10. Piccoli (e grandi) problemi

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"A ottobre ci sarà il primo weekend a Hogsmeade!" La voce di Ginny era eccitata mentre lo comunicava agli altri.
"Capirai. Sono cinque anni che ci andiamo..." Ron era di cattivo umore. Aspettava di essere da solo con Hermione per chiederle informazioni ed era nervoso sia per il fatto che non era capitata l'occasione sia per quello che voleva chiederle, ossia l'incantensimo di contraccezione. Cioè, avrebbe potuto benissimo fare una ricerca, magari in biblioteca, ma preferiva non perdere troppo tempo e chiedere direttamente a lei. In fin dei conti non c'era niente di male, no?
Però aveva ancora dubbi. Avrebbe potuto chiedere a Harry, ma poi avrebbe saputo cose che non voleva assolutamente sapere su lui e sua sorella. No, era meglio Hermione.
Rimuginò a lungo sopra la colazione e neanche si accorse di quando Ginny si alzò dal tavolo dei Grifondoro per avvicinarsi a Luna e chiederle qualcosa sulla loro lezione, finché lei non tornò indietro per baciare Harry e riscappare via.
Per fortuna Ginny e gli altri ragazzi del suo anno non frequentavano le lezioni insieme a loro. Sarebbe stato snervante.
Già sua sorella e Harry si lanciavano sorrisi e baci a tavola, in sala comune e fuori nel giardino di Hogwarts, se fossero anche stati in classe insieme lui sarebbe morto di sicuro.

Ron sbuffò. Era la cosa che gli riusciva meglio ultimamente, visto che si era allenato così spesso, pensò Hermione, così sbuffò più forte di lui e disse con un tono un po' acido: "Si può sapere cos'hai? Sei intrattabile. E so che ieri alla ronda non ti sei comportato bene!"

"Come fai a sapere della ronda?" Ron era stupito, possibile che la ragazzina avesse già raccontato tutto?
"So che non hai controllato bene tutti i corridoi. E non va bene. Non si fa..." Il suo tono era quasi pedante. Mancava solo che alzasse l'indice della mano e lo facesse dondolare a destra e a sinistra come si fa con i bambini.

Harry, che si trovava praticamente in mezzo fra i due, decise di finire velocemente la sua colazione per andare a cercare qualcuno. Chiunque, pur di non trovarsi in quella difficile situazione.
Se volevano litigare di nuovo, lui non avrebbe preso le parti di nessuno.

Appena si rese conto di essere rimasto solo con Hermione, Ron sputò il rospo: "Ascolta, ti spiegherò tutto. Devo chiederti una cosa. Ma è imbarazzante e preferirei non farlo qui al tavolo della colazione..." La bocca di Hermione disegnò un cerchio quasi perfetto.

"Oh" Hermione non si aspettava una risposta del genere. Guardò l'orologio e vide che avevano solo pochi minuti prima dell'inizio della prima ora. E lei aveva Antiche Rune, non voleva arrivare tardi.
"Facciamo a pranzo?"
Ron, meravigliato disse: "Dici che ci sarà meno gente?" Hermione sospirò e si corresse: "Facciamo a pranzo, in biblioteca?"
Il rosso si illuminò e poi ridivenne confuso. "Quindi non mangiamo?"
Hermione  iniziava a spazientirsi, alzò un sopracciglio e lo guardò. Ron capì e disse: "Ok va bene, va bene. A pranzo. In biblioteca".
"Ok ci vediamo dopo."
Si alzò velocemente dalla panca per raggiungere l'aula di Antiche Rune.

Ron si servì ancora di bacon. Se doveva saltare il pranzo, avrebbe dovuto fare almeno una buona colazione.

***

Ginny era uscita dalla biblioteca dopo aver finito l'ultima pergamena di compiti. Era stanca e non vedeva l'ora di tornare in sala comune prima di andare a cena.
Il giorno dopo ci sarebbero stati i provini per la squadra di Quidditch, e Harry (rieletto Capitano), doveva decidere chi mettere in squadra. Era così contenta che si riprendesse a giocare, finalmente.
Avrebbe passato sulla scopa tutti i pomeriggi, se ne avesse avuto la possibilità.
Decise di deviare per un corridoio poco trafficato per evitare di incontrare quella ciurma di ragazzine che Harry sosteneva fosse il suo "Fan club" personale.
Quelle ragazzine che aveva visto al negozio di George, ogni volta che la incontravano la fermavano, le facevano un sacco di domande e le dicevano cose che la mettevano in imbarazzo.
All'inizio era stata una cosa carina. Adesso stavano esagerando. Non capiva perché le fossero così attaccate e in quel momento non ci pensò più di tanto.
Quando svoltò l'angolo, vide un gruppo di studenti che discutevano. Oh, fantastico, pensava di non incontrare nessuno, e invece...
Si avvicinò velocemente e cercò di passare lontano dal gruppo, ma quando fu abbastanza vicino capì che stava succedendo qualcosa di strano. Si sentiva una discussione accesa e delle voci arrabbiate. Non sentiva cosa si dicevano, ma i toni erano molto tesi.
Tirò  fuori la bacchetta e la tenne in mano, nascosta contro la gamba. Quando fu più vicina capì che il gruppetto, sei o sette persone, era tutto contro il muro, e tutto, contro una persona.
"Che succede qui?" Subito, ragazzi e ragazze del sesto o quinto anno (o forse anche più piccoli) si girarono verso di lei. Li conosceva di vista. Forse di uno o due conosceva anche il nome, ma non ne era sicura.
Guardò oltre di loro, oltre alla ragazza di costituzione robusta che nascondeva la persona con cui stavano discutendo, quando la riconobbe: era Camille, la ragazza francese.
"Weasley, fatti un giro."
A parlare era stato un ragazzo Serpeverde del quinto anno. Rowie, forse, Ginny non era sicura.
"Perché non andate voi a farvi un giro?" rispose lei con un tono calmo, avvicinandosi.
Cercò di arrivare a Camille, per vedere se stesse bene. Il ragazzo alzò il braccio che impugnava la bacchetta, ma Ginny che era molto più veloce di lui, lo guardò lanciandogli una Fattura Orcovolante (che era quella che le veniva meglio e le piaceva di più), ben assestata. Quando apparvero i mostri che iniziarono a infastidire Rowie, gli altri si dileguarono subito.
La giovane strega si avvicinò al ragazzo che aveva fatto cadere la bacchetta, facendo finire l'incantesimo.
"Sei contro uno non mi sembra molto leale, Rowie."
"Non sono mica Tassorosso!" Sbuffò lui.
"Stai attento. Vattene adesso e non perderai niente."
"Non sei un prefetto e non puoi togliere punti alla mia casa."
Da bravo Serpeverde, comparve un ghigno sul suo viso. Ma come fanno? Fanno delle lezioni speciali giù nei sotterranei? 'Istruzioni sul ghigno: come farlo quando si ha torto e prove pratiche senza specchio'? Ginny si innervosì ancora di più.
"Ma posso farti cadere due denti da quella tua brutta faccia. E posso farlo anche senza la bacchetta. Vuoi provare?"
Strizzò un occhio e ghignò anche lei quando l'espressione del ragazzo si fece spaventata. Lui raccolse la bacchetta e scappò via.
Ginny lo guardò andarsene e poi si girò verso Camille: "Tutto ok?" La ragazza annuì ma aveva gli occhi lucidi.
"Cos'è successo?" Questa volta lei scosse la testa, come se avesse detto che non ne voleva parlare. Ginny sospirò e le mise un braccio intorno alle spalle.
"Ok. Ti accompagno nei sotterranei?" Camille annuì ancora. Serpeverde.
Perché quella povera ragazza era stata messa fra i Serpeverde? Il cappello parlante doveva aver riportato seri danni durante la battaglia o essere diventato troppo vecchio per giudicare la gente. A meno che non avesse scelto lei la casa. Ma era troppo strano.
Si incamminarono nella direzione dei sotterranei senza dire niente.
Poi Ginny si schiarì la voce: "Senti, dovresti parlare con i prefetti della tua casa di questa cosa che è successa. O direttamente con il caposcuola..." O con Lumacorno, il professore direttore di Serpeverde. Ma non lo disse ad alta voce. Avrebbe avuto problemi anche lei ad andare da un adulto. E da Lumacorno in particolare.
La ragazza scrollò ancora la testa, rassegnata. Poi la alzò e guardandola disse: "Mi insegneresti a fare la fattura che hai scagliato a Rowie?" Ginny, che non ci aveva pensato, annuì.
"Sì, può essere un'idea."
Erano arrivate ai sotterranei quando incontrarono Zabini che raggiungeva l'ingresso dei Serpeverde anche lui.
"Oh, mia cara signorina Weasley, che piacere vederla qui. È venuta per incontrare me?" Zabini fece sorridere le due ragazze con i suoi modi d'altri tempi, esageratamente pomposi e affettati. Il suo viso sorrideva come se non avesse nessun problema al mondo, e Ginny immaginò che fosse proprio così, quando si accorse della ragazza accanto alla rossa.
"Camille! Tutto bene?" Ginny notò il suo mutare d'espressione. Era preoccupato davvero? Si voltò anche lei verso Camille, che ora stava sorridendo timidamente.
"Sì Blaise, tutto bene, grazie. Ginny mi ha accompagnato..." Zabini guardò ancora Ginny e questa annuì per conferma.
"Allora, se non vuole proprio godere della mia compagnia, prendo in custodia questa giovane donzella e mi auguro di vederla al più presto, signorina Weasley."
A quelle parole di Blaise, Camille salutò entrambi e scappò dietro un altro studente che entrava dalla porta d'ingresso.
Notando che Zabini aveva fatto tutto da solo, e che stava seguendo la ragazza anche lui, Ginny fece appena in tempo a fermarlo con una mano sul braccio, dicendogli: "Stalle vicino. C'è qualcosa che non va..." Il moro annuì, come se avesse capito perfettamente (e Ginny sperò che lo avesse capito davvero), e la raggiunse.

La rossa fece dietro front e si incamminò verso la torre dei Grifondoro.

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