51. Una serata diversa dal solito

1.5K 62 26
                                    

Ron ebbe qualche problema con la fuliggine. Voleva fare in fretta e aveva paura che qualcuno scendesse dalla scala proprio mentre usciva, così aveva fatto un po' di confusione con i tempi.
Quando aveva pronunciato la destinazione, doveva aver aspirato un po' di fuliggine e adesso gli sembrava che i polmoni si volessero staccare dal suo corpo. Quando alzò lo sguardo, sperò almeno di aver beccato il camino giusto. Non poteva dare niente per scontato. Sì, era nel posto giusto. Vide la Serpeverde scendere dalla finestra, scalza e con una vestaglia bianca, che gli andava incontro sorridendo.
"Sei venuto davvero" disse.
Ron non capì: non le aveva per caso detto che sarebbe andato? O era così tardi che lei aveva pensato che non avrebbe mantenuto la parola?

Pansy tirò fuori la bacchetta e la puntò verso di lui, eliminando tutta la fuliggine. Gliene rimase un po' sul viso, ma mise via la bacchetta e gliela tolse con la mano. "Grazie. Sono sempre un imbranato" disse lui e sorrise, quel sorriso strano così bello.
Il mio imbranato. Pensò e subito dopo scacciò quel pensiero, scuotendo la testa.

Quando finì di tossire, si guardò intorno: Merlino, quella stanza era grande quanto casa sua.

"È casa tua?" la mora annuì. L'aveva chiamata 'casa di mio padre' ma, effettivamente, era casa sua.
Weasley si guardò intorno. Lei seguì il suo sguardo e cercò di vederla con gli occhi del ragazzo.
"Non è ancora finita, non rimarrà così..." mormorò per giustificarsi del minimalismo.
"È bellissima" disse lui, ma lo disse guardando lei. Pansy si sentì le guance in fiamme. Non si era neanche truccata dopo il bagno. Chissà in che stato era.

Ron la guardava. Lei aveva quell'espressione che gli smuoveva il petto in tantissimi piccoli battiti e non riusciva a togliere lo sguardo. I suoi occhi erano lucidissimi e ridevano promettendo il paradiso. I suoi capelli erano umidi, doveva aver fatto il bagno. E il suo profumo... Oh, il suo profumo! Si avvicinò per sentirlo meglio e lei non indietreggiò. Sorrise. Le passò un braccio dietro la schiena e l'avvicinò a sé, baciandola. Lei non fece resistenza.
Aveva aspettato un'eternità in salotto che si vuotasse la stanza solo per questo, e si prese tutto il tempo per farlo bene.

***

Si stavano baciando da un quarto d'ora, accoccolati sul divano, quando bussarono alla porta principale. O meglio, dal rumore sembrava che qualcuno cercasse di buttare giù la porta.
Il rosso si staccò da lei e chiese: "Aspetti qualcuno?"
Gli sembrava un po' tardi per ricevere visite, ma in fin dei conti non sapeva molto su di lei. La mora scosse la testa. "No. Vado a vedere chi è. Non te ne andare" mormorò.
Lui annuì. Si richiuse la vestaglia sul petto e si incamminò verso il portone. Un elfo domestico apparve prima che lei lasciasse la stanza.

"Vado ad aprire io, signorina Pansy?" chiese l'elfo.
"No, Quircky, vado io. Magari potresti portare qualcosa da bere al signor Weasley?" E gli indicò il rosso ancora seduto sul divano.
Il piccolo elfo annuì. Pansy aveva notato che se parlava con loro senza urlare e in maniera cortese (cosa che non faceva mai sua madre), loro si spaventavano meno ed erano più produttivi.

Ron sentì che impartiva ordini all'elfo. E stette attento mentre si avvicinava alla porta e l'apriva. Ma si fece distrarre dall'elfo che si materializzò vicino a lui, con un vassoio in mano.
Merlino che figata! Subito allungò le orecchie quando sentì la mora dire, vicino alla porta d'ingresso: "Draco! Cosa ci fai qui? Ma... hai bevuto?"
Per Godric, che ci faceva lì Malfoy? Possibile che loro... no, era sorpresa anche lei di trovarlo alla porta. Non riuscì a capire quello che lui rispose, ma sentì i loro passi avvicinarsi.
Malfoy aveva gli occhi spiritati (come avrebbe detto sua madre) e i capelli spettinati. Quando entrò nel salone si bloccò, vedendolo seduto sul divano. Ron si alzò e si passò una mano fra i capelli, imbarazzato.

Anche Draco, senza accorgersene, si passò una mano fra i capelli. Che ci faceva lì, Weasley? Si voltò verso l'amica con uno sguardo interrogativo e disse: "Ecco perché non sono riuscito a smaterializzarmi in casa... devo andare via?"

Ron sperò che lei gli dicesse di andarsene.

Draco sperò che mandasse via Weasley.

Pansy si sentiva in imbarazzo. Se avesse avuto un altro posto dove andare, sarebbe uscita lei. Valutò la situazione, guardando i ragazzi: Draco aveva bevuto e aveva un brutto aspetto, non lo avrebbe lasciato uscire. E Weasley... Merlino, ancora non sapeva cosa fare con Weasley ma non avrebbe voluto lasciarlo andare via.

"Dubito che tu riesca ad andare da qualche parte. Siediti, Draco" ordinò con tono neutro.
Poi guardò il rosso e disse: "Preferirei che rimanessi anche tu, ma fai come vuoi".
Ron annuì, si risedette e si allungò a prendere la burrobirra che l'elfo aveva lasciato sul tavolino.

Lei lo avrebbe abbracciato. Sospirò. Il biondo si sedette su una delle poltrone, lontano dal Grifondoro, appoggiò i gomiti alle ginocchia e la faccia sulle mani.
"Ok", fu tutto quello che disse.

"Cos'è successo?" gli chiese Pansy. Il biondo si alzò di scatto.
"Cos'è successo? Sai cos'è successo? Adesso te lo spiego!" urlò. La Serpeverde si spaventò. E capì: aveva una crisi. Succedeva ancora? E perché era lì e non dalla sua ragazza?
"Calmati, Draco. O peggiori. Perché non hai avvertito la Granger?" gli chiese lei. Draco scosse la testa, si risedette e strizzò gli occhi. Pansy sbuffò, "Dov'è la pozione?" chiese, e si sedette sul divano, guardandolo.
"Non ce l'ho. Pensavo l'avessi tu" rispose il biondo.
La Serpeverde scosse la testa "No, l'hai presa tu l'ultima volta, ricordi?"
"Allora ce l'ha Hermione o l'ho lasciata a Hogwarts" mormorò lui, passandosi una mano fra i capelli. Non era messo bene, i suoi occhi erano strani.
Pansy lo guardò stranita. Lasciare in giro la pozione? Strano.

"La pozione della pace?" chiese Ron. Si sentiva escluso e non gli piaceva per niente.
La Serpeverde si voltò verso di lui. "Sì, Draco dovrebbe prenderla quando è così agitato" spiegò.
"NON SONO AGITATO!" urlò il biondo.
"Già, si nota" disse ironico il rosso. I ragazzi si guardavano in cagnesco.
"Potresti andare dalla Granger e vedere se ce l'ha lei? Non riusciremmo a preparla in tempo" chiese rivolta al rosso.
"NO!" urlò ancora Malfoy, alzandosi all'improvviso. Barcollò. La ragazza si alzò e cercò di farlo sedere ancora, ma lui era più forte e non voleva sedersi. "Tu non andrai a casa sua!" esclamò guardando il ragazzo con occhi spalancati.
Ron sorrise. No, ghignò: Malfoy era geloso. Non gli disse di non essere mai stato a casa di Hermione, così prese tempo. "Non c'è un'altra soluzione?"
Vide Malfoy ghignare e guardarlo dritto negli occhi. "Oh, sì che c'è. Ma non ti piacerebbe rimanere a guardare".
Ron si accigliò, mise mano alla bacchetta senza estrarla dai jeans ma si alzò in piedi per controbattere.

"NO!"
Pansy ora era arrabbiata: si era alzata anche lei e aveva le mani sui fianchi. In quella stanza c'era troppo testosterone. "Sedetevi. Tutti e due. E niente bacchette. Adesso vi mettete buoni e fate quello che dico io" ordinò, puntando il dito su entrambi i ragazzi.
Draco si risedette. "Scommetto che lui lo fa già" disse indicando il rosso.
"Adesso basta, Draco. Se vuoi rimanere qui, almeno sii educato" disse, alzando un sopracciglio.
"Mia madre ha un boccetto di pozione della pace a casa. Posso andarti a prendere quella" propose il Grifondoro. Non si era ancora seduto, lui.

Ron sperava che Malfoy se ne andasse presto. Prima avesse preso la pozione, prima se ne sarebbe andato. Non voleva neanche lasciarli da soli, ma se fosse andato a casa sua, avrebbe fatto prima.
Si avvicinò di due passi e mormorò solo per Malfoy: "Te la vado a prendere se te ne vai subito dopo".
Malfoy annuì, ma il suo sguardo era perso. Sperò di non pentirsene.

Pansy guardò il rosso con un sorriso e lo ringraziò. Lui la baciò su una guancia e si smaterializzò.

"Perché Weasley è qui?" chiese Draco. I suoi occhi erano ancora spalancati.
Lei si sedette di nuovo sul divano. "Gli faccio copiare aritmanzia".
Draco sorrise. "Ah Ah".
Pansy lo ignorò. "Adesso prendi la pozione e vedrai che starai meglio. Cos'è successo?" gli chiese.
Lui si agitò e spiegò: "Mia mamma mi ha beccato mentre leggevo il libro di Babbanologia che mi hai dato. Subito mi ha subissato di domande 'Perché leggi quel libro', 'Ti interessano i babbani' 'Avrai mica trovato una ragazza babbana' e cose così. Ho cercato di deviare tutte le domande, ma poi lei è saltata fuori con una storia assurda sul fatto che devo andare a trovare mio padre ad Azkaban. Sembra che ne abbia parlato con Andromeda e loro abbiano pensato che fosse una buona cosa per me. LORO. Ho quasi dato di matto in casa".
Pansy annuì: era la stessa cosa che aveva detto la signora Weasley. "Ho conosciuto Andromeda e Teddy, oggi. È carina. Dici che dovremmo dare loro ascolto?"
"Hanno detto anche a te di andare ad Azkaban?" le chiese e Pansy annuì.


Draco sospirò e si portò una mano alla fronte. Poi rivolse di nuovo l'attenzione su di lei. "Dove hai conosciuto Andromeda?"
Lui aveva conosciuto Andromeda solo quell'anno, dopo la guerra, dopo che sua madre, avendo perso una sorella, aveva deciso di riallacciare i rapporti con l'altra.
"A casa dei Weasley" disse Pansy.
"Sei stata alla Tana?" le chiese Draco con uno strano sguardo.
"Sì."
Lui ci pensò un attimo e disse: "Ah, avete cucinato i biscotti. È venuta anche Hermione, giusto?" lei annuì. "E com'è?"
"Cosa?" chiese stranita la ragazza.
"La Tana!" esclamò il biondo. Com'era la casa dell'ex della sua ragazza? E perché lei ci andava come se stessero ancora insieme? La testa gli faceva malissimo.
"Oh, è bellissima" rispose Pansy. Una fitta intensa gli passò la fronte. Sapeva di dover pensare ad altro, ma non ci riusciva. Il fatto che Hermione andasse così tranquillamente a casa dei Weasley e non volesse venire a casa sua, lo mandava in panico. "Davvero?" riuscì a chiedere, dopo aver chiuso gli occhi.
"Beh, fuori è strana. Ma dentro è la più bella casa che abbia mai visto. È calda e fa venire in mente risate, dolci fatti in casa e bambini" disse lei, guardandosi intorno. Pansy aveva uno sguardo strano, secondo lui.

"E c'era anche lui?" le domandò Draco, indicando il posto prima occupato dal rosso.
"A fare i biscotti, no" rispose Pansy, imbarazzata. Però dopo c'era. C'era sì.
"Ma c'era?" insistette lui.
"Cos'è, un interrogatorio?" Lui alzò gli occhi al soffitto.
"Si parlava..." Draco aveva ancora quello sguardo strano, ma ora le sembrava che la guardasse in modo strano.
"Parliamo d'altro, allora" disse la ragazza. Lui sbuffò, ma sorrise.
"Ok. Com'è a letto?"  Draco appoggiò la schiena alla poltrona e portò le mani dietro la testa.
"Draco..." Pansy sospirò, come se stesse sgridando un bambino. Lui ghignò, come un bambino. Ma anche lei era una Serpeverde. "Dovresti chiederlo alla Granger" disse, guardando il camino.
Lui ghignò di nuovo, mentre diceva, al soffitto: "Non sono stati a letto insieme".
Sul viso di lei non passò nessuna espressione. "Ne sei così sicuro?" lo stuzzicò e, subito dopo, lo guardò: la sicurezza di lui vacillò. E Pansy se ne accorse. Lui strizzò gli occhi e lei si sentì in colpa. "Ok, l'ho detto per provocarti. Non lo so".
Draco si riprese, ci mise un po', ma si riprese. "No, non l'hanno fatto. Ne sono sicuro" disse, alla fine.
"Ok", lui ghignò ancora e il suo viso si distese. La cosa lo rendeva più tranquillo, Pansy lo notava bene. "Secondo me stai meglio. Magari potresti tornare a casa"
"Così da lasciarti sola con Lenticchia e farti scoprire com'è a letto? No, rimarrò qui un altro po', grazie" disse Draco.
"Magari mi stai rovinando la serata" gli fece notare lei.
"Magari la sto rovinando a lui" Draco ridacchiò. Stava veramente meglio. Pansy sbuffò. Si alzò e andò a prendere la bottiglia di burrobirra che era rimasta sul bovindo. "Ok, me ne andrò subito. Ma lui com'è? Ti tratta bene, almento?"
Pansy rispose mentre ancora gli dava le spalle: "Weasley è una luce nello schifo che ho vissuto nell'ultimo anno.  Solo che è un bravo ragazzo e lo sai cosa penso dei bravi ragazzi..."
Quando prese la bottiglia e si voltò per tornare verso il divano, si trovò davanti Wealsey che la guardava in modo strano. Lanciò uno sguardo verso il biondo che le sorrideva sornione. BASTARDO.

Draco si alzò, prese dalla mano di Weasley la boccetta, ne bevve un sorso e glielo ridiede. Gli altri erano ancora in silenzio.
"Grazie, Weasley. Giuro che ne ricorderò" lo guardò per capire se avrebbe dovuto aggiungere qualcosa su Pansy, ma decise di lasciar perdere, quando notò come la stava guardando. "La metropolvere?" disse poi verso la Serpeverde. Lei continuò a guardare il rosso e gli indicò con una mano il vaso sopra il camino.
Lui salutò i due, che si degnarono a malapena di rispondere, e si dileguò velocemente.

Non sapendo bene cosa dire, Pansy tolse lo sguardo da lui.
"Se avessi saputo che sarebbe andata così avrei riempito il boccetto con un filtro d'amore" disse Weasley, probabilmente per rompere quel silenzio così imbarazzato. Pansy sorrise e lo guardò.
"Te lo saresti trovato a casa a farti una serenata" gli rispose.
Lui storse la bocca. "Giusto. Meglio così".
Non aveva detto niente su quello che aveva appena detto lei. Se ne sarebbe andato? "Potremmo lanciare qualche incantesimo di anti-intrusione e magari bloccare il camino, adesso?"
Lei annuì. "Sarebbe carino".
"Dovevamo farlo prima" . Il ragazzo sorrise e si avvicinò per baciarla.

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora