28. La serata di Ginny, Pansy e Camille

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Ginny arrivò alla porta dei sotterranei che Camille la stava già aspettando. Le sorrise. Un po' nervosa lo era, ma anche eccitata. Era stata nella sala comune dei Corvonero, con Luna, ma nei sotterranei non c'era mai andata.
La strega più giovane, la prese per mano e la trascinò oltre il passaggio. Fu così veloce che Ginny non capì neanche la parola d'ordine.
Quando fu dentro, la rossa si guardò intorno. C'era una luce soffusa verde e la stanza aveva pareti e soffitto di pietra. Avrebbe dovuto essere gelata, invece si stava bene. Un enorme camino era acceso e scoppiettava invitante in fondo alla stanza. C'erano divani in pelle nera su cui molti ragazzi erano seduti a chiacchierare. C'erano tavoli su cui altri ragazzi facevano i compiti. Alcune teste si alzarono al suo passaggio, mentre seguiva Camille, qualcuno la guardava incuriosito, qualcuno la salutò.
A un certo punto si ritrovò di fronte Rowie, il ragazzo che aveva infastidito Camille. "Weasley, sei venuta a trovarmi?" chiese lui.
Il ragazzo aveva un cipiglio strano e si voltò più volte verso due amici, sorridendo. Ginny capì che voleva farsi grande a sue spese, così alzò un sopracciglio (che la rese tanto Serpeverde) e rispose al ragazzo, che era alto quasi quanto lei: "Ti piacerebbe, Rowie!" Lui sghignazzò.
"Vieni in camera da me e scoprirai qualcosa che piace anche a te" disse a voce troppo alta per essere un tentativo di innocente seduzione.
"Richiedimelo quando avrai ammucchiato dieci centimetri e un po' di manualità con la bacchetta e io ti rifiuterò lasciandoti anche la dignità!"
Lui ci mise un po' a capire quello che intendeva e quando i suoi amici ridacchiarono, capì che era un insulto e la sua faccia si trasformò. Si avvicinò di un passo e Ginny si preparò a tirar fuori la bacchetta quando una voce alle sue spalle esclamò: "Rowie, smettila di agitarti e sii gentile con gli ospiti. Su".
Il ragazzo guardò alle spalle della Grifondoro, incassò il colpo e se ne andò. La rossa si girò e vide la Parkinson che seguiva con lo sguardo il ragazzo. Quando lui fu seduto, la Serpeverde guardò Ginny e le sorrise.
"Sei una persona coraggiosa. Mi piace" disse. La rossa alzò le spalle e le andò incontro.
"Qualcuno mi ha promesso del gelato, sono sempre coraggiosa quando c'è di mezzo il gelato."
La mora annuì, fece un cenno a Camille, che si era allontanata quando si era avvicinato il ragazzo e le fece strada.
Ginny guardava fuori dalle finestre man mano che attraversarono la sala. Davano tutte sul lago nero. Sotto il lago nero. Era bellissimo. Riusciva a vedere gli abitanti del lago: svariati pesci e qualche avvincino, ma non vedeva sirene da nessuna parte. Per fortuna neanche la piovra gigante.
Quando arrivarono nella camera del settimo anno (settimo anno plus), la rossa si guardò in giro. Non era poi tanto diversa dalla sua camera. I letti a baldacchino erano uguali a quelli del suo dormitorio, solo che questi erano tutti nel tono del verde. Verde e argento, logicamente. Seta probabilmente, pensò, accarezzando le cortine del letto più vicino.
"Carino qui" disse. Il rumore dell'acqua era calmante e, come aveva già pensato, il fatto che non facesse freddo era molto piacevole.
Si avvicinò al letto dove si erano sedute le ragazze e Camille iniziò a chiacchierare senza sosta, probabilmente perché era un po' nervosa. E anche Ginny iniziava a esserlo. Guardò il baule in fondo al letto della Parkinson e vide lo stemma della sua famiglia sul lato. Non lo conosceva molto bene, forse non lo aveva mai visto. Ma era lo stesso di Camille?
"Allora, com'è che siete sorelle?" Buttò li per rompere il ghiaccio.

Pansy fu contenta che la Weasley avesse parlato per prima. Iniziava a essere nervosa e Camille chiacchierava di cose inutili senza concludere niente. Sapeva che la sorella aveva pochissime amiche, così quando si erano presentate insieme, aveva capito che Camille teneva a lei e l'aveva invitata, ma poi si era sentita un po' agitata. Di cosa avrebbero parlato? Cosa potevano avere in comune?
"Quando mio padre è morto, mia mamma si è risposata e poi è nata lei" disse alla Grifondoro. Si rese conto di essere stata un po' freddina, ma era ancora nervosa.
La rossa sorrise dicendo: "Concisa, eh?"
Pansy ricambiò il sorriso. Chiamò a gran voce un elfo, che apparve subito, e gli chiese di portagli del gelato per tre persone. Poi si corresse e disse 'tanto gelato' e prima che se ne andasse gli chiese anche di portare del Firewhisky.
L'elfo guardò Camille e poi la Grifondoro e brontolò qualcosa sul mescolare alcolici e minorenni, così Pansy tranquillizzò l'elfo dicendo che Camille non ne avrebbe bevuto e che la Weasley fosse maggiorenne, e lui andò via, ma sempre brontolando. "Merlino! Ma è così facile? Basta chiamare un elfo?"
Pansy la guardò e le spiegò: "Quircky è uno dei nostri elfi, non lavora nelle cucine di Hogwarts..."

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora