36. Il bagno dei prefetti

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"Ehi Ron, stai andando alla stanza dei prefetti?"
Ron si girò e vide la sorella che gli allungava qualcosa, mentre spiegava: "Hermione dovrebbe essere nel bagno dei prefetti a cercare questa catenina, ma l'ho trovata in camera mia, puoi dargliela tu? Tanto ci passi davanti..." Ron sbuffò, vero che ci passava davanti, però...
Guardò la sorella e non riuscì a dirle di no, esattamente come tutte le altre volte..
"Ok, dai" acconsentì.
"Grazie" disse Ginny e l'abbracciò, fuggendo poco dopo verso i sotterranei.

Ron fece lentamente le scale, non aveva nessuna voglia di deviare per il bagno dei prefetti. Guardò il gioiello che gli aveva dato Ginny. Era uno di quelli della nonna di Hermione. Glieli aveva lasciati quando era morta. Sospirò. Una buona causa.
Accelerò il passo. Arrivò al quinto piano, passò la statua e contò quattro porte. Quando si trovò davanti alla porta del bagno rimase un attimo lì a fissarla: com'era la parola per entrare? Era un po' che non usava il bagno dei prefetti.
Ci rifletté un attimo, poi disse alla porta: "Pozione guaritrice", e questa si aprì. Lui entrò lasciando la porta aperta e chiamò ad alta voce: "Hermione? Sono Ron!"
Fece un passo avanti ma un grido lo fece fermare sul posto. C'era un paravento davanti a parte della grande vasca olimpionica e c'era una ragazza fra lui e il paravento. Una ragazza che reggeva un asciugamano bianco contro di sè, per coprirsi. Per il resto, doveva essere nuda.
"Non sei Hermione" disse, meravigliato.

Pansy fece una smorfia. Che domanda stupida.
"No, è evidente. Lei è già uscita" disse,  indicando la porta con il capo. Lui si girò e vide la porta spalancata, l'accostò con il piede e si girò ancora verso di lei.

Ron sapeva che era molto maleducato, quello che stava facendo, ma non riuscì a non farlo. La guardò in viso: i suoi occhi, la sua bocca... scese con lo sguardo. La pelle dorata del seno della ragazza era un contrasto peccaminoso contro il candore dell'asciugamano. Lui continuò a guardarla, e fece scivolare lo sguardo ancora più giù. L'asciugamano non era tanto grande e lei riusciva a coprirsi il giusto.

Pansy, imbarazzata, lanciò un'occhiata alla sua bacchetta, rimasta sul lavandino vicino a Weasley e lanciò uno sguardo alla parete degli asciugamani, lontana dall'altra parte. Ma anche prendere un asciugamano più grande, avrebbe significato non reggere più quello che aveva addosso. E spostarsi sarebbe stato pericoloso.
Era meglio stare lì con quell'asciugamano. Almeno quello riusciva a coprirla. Un po'. Davanti.

Ron vide lo sguardo della mora andare agli asciugamani e sentì le orecchie diventare rosse. Spostò lo sguardo da lei, non perché volesse, ma perché era la cosa giusta. (non gli attraversò per la mente che andarsene sarebbe stato ancora più giusto, pensò molto più tardi). Alzò lo sguardo e lo posò dietro di lei, finché non si accorse di guardare uno specchio. Vedeva la schiena della ragazza, e sulla sua schiena c'erano un tatuaggio magico.
Un disegno bellissimo, piccoli puntini luminosi brillavano come stelle. Incantato continuò a guardare: capì che fosse veramente una costellazione grazie al disegno e a come si illuminavano gli astri luminosi. Non riusciva a capire quale fosse, però, lui conosceva solo il grande carro e le cose più ovvie. Perché non era stato più attento ad Astronomia? La guardò bene e cercò di imprimerselo nella mente. Doveva essere per forza una costellazione.

Ron fece un passo avanti  per guardare meglio lo specchio, quando lei gli chiese, con un filo di voce: "Puoi uscire, per favore?"
Lui si riprese., tornò a guardarla in viso e disse, con voce roca: "Sì, scusami".
Fece un passo indietro e, vedendo la bacchetta della ragazza, la prese e gliela portò. "Chiuditi dentro, appena esco."
Quando uscì si ricordò che lei era fidanzata. Non ci aveva più pensato dalla partita di Quidditch.

Pansy annuì. Non riusciva a dire niente.
Lui se ne andò senza più guardarla e lei rimase in quella posizione per un tempo infinito. Era uscito. Sì, beh, glielo aveva detto lei. E lui le aveva dato la bacchetta per chiudersi dentro.
Chiunque altro avrebbe approfittato della situazione (e di lei). Ma non lui. Weasley l'aveva guardata con quello sguardo voglioso negli occhi e lei sapeva che se avesse fatto cadere l'asciugamano, lui avrebbe fatto i pochi passi per coprire la distanza che li separava e sarebbe stato da lei. O almeno, lo sperava. Ma poi aveva distolto lo sguardo, perché era un bravo ragazzo e non approfitta di nessuno (e probabilmente non ne ha bisogno).
La Serpeverde pianse, silenziosamente, mentre si immergeva nella grande vasca. Da sola.

***

La mattina dopo Ron vide Hermione nella sala comune, prima di scendere a fare colazione. Le consegnò la catenina e le disse che Ginny l'aveva trovata in camera sua. Lei lo ringranziò contenta.
Poi le allungò una pergamena piegata e le chiese: "Dovrebbe essere una costellazione, tu sai quale?" Hermione, incuriosita prese la pergamena e l'aprì.
Ron aveva disegnato le stelle che aveva visto sulla schiena della Parkinson appena era riuscito a mettere mano a una piuma autoinchiostrante. Aveva cercato sul libro di Astronomia ma non aveva trovato la costellazione giusta. O non esisteva, oppure Hermione sapeva quale fosse. Aspettò con impazienza ma non disse niente.
Hermione corrugò la fronte e lui pensò di averlo disegnato male, ma lei disse: "Possibile che sia da guardare così?" gli chiese, girando la pergamena e guardando la parte immacolata dietro il foglio. Tirò fuori la bacchetta e lanciò un incantesimo alla pergamena e il disegno si riflettè, simmetrico. Oh, giusto, lui lo aveva visto nello specchio! Ecco perché non l'aveva trovato!
Hermione guardò il foglio e poi sorrise dicendo: "È la costellazione del cane".
"Del cane?" chiese Ron, forse non aveva capito giusto.
Hermione annuì e gli indicò un puntino in basso. "Questo è Sirio, la stella più luminosa del cielo" spiegò. Ron annuì. La stella più luminosa? La cosa era interessante.
"Perché ti interessa?" gli chiese l'amica.
Ron scosse la testa, come se non fosse importante, poi guardò a lungo Hermione e le chiese sottovoce "Tu... Tu hai trovato qualcuno? Qualcuno che ti piace veramente?"
Loro non avevano più parlato di quello. Lei divenne un po' rossa ma sorrise.
"Sì. E tu?" Lui guardò altrove.
"Non lo so..."
"Ne vuoi parlare?" gli chiese e lui fece una faccia scandalizzata.
"NO!" esclamò.
Hermione rise e ammiccò, dicendo: "È sempre quella del bravo ragazzo?"
Lui annuì, solo che ora aveva scoperto che era fidanzata. Se lui non fosse stato un bravo ragazzo, lei avrebbe lasciato l'altro?
"Secondo te, dovrei essere diverso? Dovrei cambiare?" le chiese.
"No. Non devi smettere di essere un bravo ragazzo. Anche perché magari, se lei sapesse di tutte le ragazzine che ti girano intorno, potrebbe cambiare idea senza che tu faccia niente."
Hermione gli strizzò un occhio.
Ron divenne rosso e disse: "Ma io, veramente..."
A parte la Simmons, che aveva liquidato dopo la faccenda di Rowie, era stato con due ragazze, ma mica ragazzine, erano del settimo anno. Ma nessuna che gli avesse fatto venir voglia di uscire con loro. E dopo che aveva baciato la Parkinson nell'aula di pozioni, non aveva cercato più nessuna. Ma non poteva raccontare tutto questo a Hermione. Così cambiò discorso.
"E allora, chi è il tuo ragazzo?" le chiese.
Lei disse qualcosa sulla colazione, come se le cose fossero collegate e lo salutò con la scusa che fosse in ritardo. Quando passò il ritratto, Ron capì che aveva deviato il discorso per non dirgli niente. Sbuffò. Bastava dirlo, no?

Copertina: https://ilpaiolomagico.forumfree.it

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