66. Vecchi litigi e nuove amicizie

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Camille notò che era quasi ora di cena e chiese a Ginny se le andasse di andare a chiamare Pansy insieme per andare in sala grande. La rossa annuì. Si diressero insieme verso la camera del settimo anno plus, quando videro arrivare, dal corridoio dei bagni, una delle compagne di stanza di Pansy. Quella che sul treno aveva fatto l'interrogatorio ad Astoria sul perché avessero litigato Pansy e Daphne.

"Weasley, cosa fai nei nostri dormitori?"
Ginny si voltò e vide la Bulstrode avanzare verso di loro. "Buonasera anche a te, Bulstrode. Sempre carina, eh?"
La Serpeverde aprì la porta della camera facendo una smorfia alla Grifondoro e il suono di una canzone delle Sorelle Stravagarie riempì il corridoio.
"Entrate e chiudete la porta!" urlò una voce sulla musica.
Tutte e tre entrarono e chiusero la porta obbedendo. La musica era molto alta, adesso che la porta era chiusa. Le due Serpeverde, Pansy e la Greengrass ballavano scatenate, insieme, sul tappeto in mezzo alla stanza.
"Su, forza, unitevi a noi" La Greengrass fece un cenno con la mano. Ginny non se lo fece ripetere una seconda volta e si unì a loro, trascinando Camille.

Camille si unì alle ragazze in maniera molto più composta di Ginny. Era convinta di non ballare bene e non le era mai piaciuto particolarmente anche quando non era incinta, quindi non dovette sforzarsi di limitare i suoi movimenti per via del bambino.
Ballarono per pochi minuti, prima che la musica si interrompesse improvvisamente.
Tutte si girarono verso la radio e tutte e quattro videro una Bulstrode arrabbiata e un po' nervosa che agitava la bacchetta.
"Ma cosa state facendo?" chiese, ancora furiosa.
Pansy scoppiò a ridere e spiegò: "Scusa Millicent, ci stavamo divertendo".
"Già. Era davvero divertente. Perché hai spento la radio?" rincarò la sorella di Astoria.

Ginny tossicchiò. La Bulstrode la guardò con aria severa, come se fosse colpa sua (qualsiasi colpa, probabilmente).
"Perché stavate ballando?" La corpulenta Serpeverde era ancora nervosa.
"Millicent, che ti prende? Abbiamo ballato un sacco di volte!" disse sorridendo la Greengrass, scambiando un'occhiata complice con Pansy. Anche lei ridacchiò.
A Ginny fece così piacere vederla ridere che si dimenticò del discorso con Camille.
"Non vi sarete fumate una canna, vero?" Lo sguardo della Bulstrode si assottigliò e divenne di fuoco.
Daphne rise. "Magari. Ne hai sequestrata qualcuna?" chiese rivolta a Pansy.
La mora fece un verso con le labbra e disse: "Macchè. Niente da novembre". Ridacchiarono ancora. La Bulstrode si arrabbiò ancora di più.
"BASTA! Non avevate litigato vuoi due?" Poi si girò verso Pansy e disse con cattiveria: "Non ti eri scopata il suo ragazzo?"

Un silenzio imbarazzante calò nella stanza. Pansy si immobilizzò e rimase senza parole.
"Andiamo a cena, Camille", Ginny prese la mano della giovane strega che guardava tutte con gli occhi sbarrati.
"Non si toccano i ragazzi delle altre" disse, meccanicamente, Camille.
Pansy riconobbe le sue parole in quelle della sorella. Si girò verso di lei. "Infatti non l'ho fatto. Avrò tanti difetti, ma non ho mai rubato il ragazzo di un'altra. Di un'amica poi..." Guardò Millicent con uno sguardo veramente glaciale. "Grazie per aver detto veramente quello che pensi di me. Che tu ci creda o no, sarei stata lontano anche dal tuo, di ragazzo" Poi si girò verso Daphne. "Quello che pensi tu, non lo so. Ma come stanno le cose, adesso lo sai".
Tornò verso il suo letto e sistemò le due buste di acquisti che aveva.

Ginny la seguì con lo sguardo e vide che aveva una piccola busta con il logo del negozio 'Accessori per il Quidditch di alta qualità'; lo fece scivolare fra il comodino e il letto, come se volesse nasconderlo e poi rialzò lo sguardo.
"Andiamo a cena" disse la mora. Fece un cenno a Camille e a Ginny e si incamminò verso la porta.
"Aspettatemi!" La Greengrass le raggiunse velocemente e tutte e quattro uscirono dalla porta.

Millicent guardò le ragazze andare via. Si sedette sul letto, appoggiando le cose che aveva portato in bagno per fare la doccia.
Stupide ragazze ricche. Loro non sapevano cosa voleva dire dividere la camera con loro. Stupide, stupide, stupide. Erano sette anni che le sopportava.
Loro, con i bei lineamenti e il fisico snello. Loro, con i bei vestiti e le scarpe nuove. Loro, con le lozioni e trucchi costosi. Loro, con le loro generazioni di purosangue alle spalle. Loro.... che erano ancora amiche.
E poi c'era lei, che non lo era mai stata.

Ginny e le ragazze avevano camminato dai sotterranei fino alla sala grande chiacchierando. La Greengrass non era male. Si notava che lei e Pansy erano amiche da tanto. Sembrava che avessero fatto pace da poco. Chissà se avevano litigato per quello che aveva detto la Bulstrude. Ma quella non faceva che mettere zizzania dappertutto.
Pensò a cose più interessanti: prese Camille da parte e le chiese: "Cosa avete comprato al negozio del Quidditch?"
La mora fece una faccia strana, come se non si ricordasse e improvvisamente si ricordò: "Oh, dei guanti!"
"Guanti?" chiese Ginny, ancora più curiosa.
"Sì, dei guanti arancioni" precisò la ragazza scrollando le spalle con noncuranza.
Dei guanti arancioni, eh? "Dei guanti da portiere?"chiese ancora Ginny.
La Serpeverde corrugò la fronte "Non so".
"E c'erano per caso delle lettere sui guanti? Tipo due 'C' nere? E una palla di cannone?" Camille sorrise annuendo.
"Sì, sì" rispose.
Anche Ginny sorrise: dei guanti da portiere dei Chudley Cannons. Per una a cui il Quidditch non interessava neanche, erano un acquisto strano. I Chudley Cannons erano la squadra preferita di Ron. E lui era un portiere. Dovette trattenere una risatina.

***

Quel giovedì mattina Ginny non riusciva a concentrarsi a lezione. La McGranitt la vide alla fine della terza ora mentre raccoglieva da terra i libri e le pergamene di Trasfiguarazione che le erano cadute.
"Signorina Weasley, tanto valeva che le dessi la giornata libera!"
"Mi scusi, preside McGranitt, mi sento un po' agitata. Prometto che recupererò la lezione al più presto" spiegò.
La strega fece volteggiare con la bacchetta una pergamena che era caduta lontano dal banco della studentessa. "Vada pure a pozioni, adesso, ma cerchi di non far esplodere niente, per cortesia".
La rossa annuì distrattamente. La McGranitt fece la sua smorfia preferita, quella uguale a zia Muriel quando il medimago le aveva detto di mangiare la frutta invece dei dolci, e se ne andò.
Ancora due ore di pozioni con Lumacorno e poi poteva pensare serenamente all'allenamento. Serenamente? Per Godric, ma che pensava? Non poteva essere serena.
Doveva assolutamente riuscire a fare un bel allenamento, mica a rilassarsi. Doveva essere più brava di quell'altra. Lo era di sicuro. (Anche se continuava a pensare alla Chang.)
Le sue compagne l'avevano lasciata indietro, notò; si incamminò lentamente verso i sotterranei, schivando altri ragazzi nei corridoi. Quando arrivò all'aula di pozioni, Lumacorno sorrise quando entrò per ultima, comunicandole che avrebbero fatto un lavoro a coppie.
Guardò verso il lato Grifondoro dell'aula. Dei Grifondoro mancava Ritchie Coote, in infermeria dal giorno prima. Erano quindi dispari. E gli altri erano tutti in coppie. Stupendo.
Si voltò verso il lato Serpeverde: in due erano rimasti da soli. Guardò bene chi fossero: Harper, che conosceva perché giocava nella squadra di Quiddich, e piuttosto che passare due ore vicino a lui si sarebbe fatta cruciare, oppure Derrick, un ragazzo biondo e magro, con gli occhiali. Si diresse verso quest'ultimo.
Di solito i Serpeverde erano piuttosto bravi in pozioni. Sperò che lo fosse anche il biondino.
"Weasley, vieni da me carina, che Derrick non sa neanche da che parte mettere le mani!"
Harper aveva sussurrato in maniera che si sentisse solo dal lato dei Serpeverde, ma ridacchiò, intendendo doppi sensi. Ginny alzò gli occhi, ignorando colui che aveva già definito 'idiota' tempo prima, e sorrise a un arrossato Derrick.
"Ti dispiace se mi metto qui?" gli chiese. Lui scosse la testa senza dire niente.
Lumacorno scrisse alla lavagna di preparare mezzo calderone di 'Pozione per attraversare un fuoco incantato di colore nero' precisando che avrebbero potuto trovare la preparazione di tale pozione alla pagina 104 del libro.
Ginny guardò la lavagna imbambolata: non poteva dar loro qualcosa di più semplice? Avrebbero dovuto cercare gli ingredienti e la prepazione specifica per le fiamme nere. La rossa sbuffò. Che due pluffe. Si voltò verso il Serpeverde con cui divideva il calderone e gli fece una smorfia.
Lui alzò una spalla e sorrise. Tirò fuori il libro e le disse: "Vai alla pagina giusta, intanto prendo l'occorrente".
Lei rimase a bocca aperta. Come faceva a prendere ciò che serviva se non aveva ancora aperto il libro? Sperò di non aver fatto la scelta sbagliata. Ok.
Aprì il libro alla pagina 104. Per la pozione servivano: zolfo e crini di Terstal. Oh, e basta? Ginny sorrise contenta. Magari avrebbero anche fatto presto.
Poi continuò a leggere. Serviva un altro ingrediente a seconda del colore delle fiamme del fuoco magico da cui si voleva proteggersi. Merlino. Cercò bene nel testo, ma non riusciva a trovare le fiamme nere. Sbuffò e si girò a guardare gli altri nella stanza: qualcuno leggeva il libro, qualcuno preparava il calderone, qualcuno si avventurava verso la dispensa dove c'erano gli ingredienti.
Sospirò. Sperò che quelle due ore passassero alla svelta. Guardò l'orologio: erano passati solo dieci minuti. Ci avrebbe messo una vita. Derrick tornò con quella che le sembrò troppa roba.
Zolfo, sì, ma anche Erba Fondente e Algabranchia rossa, radice di Radigorga e quella che le sembrò Ruta. Lei lo guardò stranita. "Mah..." Lui ammiccò e sorrise.
"Shh... " Si portò l'indice alle labbra per dirle di non parlare e poi con un cenno del capo gli indicò Harper che passava vicino a loro. Aveva preso tutto quello che aveva scelto Derrick. Ginny sorrise. Quell'idiota l'aveva copiato senza neanche guardare il libro! Poi il biondo tirò fuori da sotto il maglione un mazzetto di Crini di Therstal. Un genio! Si voltò verso il calderone di Harper e notò che lui non li aveva presi.
Sorrise al biondo con più entusiasmo.

Iniziarono a lavorare insieme e scambiarono quattro chiacchiere. Per essere un Serpeverde non era male. Era il fratello minore di un giocatore di Quidditch di cui Ginny non si ricordava ma, come disse lui subito dopo: "Di sicuro si ricorderà Potter", così lei lasciò cadere l'argomento.
Merlino, sette anni insieme e lei non aveva guardato quel ragazzo più di quante, dieci volte? Lo guardò di sottecchi: non era male. E il suo biondo sarebbe stato benissimo con Luna. Le si illuminarono gli occhi. Gli fece un po' di domande: gli piacevano gli animali, non gli piaceva il Quidditch (ma non piaceva molto neanche a Luna, quindi erano a posto) e voleva diventare medimago.
La fine delle due ore di pozioni arrivò subito, secondo Ginny. E il ragazzo sarebbe stato perfetto per Luna. La loro non fu la pozione meglio riuscita, ma lei non se ne fece un cruccio. Vide Lumacorno sospirare e scuotere la testa davanti al calderone di Harper e lui guardare il liquido con espressione confusa. Si sforzò di non sorridere. Derrick invece ghignava, da bravo Serpeverde. Quando incontrò il suo sguardo, si voltò dall'altra parte, come se fosse stato sorpreso a rubare. Ma lei pensò che avesse fatto bene.
"È stato un piacere lavorare con te, Derrick. Alla prossima" gli disse. Lui allungò una mano e lei, confusa, gliela strinse.
"Il piacere è stato mio". E detto ciò se ne andò. Ginny si riscosse e uscì dall'aula diretta in sala grande. Ora doveva solo mangiare e cambiarsi. Sospirò. Per fortuna ci sarebbe stato Harry. Harry? Già, avrebbe passato il pomeriggio con Harry! Da soli. Beh, da soli con la squadra di Quidditch più bella di sempre.

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