18. La decisione di Harry

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Quella mattina tutti erano assonnati. In sala comune Harry scorse Hermione che scendeva lentamente le scale del dormitorio e le andò vicino chiedendo notizie del mantello. Lei fece una faccia sorpresa e disse: "È vero, ce l'ho io. Scusami. Ti serviva?" cercò di restare nel vago lei.
Harry, che non voleva parlare della notte passata, scrollò le spalle.
"Pensavo solo di tenerlo io" disse. Lei annuì.
"Certo, certo. Te lo vado a prendere, mi aspetti?" Lui annuì e si sedette.
Ron arrivò poco dopo sbadigliando. Quando Hermione tornò con il mantello di Harry, insieme a lei c'era anche Ginny.
Harry si agitò.  Non sapeva come comportarsi. Fare finta di niente? Chiedere subito spiegazioni? Era la soluzione migliore, ma non chiese niente. Bravo Harry! In Serpeverde dovevi finire, codardo! Pensò. Guardò la rossa. Aveva una brutta faccia. Era evidente.
Ron le chiese: "Tutto bene Ginny? Hai una faccia strana... Hai passato una brutta notte?" A volte capitava che qualcuno di loro avesse degli incubi, era normale (Infatti lui li aveva avuti quella notte), ma lei sorrise. Harry non le aveva mai visto quel sorriso strano. Stava mentendo.
"No no. Tutto bene. E voi?" rispose,  guardando tutti e tre. Harry pensò che la mancanza di sonno gli avesse tolto anche la capacità di giudizio, però lei stava mentendo davvero. Lui lo sapeva. Disse agli altri di andare a fare colazione mentre lui portava il mantello in camera e si dileguò.

Ginny si accorse che Harry la stava evitando dopo la terza volta che fece finta di non vederla in corridoio. A colazione, quando era tornato, non si era seduto vicino a lei e non era riuscita a dargli neanche un bacio prima dell'inizio delle lezioni. Non capiva cosa stesse succedendo, ma era meglio chiarirlo subito. Così, quando suonò la campanella dell'ultima lezione del mattino, lo aspettò prima dell'ingresso in sala grande e lo bloccò.
"Harry possiamo parlare?" Lui era insieme a Seamus e a Lavanda. Harry non si aspettava di vederla e si spaventò quando lei gli intralciò il passo. Annuì salutando con il capo gli altri due. Ginny lo precedette in un angolo e iniziò a parlare.
"Volevo dirti che..." Ma Harry non la fece finire. Alzò una mano per farla tacere e iniziò dicendo: "Penso che dovremmo prenderci una pausa".
Dopo che lui ebbe pronunciato la parola Pausa Ginny non capì più niente. Aveva sentito racconti sul fatto che succedeva, ma non ci aveva mai creduto e invece era vero, a volte il tuo cervello non si collegava più e tu ti perdevi. Sentì parole come futuro, giovani, per sempre, e quando lui disse la frase fare altre esperienze, non ascoltò più. Non ci riusciva.
Harry, il suo Harry, la stava lasciando. Per fare altre esperienze. Sapeva di aver risposto qualcosa, ma poi non si ricordò cosa disse. Riuscì a non piangere davanti a lui. Non voleva. Se Harry voleva fare altre esperienze era stato onesto a dirglielo e a non tradirla, però... però... Lui non le diede neanche un bacio sulla guancia, se ne andò e basta. E lei rimase lì, per un tempo infinito. Vide altri studenti passare per andare a pranzo. Qualcuno la salutò. Non si ricordò poi se lei avesse ricambiato il saluto o meno.
Si girò dalla parte opposta alla sala grande e si mise a correre verso la torre dei Grifondoro. Incontrò un professore che le intimò di non correre e lei rallentò per poi riprendere a correre quando fu dietro l'angolo. Arrivò dal quadro della signora grassa trafelata. E non si ricordava la parola d'ordine. Merlino. Stava per piangere. Per fortuna un ragazzino uscì dalla sala comune in quel momento e lei si intrufolò prima che la signora grassa tornasse al suo posto.
Si diresse verso i dormitori e verso la stanza del suo anno. Per fortuna era vuota. Si distese sul letto, dopo aver abbandonato la borsa con i libri per terra. Con la bacchetta tirò le cortine del letto e si abbandonò sul cuscino e le lacrime le scesero da sole. Si raggomitolò e cercò di pensare se le fosse sfuggito qualcosa. Harry sembrava volere solo lei. Cos'era cambiato? Ci pensò e ripensò a ogni singola volta in cui lo avesse visto o in cui gli avesse parlato, ma niente, niente le aveva dato l'impressione che volesse lasciarla...
Con un incantesimo d'Appello richiamò la radio che le aveva lasciato la mamma, la stessa con cui lei ascoltava Celestina Warbeck prima che papà gliene regalasse una nuova, e l'accese. Quando sentì una canzone particolarmente triste e adatta allo stato d'animo in cui si trovava, incantò la radio in maniera che ripetesse sempre la stessa canzone. Stava male e non vedeva altra soluzione.

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora