48. Chi è incinta?

1.6K 68 32
                                    

"Chi è che è incinta?" Molly era tornata in cucina con Fleur che teneva sul fianco un bambino con i capelli azzurri e, dietro di lei, entrò una signora sulla cinquantina, con i capelli biondi raccolti sulla nuca, salutando tutti.
"Mia sorella, signora Weasley" disse la ragazza, girandosi verso di lei. La donna si girò verso la Serpeverde, guardandola curiosa.
"Tua sorella? Ma quanti ha?"
Bill, che riconobbe il tono della madre, fece cenno a George di uscire con lui dalla cucina. "George, non avevi detto che mi avresti fatto vedere.... ehm... qualcosa?"
George lanciò un'occhiata ad Angelina, che annuì, ed esclamò: "Certo! Mi ero scordato. Vieni in camera mia che te lo faccio vedere". E i ragazzi uscirono.

Pansy che aveva seguito con lo sguardo i due ragazzi (e aveva tanto desiderato dire che voleva andare con loro), tornò a guardare la madre di Ginny e sussurrò: "Quindici".
Fluer fece un verso strano di stupore e si sedette con il bambino sulla panca mentre il piccolo giocava con i suoi capelli.
"Quindici! Pansy..." mormorò la signora Weasley.
La donna bionda si avvicinò al tavolo, dove ormai tutti i biscotti erano stati decorati, e le sorrise. "Sei Pansy? Pansy Parkinson?" Pansy annuì.
La signora le si avvicinò. "Mia sorella Narcissa mi ha parlato di te" disse e quando la guardò, le porse la mano "Ah, io sono Andromeda Tonks. E lui è il mio nipotino Teddy".
La ragazza guardò il bambino, che si stava mettendo una mano in bocca e poi riportò lo sguardo su Andromeda. Non riusciva a capire chi fosse. La Granger le sussurrò: "È la zia di Draco". Pansy capì che doveva essere quella sorella di Narcissa che era stata rinnegata dalla famiglia. Una volta Draco le aveva detto qualcosa a proposito... Sì, doveva essere la madre di Ninfadora Tonks.
"Piacere, signora Tonks" disse, stringendole la mano un po' imbarazzata.
"Oh, chiamami pure Andromeda. Ci vedremo comunque a Natale a casa di Narcissa."
"Io non..." Ma la Serpeverde non potè finire la frase.
"Ma tua sorella sta bene? E adesso cosa farete?"

Molly non era in vena di convenevoli, anzi, pensava ci fossero cose più importanti.
La ragazza alzò le spalle: "Io penso che stia bene. Cioè, l'ho portata al San Mungo e i medimaghi l'hanno visitata. Le ho detto che le sarei stata vicina, ma effettivamente non ho la più pallida idea di cosa fare. Lei vuole tenere il bambino e io l'aiuterò. Posso fare solo questo. Non mi vuole neanche dire chi è il padre".
Ci fu un minuto di silenzio. Poi, sempre silenziosamente, la strega più vecchia, bacchetta alla mano, sgomberò il tavolo, lo ripulì e poi fece sedere la ragazza sulla panca.

Pansy, per un attimo, pensò che la signora Weasley l'avrebbe sgridata (come sapeva avrebbe fatto sua madre) con frasi tipo 'Ma che ti salta in mente?', 'Ma dove eri quando tua sorella si stava cacciando nei guai? 'o 'Perché hai lasciato che succedesse?'.
Ma lei le andò vicino e la fece sedere, accomodandosi accanto a lei e mettendole un braccio sulle spalle, un gesto che Pansy avrebbe voluto ricevere tante volte, da sua madre, ma che non era mai successo.

Dal salotto, in quel momento, si sentirono delle voci. Probabilmente suo marito Arthur e i ragazzi erano tornati a casa. Molly fece cenno a Ginny di chiudere la porta della cucina.
"Ma non avete nessuno che può aiutarvi a crescere il bambino?" chiese alla mora, mentre Ginny chiudeva la porta. Tutte le ragazze si sedettero, chi vicino a Fluer, chi vicino a Pansy, mentre Andromeda metteva su l'acqua per il tè.

Harry e Ron erano arrivati con la metropolvere pochi secondi dietro al padre di Ron. Harry salutò tutti. In soggiorno c'erano Bill e George e lo salutarono anche loro. "Come è andata? Mi avete distrutto il negozio?" George sorrideva, e a Harry la cosa piacque molto.
"No, abbiamo pensato di farlo saltare in aria la prossima volta, così da non creare sospetti" gli rispose e George annuì con un cenno del capo.
Ron sentì delle voci in cucina e chiese ai fratelli: "Chi c'è?"
Bill gli rispose: "C'è Andromeda con Teddy".
Il viso di Harry si illuminò. "Teddy?"

Ron si avvicinò alla cucina ma quando fu davanti alla porta vide la Parkinson seduta sulla panca, vicino a sua madre che le chiedeva: "Ma non avete nessuno che può aiutarvi a crescere il bambino?", e la mora scuotere la testa. Fece un passo avanti, ma dopo pochissimo, Ginny lo chiuse fuori dalla cucina.
Ma cosa stava succedendo? Cosa ci faceva lì la Serpeverde? E poi.. un bambino? Ma la Parkinson era incinta? Quell'idiota del suo fidanzato l'aveva messa incinta? Si passò nervosamente una mano fra i capelli e si rigirò verso il soggiorno.
George disse, indicando la cucina con il capo: "C'è aria tesa, là dentro. Noi siamo usciti".
Ron annuì e guardò Harry che, non avendo sentito quello che aveva sentito lui, non capì. "Facciamo un giro?" gli chiese e Harry annuì. Uscirono insieme da casa e andarono sul retro girando intorno all'edificio.

In cucina, nel frattempo, Molly coccolava la moretta come se fosse un'altra figlia.
La giovane raccontò della sorella, di come avesse scoperto di essere incinta e del fatto che avesse voluto andare dai nonni in Francia. Aveva spiegato come aveva accompagnato in Francia la sorella, che era ancora arrabbiata con lei, così non si era fermata nella casa dei nonni. Aveva comunque già ricevuto una sua lettera, molto striminzita, in cui le diceva che stava bene. Ne aspettava un'altra per l'indomani. Poi sarebbe tornata in Francia per assicurarsi che stesse andando tutto bene. Le aveva comunque lasciato la passaporta, nel caso ne avesse avuto bisogno.
"Ma perché pensi che ne potrebbe avere bisogno?" Ginny stava giocando con Teddy sul pavimento, ma quando il bambino le tirò i capelli, cacciò un urletto. Hermione si avvicinò e prese in braccio il piccolo, dopo avergli tolto i capelli della rossa dalle mani.

Pansy scosse le spalle. "I suoi nonni somigliano troppo a mia madre" spiegò. Ginny la guardò in una maniera curiosa, ma lei sperò che riuscisse a capire.

Ginny pensò che Pansy non volesse dire troppo davanti a persone che non conosceva bene. Così alla fine annuì. Si alzò da terra e riprese Teddy in braccio, facendogli una pernacchia sul pancino. Il bambino rise rumorosamente e lei si avvicinò all'amica.
"Vedrai che andrà tutto bene" disse sua madre, guardando Teddy. Aveva un tono strano. Probabilmente stava pensando. Ginny si risedette vicino alla mora e si mise Teddy sulle ginocchia, girato verso di lei.
"Andrà bene sì. Guarda come sono carini i bambini."

Teddy allungò una manina a toccarle un ginocchio. La sua pelle era calda, la sentiva attraverso le calze. Pansy sorrise. Il bambino alzò lo sguardo su di lei e i suoi occhi brillarono di un altro colore. La mora pensò di esserselo immaginato.
Poi Ginny le diede il bambino e disse: "To' fai un po' di pratica".
Pansy sollevò Teddy davanti al viso, un po' imbarazzata perché non sapeva molto bene come tenerlo, ma lui non lo sapeva e rise gaio. I suoi occhi questa volta cambiarono colore davvero e divennero viola e lei sgranò gli occhi stupita. Lui rise di più, aprendo la bocca e infilandoci una mano.
Pansy, contagiata dal bambino rise e lui, guardandola, cambiò il colore dei capelli. "Mah..." esclamò lei, guardandosi intorno sorpresa.
"Teddy è un Metamorfomagus" spiegò Hermione e accarezzò il bimbo sui ricci fucsia.
La Serpeverde fece sedere il bambino sulle sue gambe e disse: "Così piccolo e già così interessante", Poi sussurrò: "Vedrai quante ragazze cadranno ai tuoi piedi!"
Andromeda rise, versando il tè. Anche Molly sorrise.
"Chi vuole una tazza di te?" chiese la donna. Pansy si alzò e consegnò il bambino alla nonna.
"Io ho bisogno di fumare, scusatemi" dichiarò e fuggì dalla cucina prima di sentire qualche commento su quanto facesse male fumare.
Uscì dalla cucina, indossò il mantello e andò in cortile, guardandosi intorno. Ormai c'era buio e intorno a lei solo campagna. Molto carino.

Ginny sentì dei rumori oltre la porta che dava sul retro. Si alzò e andò a vedere: Ron e Harry stavano volando sulle scope, rincorrendosi come bambini.
Quando la vide, Harry atterrò vicino a lei. Poco dopo anche Ron atterrò vicino a Harry. "Tutto a posto lì in cucina?" le chiese suo fratello.
Lei annuì, guardando Harry. "Sì sì. Venite". Ron entrò lasciando fuori la scopa. Poco dopo entrò anche Harry.
"Biscotti?" Il rosso allungò una mano verso un biscotto e lo fece sparire in bocca.
"Tanto lavoro e poi..." brontolò Ginny.
"Che si mangia, stasera, mamma?" chiese Ron, ignorandola. Mangiò anche un altro biscotto. Molly borbottò qualcosa che Ginny non capì, ma Ron dovette capire perché non rifece la domanda. "E di dolce?"
"Torta di Melassa" specificò Molly. A Harry si illuminarono gli occhi. Era il suo dolce preferito. Ginny si irritò.
"Perché hai fatto la torta di melassa, mamma?" Molly la guardò stranita "L'hai fatta per Harry?"
La signora Weasley si imbarazzò, colta sul fatto. "Beh, io pensavo..."
"Grazie, signora Weasley" disse a quel punto Harry. Ginny si irritò ancora di più.
"Mamma, lo sai che ci siamo anche noi? Noi altri figli? Perché non hai fatto la mia torta preferita? O quella di Ron?"

Il rosso guardò la sorella, non capendo la sua sfuriata. Poi guardò Hermione, ma neanche lei ci capiva molto.
"Ma lo sai qual è la torta preferita di Ron, almeno, mamma? O sai solo qual è quella di Harry?"
Tutti si voltarono verso Molly e poi verso Ron. Lui si sentì in imbarazzo. Cosa aveva sua sorella? Perché era così cattiva? Lui la guardò, ma lei non ricambiò il suo sguardo. Così guardò sua mamma, che aveva una faccia strana, come se fosse preoccupata per la figlia. Quando la madre lo guardò, aveva uno sguardo colpevole. Lui lanciò uno sguardo di fuoco alla sorella (e si assicurò che lei lo vedesse) e poi si avvicinò alla strega più vecchia.
"Mamma, a me le tue torte piacciono tutte. Non ne ho una preferita" disse, le diede un bacio sulla guancia e uscì fuori. Prese la scopa e fece un altro giro.

Pansy sentì una gallina chiocciare da qualche parte. Andò verso il giardino e si sedette su una panchina girandosi verso la casa. Da lì poteva vedere tutta la costruzione: era fatta in maniera stranissima.
Immaginò che per ogni figlio che nasceva i coniugi Weasley aggiungessero un pezzo di casa per fare spazio. Era incredibile. Chissà com'era crescere in una famiglia numerosa.
Si accese una sigaretta e aspirò. Da fuori vide le lanterne accendersi in soggiorno. Ci furono un po'di grida e tante risate. Da dov'era poteva osservare l'ombra delle persone sui vetri delle finestre. Erano una gran famiglia.
Sentì la voce della Granger chiamare uno dei Weasley e sentì la Johnson urlare a seguito di uno scoppio. Poi ci fu la risata del gemello. La voce della signora Weasley sovrastava tutti, gridando e sgridando. Ci furono altre risate e si sentirono dei rumori strani. Poi il Weasley che aveva fatto i biscotti con loro, chiamò a gran voce Potter, ma qualcun altro gridò di non andare e poi ci fu un altro scoppio. Di sicuro non si annoiavano mai.

"Ciao."
Ron atterrò vicino alla panchina. La Parkinson sobbalzò quando sentì la sua voce. Fece cadere la sigaretta. "Oh, Merlino!" E si chinò a raccoglierla. Ma come, stava fumando?

"Non dovresti fumare" la sgridò.
Lei lo guardò stranita. "Abbiamo già fatto questo discorso..."
"No, davvero. Non fa male... al bambino?" La mora sgranò gli occhi quando capì cosa intendesse. Doveva aver sentito qualche frase dalla cucina.
"Oh, no. Non sono io a essere... incinta."

Ron si sedette anche lui sulla panchina, sorridendo.
"Oh, meglio così" disse allora. Lei lo guardò con uno sguardo strano. Non c'era tanta luce e lui non la vedeva benissimo.
"È mia sorella che aspetta un bambino" spiegò.
"Per Godric. La Serpeverde di quindici anni, giusto?" Lei annuì. Si accese anche lui una sigaretta.
"Già. Ma cosa fai, fumi? E se tua mamma lo viene a sapere?" Lui scosse le spalle.
"Merlino, fa paura a me, tua mamma!" Ron rise. Già, mamma faceva quell'effetto. Lei sospirò. Poi Ron tirò dalla sigaretta.
"Sarà contento il tuo fidanzato" disse, poi si rese conto di quello che aveva detto e cercò di rimediare "Non che sia incinta tua sorella... ma che non lo sia tu... oh Merlino. Intendevo..."
Ron si sentiva malissimo. Diceva sempre la cosa sbagliata. Come uscirne, adesso?

Pansy iniziò a ridere. La sua faccia era spassosissima: era così tenero. Le vennero le lacrime agli occhi e, quando riuscì a controllarsi, disse: "Non preoccuparti. Ho capito. Ma io non ce l'ho un fidanzato". Alzò le spalle e guardò verso la casa, rigirando la sigaretta fra le dita.

Ron sorrise ancora. Ma poi il suo sorriso svanì. "Ma Ginny dice..." Lei aspirò e quando sbuffò il fumo. Qualcosa si mosse nel petto del rosso.
"Oh, William è un gioco fra me e tua sorella. Ci è solo sfuggito di mano" liquidò la cosa lei.
Ron si guardò intorno: una gran bella serata. Per uccidere una sorella. Prima la sceneggiata con sua madre, ora questa scoperta. Se fosse dipeso da lui, non sarebbe arrivata viva a Natale.
"Oh là là" esclamò la mora e lui si voltò verso di lei. Gli indicò una finestra. Stava guardando verso casa sua, verso i piani più alti. Si girò anche lui verso il quarto piano: la camera di George aveva le luci accese. Si vedevano chiaramente due ombre, quella di George e quella di Angelina. Si stavano baciando, dopo poco Angelina tolse la maglietta a George. Non si vedeva granchè, ma c'era da immaginare che fra non molto sarebbero finiti a letto.
"Immaginavo qualcosa del genere" disse lui, sorridendo.

Lei si alzò e spense la sigaretta sotto la scarpa. Tirò fuori la bacchetta per farla sparire e nel farlo, il mantello le si aprì un po'.
"Sei sporca di farina" disse Weasley, allungò la mano verso la sua gamba e la pulì dalla polvere bianca.

Quando la toccò le sue gambe tremarono e se ne accorse anche lui.
"Ti sei scordata di vestirti?" le chiese e Pansy pensò di aver capito male.
"Scusa?"
"È dicembre. Sei troppo poco vestita" la sgridò il rosso.
"Ma cosa dici?" Pansy si guardò: aveva dei pantaloncini, le calze coprenti e una maglia sottile ma caldissima. Anche lì fuori, non aveva freddo.

La stava guardando anche Ron. Prima le aveva guardato le gambe. Ma quelli erano pantaloncini? Erano corti. Troppo corti. Lui riusciva a vedere tantissimo. Quando poi spostò il mantello per guardarsi meglio, lui vide che indossava una maglia attillata che le metteva in mostra il seno.
Si leccò le labbra. Per Godric, sarebbe stato difficile non fare niente.
Così pensò a qualcosa da dire, senza tornare in casa. Ma lei la pensava diversamente.
Si era già incamminata verso il portone d'ingresso quando Ron, che non voleva che se ne andasse disse ad alta voce: "Vuoi vedere una cosa bella?"

Pansy si girò. Avrebbe dovuto dire di no? Come si fa a dire di no a una cosa bella?
"Che cosa?" gli chiese. Si rese conto da sola che era una domanda stupida. Ma sapeva anche che non voleva dire di no. E per accettare ci voleva un buon motivo.
"Dovrai fidarti" disse il rosso, poi si alzò e fece sparire la sigaretta.
Tentennò un po'. Ma neanche tanto.
"Ok" rispose, e fece due passi fino a raggiungerlo.

Ron le prese la mano e la portò dietro casa. Girarono intorno alla costruzione e si trovarono davanti un piccolo capanno di legno.
Lui aprì la porta e, sempre con la mano libera, afferrò la bacchetta e accese le lanterne. Le fece cenno di entrare e poi chiuse la porta dietro di sé.

Copertina:https://www.pinterest.it/pin/542894930050940301/?lp=true

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora