cercò nella tenda lo zaino che aveva con sé. Forse avrebbe trovato qualche pozione che l'avrebbe aiutata. Cercò ma non la trovò. Merlino!!! Stava per mettersi a urlare. Un'altra fitta. Poi, trovò l'ampollina conosciuta in una tasca interna. Sorrise.  Ne prese un sorso e tornò verso il letto.
Sperò di riuscire a dormire se non subito, quasi. E magari, quella notte, senza incubi.

***

"Voi ragazzi, andate pure con la signorina Granger e Il signor Weasley verso il campo di Quidditch, intanto fate esercizio con alcuni incantesimi base."
La McGranitt era riuscita a trovar loro un'occupazione anche nel loro primo giorno libero dal ministero.
Ron sbuffò e guardò sconsolato  quella marmaglia di ragazzini dei primi anni che stavano seguendo Hermione per andare allo stadio di Quidditch che, essendo stato bruciato durante la battaglia, andava ripulito prima di essere ricostruito.
Hermione prendeva sul serio qualsiasi compito le venisse dato, così quando aveva sentito dire alla professoressa 'Farete esercizio con gli incantesimi base', fu proprio quello che fece fare ai mocciosi, che continuarono a far levitare massi grossi quanto la sua testa, pezzi legno, cenere e altri detriti fuori dal prato, per liberare il campo.
Peccato che lui fosse sempre nella traiettoria di qualche ragazzino. Per ben due volte fu colpito da un sasso che una biondina continuava a spostare verso di lui. Doveva ancora capire se lo facesse apposta o no. E in un'occasione un nanerottolo con gli occhiali per poco non lo lanciava in aria.
Per fortuna era intervenuta Hermione, ma lei ridacchiava così tanto che non prese la cosa sul serio come avrebbe dovuto, secondo lui.
Adesso invidiava Harry. Rise. Certo, lui invidiava sempre Harry, ci aveva fatto l'abitudine. Ne avevano anche discusso qualche volta. L'ultima volta aveva capito come prendere bene la cosa e non se ne faceva più un cruccio.
Ma adesso, avrebbe dato la sua bacchetta per essere al posto di Harry! Sbuffò ancora. Poi, in lontananza vide arrivare tre persone.
Divenne serio all'improvviso. Cos'era quella storia? Cosa ci facevano lì? Si voltò verso Hermione, ma lei era ancora alle prese con i ragazzini e la sentì dire la corretta pronuncia dell'incantesimo di levitazione. Esattamente come l'aveva detto a lui tanti anni prima!
Si innervosì un altro po', poi, vedendo che lei rimaneva occupata con i nanerottoli, andò incontro alla McGranitt e ai due ragazzi con lei.
Quando fu vicino, la professoressa gli disse che avevano altre due bacchette di aiuto per lo stadio. Ron non la stette neanche a sentire, guardò i ragazzi dietro la strega e disse in tono duro: " E voi cosa ci fate qui?"
Doveva aver alzato il tono della voce senza rendersene conto perché dal gruppetto dei ragazzini non si sentì fiatare nessuno, e anche Hermione si era girata silenziosamente verso di loro.
Tutti gli occhi erano puntati sul quel diavolo biondo di Malfoy, che svogliatamente aveva seguito la McGranitt, come se quello fosse l'ultimo posto dove volesse stare. Che se ne tornasse a casa sua, nel suo Manor, quell'odioso Mangiamorte!
Tutto questo si doveva leggere perfettamente sul volto di Ron senza bisogno di nessuna magia, al che Malfoy provò a dire alla professoressa: "Io pensavo di sistemare il settimo piano..."
La McGranitt si voltò verso di lui, con la sua solita espressione.
"Signor Malfoy, qui si fa ciò di cui abbiamo bisogno e visto che non siamo ancora arrivati al settimo piano, dovrà aspettare."
Malfoy la guardò negli occhi, e come al solito non disse niente. Mormorò un bassissimo: "Va bene", guardò verso Ron, poi verso Hermione e i ragazzini. Ron guardò la McGranitt con uno sguardo confuso e lei, come al solito, ricambiò il suo sguardo con una freddezza da gelare il deserto.

"Il Signor Malfoy e il signor Zabini" disse Minerva ad alta voce, indicando con la mano il ragazzo vicino a Malfoy, "si sono uniti a noi, per aiutarci a sistemare il castello".
Si voltò verso Hermione, per notare se avesse sentito e lanciarle uno sguardo che Ron non capì, e la giovane strega annuì avvicinandosi.
"Malfoy può rimanere qui ad aiutarmi con i ragazzi e Zabini può andare con Ron all'interno del castello. Sentivo che avevano bisogno al quinto piano.... Magari noi potremmo fare qualche esercizio di trasfigurazione. Cosa ne dice professoressa?"

Ora tutti i ragazzi avevano spalancato gli occhi. Ron sorpreso da quella proposta, Blaise curioso che lei volesse restare con Malfoy e Malfoy.... Malfoy aveva spalancato gli occhi quando lei aveva pronunciato "trasfigurazione" e Ron rideva sotto i baffi quando vide le labbra di Hermione sillabare 'Furetto' senza proferire parola.

La McGranitt si allontanò facendo cenno ai due ragazzi di seguirla. Ancora contrariato dalla situazione, Ron seguì la strega al fianco di Zabini e il suo umore finì sotto i piedi quando il moro gli rivolse un sorriso sfacciato e  chiese a voce alta: "Allora Weasley, come sta tua sorella?"

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora