"Pansy, Pansy!"
La Serpeverde si girò verso la voce che la chiamava.
"Ciao, Ginny. Ti siedi a far colazione?" La Grifondoro annuì e si accomodò sulla panca vicino alla mora, al tavolo Serpeverde, scansando un po' Blaise.
"Fai pure, Weasley. Come se io non ci fossi" le disse il ragazzo. Ginny si voltò verso di lui con un gran sorriso.
"Faccio già così, Zabini" gli rispose candidamente. Poi si voltò di nuovo verso la mora. "Ho invitato te e tua sorella a casa mia, ma penso che non te l'abbia ancora detto" esordì.
"A casa tua?" chiese la ragazza, mentre Zabini allungava una mano per prendere lo zucchero.
"Zabini, perché non provi anche tu a far finta che io non ci sia?" chiese la rossa un po' infastidita.
"Sarebbe più semplice se tu non fossi fra me e la mia colazione!" Pansy rise.
"Basta, bambini" li sgridò bonariamente. Il moro la guardò scontroso e si voltò dall'altra parte.
Ginny continuò: "Il ventitrè facciamo i biscotti a casa mia. Vi andrebbe di venire?" La mora la guardò incuriosita.
"Vuoi che cucini?" Ginny, che si era versata un bicchiere di succo di zucca e si era allungata ad afferrare una fetta biscottata, scosse la testa.
"È una cosa divertente, fare i biscotti, non è cucinare!" Dalla sua faccia si doveva capire quello che pensava lei di 'cucinare'. "Cioè, di solito ci divertiamo. Dai, è una cosa carina".
Per un attimo Ginny pensò che fosse una cosa stupida. Magari Pansy pensava che fosse stupido fare i biscotti e lei stava per fare una figuraccia...
"Ci sarà anche Hermione. E mio fratello con una sua amica. E la mia mamma. Dai.. venite" mormorò cercando di convincerla che se avesse partecipato più gente voleva dire che era per forza divertene.
Pansy capì solo 'mio fratello e una sua amica'. E chiese, prima di controllarsi: "Quale fratello?"
"Oh, sì, giusto. George, ci sarà George, ma ha promesso che non farà scherzi. E viene anche Angelina. Angelina Johnson, te la ricordi? Era una Grifondoro e giocava a Quidditch" spiegò la ragazzina.
La Serpeverde annuì. "Ma gli altri lo sanno? Che verrei anch'io?" La rossa fece una faccia strana.
"In che senso?" le chiese.
"Hai chiesto a tua mamma il permesso di invitarmi? E agli altri starebbe bene se venissi?"
"Ma che domande sono? Certo!" esclamò spalancando gli occhi la giovane strega.
Pansy era tentata di accettare. Le sarebbe piaciuto tantissimo, ma Camille partiva il giorno prima e lei voleva accompagnarla, qualsiasi cosa dicesse. Per quanto sarebbe di sicuro stata meglio a casa dai Weasley che dai suoi stessi parenti, era una cosa che doveva fare.
"Devo vedere come organizzare la partenza di Camille, non lo so" spiegò.
"A me farebbe veramente piacere se venissi. Dai, ti prego. Vieni con Camille, se non è già partita o vieni anche se sei da sola, ok? Per favore..." Pansy sorrise. La piccola Grifondoro era convincente, l'aveva già notato.
"Va bene. Vedremo di esserci. Altrimenti verrò io" acconsentì. Ginny sorrise contenta e le diede un bacio sulla guancia prima di portarsi le fette biscottate al tavolo dei grifoni.
Blaise si spostò di lato, ritornando vicino all'amica. "Cosa fai, ci vai?"
Lei stava ancora guardando la rossa che tornava al tavolo rosso e oro. "Se ti dicessi che mi piacerebbe andare?"
"Ti direi di andarci" ammise candidamente il ragazzo. Pansy spostò lo sguardo su di lui.
"Sai cosa penso di loro" rispose la ragazza.
"Dovresti smetterla."
"Loro sono brave persone" disse ancora, come se lui non avesse pensato.
Blaise sospirò. Pansy aveva dei grossi problemi da risolvere. E di sicuro non le avrebbe fatto male passare un po' di tempo con qualcuno che aveva insistito per invitarla a casa.
"Appunto. Sono brave persone che ti hanno invitato a... cos'è che dovete cucinare?"
"Biscotti" gli ricordò lei, sorridendo. Probabilmente a lei piaceva l'idea.
Il Serpeverde fece una faccia schifata. "Roba da elfi" mormorò.
La mora sospirò, tornando a guardare la piccola Weasley che gesticolava con la Granger al tavolo dei Grifondoro.
"Non posso mischiarmi con gente come loro" continuò la mora.
"Non sei Voldemort, lo sai vero?"
Il viso della ragazza divenne serio, mentre diceva: "Non sono neanche una piccola e tenera puffola pigmea. Ti ricordi com'ero l'anno scorso? E due anni fa? O tre? Dopo tutto quello che ho fatto o ho detto su di loro, dopo tutto quello che è successo... la piccola rossa mi invita a casa sua", tornò a guardare il tavolo in fondo, con uno sguardo triste.
"Sappi che se dici 'non me lo merito', ti lancio uno schiantesimo" sbuffò Blaise.
Pansy tornò a sorridere. "Grazie, posso sempre contare su di te".
Lui appoggiò un braccio sulle sue spalle e le sussurrò: "Potrai sempre farlo, lo sai. Ma adesso abbracciami anche tu, che sta arrivando Daphne"
Pansy sospirò. "Sei un cretino. Basta usare questi trucchetti. Vai da lei e chiedile di uscire, no?" lo sgridò.
Blaise si staccò da lei e brontolò. Mica era così semplice.
***
Quel sabato, il sabato prima delle vacanze scolastiche natalizie, ci sarebbe stata la partita di Quidditch fra Serpeverde e Corvonero.
Hermione non era sicura di andare a vederla, visto che non aveva ancora fatto pace con Draco (praticamente lo stava evitando da una settimana, anche se lui aveva tentato almeno tre volte di parlarle e lei non gli aveva ancora detto di aver raccontato di loro a Harry e Ron), ma Ginny aveva già deciso per lei.
Ginny aveva deciso infatti di portare lei e la Parkinson abbastanza presto allo stadio, per poter prendere dei buoni posti. Nessuna delle due voleva andare a vedere la partita, ma la piccola Weasley, come la chiamava Draco, era riuscita a convincere le ragazze dicendo che doveva assolutamente vedere come giocavano sia i Corvonero che i Serpeverde, per farsi un'idea delle prossime partite.
Ginny aveva pensato che fosse una buona idea portarle tutte e due: disse a Hermione che doveva venire per convincere Pansy a venire alla Tana a fare i biscotti, mentre alla Serpeverde aveva detto che non poteva mancare per aiutarla a convincere Hermione a far pace con Malfoy. Da una settimana infatti, la riccia non faceva altro che sospirare e guardare nel vuoto e Ginny aveva capito che era successo qualcosa che non le voleva raccontare. Ma ultimamente Hermione e Pansy avevano parlato spesso, così Ginny pensò che si sarebbero aiutate mentre lei controllava la tecnica dei giocatori in campo. Era vero che aveva bisogno di guardare come giocavano, non era riuscita ad assistere neanche a un loro allenamento.
Ma le due ragazze non capivano niente di Quidditch! Ginny sbuffò quando Hermione chiese, per la duecentesima volta la stessa cosa. E ancora quando chiese perché il battitore di Corvonero facesse un determinato lancio (che fra l'altro Ginny avrebbe dovuto ricordarselo nella prossima partita, perché riusciva particolarmente bene a colpire i cacciatori che si avvicinavano agli anelli da un lato del campo), o quando Pansy chiuse gli occhi nel momento in cui il portiere di Serpeverde si sporse troppo dalla scopa per parare la pluffa e dovette fare un'acrobazia azzardata per rimanere sulla scopa.
"Dovrebbe insegnarlo anche a mio fratello! Chi è il vostro portiere? È nuovo?" chiese Ginny alla Serpeverde.
Pansy alzò le spalle (che ne sapeva lei di chi fosse il loro portiere? Non riusciva neanche a vederlo...) e disse prima di rendersene conto: "Ho visto tuo fratello fare acrobazie più sfrenate e parate migliori".
La rossa si voltò verso di lei. "E quando l'hai visto?"
"Quando mi hai obbligato a venire a vedere la vostra partita, ricordi?" le rispose con uno sguardo curioso.
"Oh, e hai guardato mio fratello?" Hermione allungò le orecchie. Si ricordava di quella partita. E si ricordava della reazione della Parkinson, verso il portiere dei Grifondoro. Chissà se avrebbe detto qualcosa sul fatto che lui si era comportato come uno stupido esibizionista.
"Vi ho guardato tutti. Ho anche visto la faccia di Potter quando il portiere di Tassorosso ti ha stretto la mano" disse strizzando un occhio. Poi tornò a guardare la partita. Ginny divenne del colore della sua sciarpa.
"Ma adesso chi sta vincendo?" Hermione ci aveva provato a seguire la partita, davvero. Ma alla fine guardava solo Draco sulla scopa.
La Sepeverde rispose, lentamente e trascinando le parole: "Penso noi".
Ginny sbuffò. "Veramente sono pari" disse, sentendosi incompresa.
Dopo dieci minuti ci fu un boato e metà stadio si alzò in piedi. "Che succede? È finita?" la riccia cercò di capire chi avesse vinto dalle persone che gioivano. Dovevano aver vinto i Serpeverde.
"Malfoy ha preso il boccino!" strillò la giovane strega alle altre due, per sovrastare il rumore della folla intorno a loro.
Pansy strillò nell'orecchio di Hermione "Devi andare da Draco!"
Ma questa rispose, stupita: "Perché?"
"Beh, perché ha preso il boccino! Dovete festeggiare!" tentò di spiegarle.
"Non penso che lo farò."
La mora sospirò. Doveva essere ancora arrabbiata se non voleva fare pace. Chissà per cosa avevano discusso... "Beh, se fossi in te, ci andrei prima che ci vada qualcun'altra" disse, indicando un gruppo di ragazzine che andavano incontro al biondo capitano.
Hermione era indecisa. Era ancora arrabbiata con lui per quello che aveva detto sulle vacanze... oh, per Godric! Chi era quella ragazzina che l'aveva abbracciato? Si alzò per andare verso il campo e non si rese conto di correre finché Draco non la fermò circondandola con un braccio.
"Hermione! Hai visto la partita?" le chiese sorpreso. Oh, come le era mancato.
"Sì. Sei stato bravissimo!" e detto questo gli allacciò le braccia al collo e incollò le sue labbra su quelle del giocatore.
Draco non se l'aspettava (e neanche tutti quelli intorno a loro), lasciò cadere la scopa e la circondò anche con l'altro braccio. Rispose al suo bacio sorridendo e le sussurrò sulle labbra, nel momento in cui si staccarono: "Mi sei mancata, piccola". E la strinse di più.
Poi si ricordò di dove fossero. Si guardò intorno. E notò che tutti si erano fermati. Le ragazzine che avevano fatto il tifo per loro stavano guardando Hermione a bocca aperta. E anche qualcuno dei ragazzi. Poi tutto si riprese e la squadra continuò a festeggiare.
Draco guardò Hermione negli occhi. Per Salazar, che begli occhi che aveva. Le sistemò una ciocca di capelli dietro un orecchio e le chiese:"Cos'è successo?"
Lei sorrise, i suoi occhi brillarono e rispose: "Quando hai preso il boccino avete vinto la partita".
"Io non intendevo..." iniziò, ma quando la vide ridere capì che lo stava prendendo in giro. Cercò con gli occhi la scopa e la raccolse. Avrebbero parlato dopo. "Vieni alla festa?" lei annuì. Era una giornata fantastica.
***
Ron e Harry avevano visto la partita lontano dalle ragazze. Videro Hermione fiondarsi fra le braccia del Serpeverde.
Harry sorrise, poi cercò nella folla Ginny. Quando aveva cercato di parlare con lei, aveva iniziato dicendo: "Ho parlato con Hermione...", ma la rossa si era arrabbiata e se n'era andata. E si che pensava che avrebbero chiarito facilmente dopo la chiacchierata con Hermione. Forse aveva sbagliato a nominarla? Loro erano amiche. Lui era così confuso.
La vide gesticolare mentre rideva con la Parkinson, Luna e un'altra ragazza di cui gli sfuggiva il nome. Sospirò.
Ron, accanto a lui, seguì il suo sguardo. "Ma si può sapere cos'è successo fra di voi?" gli chiese.
"Sono stato un..."
Ron sventolò una mano davanti alla sua faccia, interrompendolo: "Sì sì, me la ricordo quella storia lì. Perché non vuoi spiegarmi cosa è successo? Ti giuro che non mi arrabbierò" Harry alzò un sopracciglio. "Ti giuro che proverò a non arrabbiarmi?" riprovò il rosso. Harry sorrise, mesto.
Stavano uscendo dallo stadio, dall'uscita più lontana da dov'erano le ragazze. "Dai, su. Ti giuro che se anche mi arrabbio non ti tirerò un pugno sul naso" Harry sorrise di un sorriso meno triste.
"Perché vuoi saperlo?" gli chiese il moro.
"Perché così posso aiutarti a tornare con lei?" propose Ron, spazientito.
"Ma tu non volevi che stesse con me!"
Ron sbuffò, non gli piaceva ammettere di essersi sbagliato. "Non voglio Corner o un altro a casa mia il giorno di Natale, è meglio che ci sia tu" spiegò, un po' imbarazzato.
Harry non era sicuro del fatto che ci fosse una metafora sotto la frase sul Natale di Ron, ma la prese come un consenso e gli sorrise. "Grazie".
Ron sbuffò ancora e riprovò a chiedere: "Quindi?"
"L'ho lasciata perché pensavo che mi avesse tradito. E quando ho capito che non mi aveva tradito lei si è arrabbiata" spiegò.
"Oh. E perché non me l'hai detto?"
"È tua sorella, non volevo che pensassi male di lei."
Ron si accese una sigaretta mentre camminavano verso la scuola "È mia sorella. Penso sempre male di lei" disse un po' serio e un po' no. "Con chi pensavi?"
"Malfoy" Ron si fermò.
"Oh. L'avrei mollata anch'io. Ma Hermione lo sa?" Harry spiegò, per la terza volta, di come era andata quella notte. E poi gli raccontò quello che gli aveva detto Hermione. Ron rise.
Harry lo guardò malissimo. Davvero? Lui stava male e Ron rideva? Harry ora era un po' arrabbiato. Come osava?
"Ok, scusa, amico. Quindi, ora che facciamo?" gli chiese il rosso.
"Facciamo?" rispose Harry stranito.
Ron alzò tutte e due le sopracciglia. "Non vorrai andare avanti così a lungo, vero?" Harry guardò per terra. Ma era così evidente? Ma cosa potevano fare? Guardò di nuovo l'amico.
"Io ho provato a parlarle. L'ultima volta due giorni fa. Ma lei parla di cose che non capisco. Dice che non ho fiducia in lei..." Ron si strinse nelle spalle.
"Oh, neanch'io capisco le ragazze..." Harry si ricordò della tipa che lo aveva liquidato con la storia del 'bravo ragazzo'.
"E se provassi a farla ingelosire?" propose Ron. Cavolo non poteva non fare niente. Doveva convincere Harry a smuovere la situazione.
Harry spalancò occhi e bocca. "E se poi pensa che non la voglio più e si trova un altro?"
Ron sbuffò via il fumo e gli rispose: "E se si trova un altro senza che tu faccia niente? Ti ho mica detto di tradirla".
Harry non sapeva cosa rispondere e disse la prima cosa che gli passò per la testa: "Ma da quand'è che fumi, tu?"Copertina:https://nonsolocinema.forumcommunity.net/?t=19616892
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Ritorno a Hogwarts
Fanfiction(Completa) Storia vincitrice 'Miglior Sinossi' al Wattpad Pulitzer 2018 È finita la guerra. La scuola viene ricostruita e Ginny, Harry, Hermione e Ron tornano a Hogwarts per i M.A.G.O. Ma non va tutto come ci si aspetta. Hemione e Ron non sembrano f...