27. Stranezze

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Quando Ron era arrivato in infermeria, quella mattina, la Parkinson era già uscita.
Come gli disse Madama Chips, la ragazza aveva passato la notte in infermeria solo per precauzione, perché aveva avuto solo un calo di zuccheri (che le era passato subito dopo un sacchetto di dolci di Mielandia), anche se a Madama Chips non era stato spiegato come era accaduto.
Ron la ringraziò e corse a lezione. Quindi Anthony era riuscito a tenere nascosto l'aggressione nel bagno.
Subito dopo le lezioni (e prima ancora di andare a mangiare!) scrisse alla Parkinson e mise nella busta i cinque galeoni che, effettivamente, le aveva fregato.

***

Pansy tornò in camera prima di cena e si distese sul letto. Era stata una lunga giornata.
Il giorno prima, dopo aver schiantato e immobilizzato Rowie (come si era divertita!), non aveva calcolato quella piccola deficiente della Simmons che era scappata urlando, lei si era sentita così debole e la testa aveva iniziato a girarle così tanto che quando era riuscita a rimanere ferma, aggrappandosi a uno dei lavandini, erano entrati Anthony e la Simmons di corsa e lei, lasciando di scatto la presa del lavandino per raggiungerli, aveva visto tutto nero e aveva perso conoscenza.
Alla fine si era svegliata in infermeria con accanto Zabini che rideva e la prendeva in giro per essersi fatta beccare a schiantare un idiota.
Madama Chips le aveva negato di tornare in camera a dormire e le aveva lasciato una sacchetto di caramelle dolci che aveva fatto mangiare a Blaise. Parlavano tutti di un calo di zuccheri. Forse era solo così arrabbiata con Weasley che lo sforzo dell'incantesimo le aveva prosciugato le forze.
Era riuscita a fuggire dall'infermeria poco prima delle dieci. Quella megera non sapeva tutte le cose che aveva da fare, così si era trovata a corto di tempo e con una marea di cose da finire. E ora quel casino con Camille.
Pansy si portò una mano alla fronte e chiuse gli occhi. Santo Salazar!
Un picchiettio deciso la fece voltare verso la porta della stanza. L'aprì e vide un piccolo gufo grigio un po' arruffato che andò a posarsi sulla sua scrivania, lasciando cadere una lettera che sembrava molto pesante. Era carinissimo.
Sorrise. Cercò nel mantello un pezzo di carne e glielo allungò. Quando il gufo, dopo avere inghiottito il boccone, volò via, prese la busta incuriosita. Non conosceva il gufo e non conosceva neanche la busta. L'aprì e cinque monete caddero sulla scrivania.
Tirò fuori la pergamena e lesse:

Mi spiace non aver capito quello che intendevi.
Grazie.

R.W.

Ps. Visto che sono un imbranato anche negli acquisti, tanto vale che ti ridia indietro i tuoi soldi.

Pansy rise. Era la prima cosa divertente che le era successa quel giorno. Povero Weasley che non era stato in grado di comprare le sigarette!
Il suo sorriso si fece più tenero quando ripensò alla loro conversazione e al perché non aveva trovato quelle giuste.

***

A cena Ginny pensò all'invito della Parkinson. Non era sicurissima che andare nella sua stanza sarebbe stata una buona idea, ma effettivamente non aveva neanche ragioni di credere che non lo fosse.
Guardò un paio di volte verso il tavolo dei Serpeverde, ma la Parkinson non l'aveva in nota. Effettivamente, guardandola, sembrava che non avesse in nota nessuno. Era seduta con Malfoy, Zabini e qualcun altro, forse qualcuno della squadra di Quidditch, ma sembrava persa nei suoi pensieri. Non era uno sguardo preoccupato, come quello che aveva nel bagno di Mirtilla, era diverso.
"Chissà a cosa pensa la Parkinson" disse ad alta voce. Ron e Hermione si girarono verso Ginny, incuriositi e tutti e due si voltarono poi verso la ragazza in questione.
"Non saprei. Sembra da un'altra parte"disse Hermione, poi riportò l'attenzione al piatto e riprese a mangiare. Era stizzita, ma nessuno ci fece caso.
"Vorrei anch'io essere da un'altra parte" confessò Ron. Ginny si voltò verso il fratello "E dove vorresti essere?" Il rosso scosse le spalle e riprese a mangiare.
Ma cosa avevano tutti? Forse un giro nei sotterranei le avrebbe fatto cambiare aria. Sorrise quando decise cosa fare.
Camille si affiancò alla rossa quando si alzò da tavola. "Ciao, hai detto che vieni, stasera, vero?"
Ginny la guardò. Sembrava preoccupata. "Sì, perché? Anzi, come faccio a venire?" Camille sorrise, più serena.
"Se ti fai trovare fuori dalla porta dei sotterranei alle nove, ti vengo a prendere."
Ginny annuì. Ci sarebbe stata. Per quella ragazza.

***

Ron si stava annoiando. Era in sala comune che cercava qualcuno con cui fare una partita a scacchi magici, ma nessuno voleva giocare con lui. Hermione stava leggendo un libro ed era piuttosto nervosa, così decise di lasciarla stare. Fece un giro della sala comune e vide due ragazze che parlottavano e lo guardavano. Quando si resero conto che lui le aveva viste, ridacchiarono nervose e lo salutarono con la mano, facendogli cenno di andarsi a sedere con loro, ma il rosso scosse il capo. Non aveva voglia di far conversazione e non aveva voglia di fare altro con nessuna delle due.
Quando finì il giro della sala comune, salì in camera. Trovò Harry sul letto che lanciava una pluffa in aria e la riprendeva, come in trance.
"Harry, tutto bene?"chiese all'amico.
Harry si girò verso di lui e lo salutò con un cenno del capo, poi scrollò le spalle e tornò a fare quello che stava facendo. Tutti strani quella sera. Si sedette sul letto e tirò fuori la mappa del malandrino dal baule.
"Cosa fai?" gli chiese Harry.
Ron scrollò le spalle esattamente come aveva fatto l'amico poco prima e Harry ricominciò a giocare con la pluffa.
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!"
Poco alla volta, ma velocemente, tutta Hogwarts comparve sulla mappa. Ron non voleva guardare, ma istintivamente il suo sguardo cadde subito sui sotterranei. Stava cercando una persona. Chissà cosa stava.... Aspetta. Ma quel puntino era... Ma cosa....

"Merlino! Cosa ci fa mia sorella nei sotterranei?" Harry girò lo sguardo su di lui, con gli occhi spalancati. No. Ginny stava aspettando Malfoy? Di nuovo?
"Fuori dai sotterranei?" chiese con noncuranza.
"No, no. È nella sala comune dei Serpeverde" precisò il rosso.
A Harry mancò il respiro. Magari i Serpeverde coprivano Ginny e il biondo.... Il suo petto si strinse in una morsa. Magari c'era una spiegazione anche a questo. Una spiegazione che non avrebbe chiesto. Di nuovo.
"Devo andare a controllare, secondo te?" Harry fece una smorfia strana.
"Controllare cosa?"
"Che stia bene. Vieni con me?"
Harry non riacchiappò la pluffa che aveva lanciato in aria e questa gli cadde sul viso. "Io non... non credo che ci sia bisogno che tu vada a controllare".
L'ultima cosa a cui teneva era vedere Ginny e Malfoy insieme. O che lo scoprisse Ron.

Ma Ron voleva andarci a tutti i costi. E Ginny poteva essere una buona scusa.
"E se invece avesse bisogno?" provò a convincerlo. Voleva andare nei sotterranei, voleva vedere se lei c'era. Ma andarci da solo non gli sembrava una buona idea.
"Non fare casini. Lasciala stare" disse Harry.
Ron si stizzì, pronunciò le parole per chiudere la mappa, la mise via e ritornò in sala comune. Al diavolo tutti. Avrebbe aspettato un po'. Se non fosse tornata, sarebbe andato a cercarla. Nei sotterranei.
Invece, se Ron avesse aspettato qualche minuto, avrebbe visto il puntino di Ginny avvicinarsi proprio al puntino della persona a cui cercava di non pensare.

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora