94. Le vacanze di primavera

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"Certo che fa ancora freddo!" Ginny si era messa a cavalcioni sulla scopa e cercava di sistemarsi una scarpa prima di prendere il volo. Lidya, vicino a lei, disse che amava il freddo. Ma lei veniva dall'Irlanda del nord, quindi non faceva testo.
"Oh, io no. Non vedo l'ora che arrivi la primavera". Si sistemò i polsini e partì per svolazzare intorno al campo. Quando uscirono anche i ragazzi, si era un po' scaldata, ma mica tanto.

Harry volò vicino a Ginny, prima di iniziare i giri di campo. Lei aveva le guance rosse per il freddo e, come al solito, era bellissima.
"Hai pensato alle vacanze di primavera?" le chiese. Lei si fermò e lo guardò alzando un sopracciglio.
"Pensato?"
Lui si stranì. "Cioè... io... pensavo..."

Ehi, cosa stava succedendo? Ginny volò vicino a Harry e gli chiese: "Cosa c'è? A cosa dovevo pensare?"
Lui spalancò gli occhi. Ma... "No, lascia stare".
E si fiondò a gran voce verso gli altri. Ginny continuò a girare in tondo, guardando i ragazzi.

Ron vide Harry venire verso di lui, vicino ai pali.
"Oh, Harry... Tutto ok?" Il suo tonò cambiò mentre lui si avvicinava. Harry annuì. Ron meccanicamente guardò Ginny. Svolazzava con gli altri cacciatori ma lanciava delle strane occhiate verso di loro.
"Glielo hai chiesto?" Harry scosse il capo. O santo Godric! Il salvatore del mondo magico non riusciva a parlare con la sua ragazza!
"E perché?" Harry girò intorno a lui e formò più volte la traiettoria dell'otto.
"E se mi dice di no? E se non fosse una buona idea?"
Ron sbuffò. "Dai, Harry!" "Davvero. E se a lei non piacesse?" Sbuffò ancora più forte.
"Fai quello che vuoi."
Alzò le spalle e girò intorno ai pali, gridando a Dean di darsi una mossa.

Harry guardò Ron. Sapeva che aveva ragione. Era una buona idea ed era abbastanza convinto che sarebbe piaciuta anche a Ginny, ma... Bo. Si armò di tutto il coraggio che gli era rimasto e volò verso Ginny.
"Ehi, Ginny, fai un giro di campo con me?"
Lei annuì, sempre più incuriosita. Volarono in alto, in maniera di essere lontani dal campo, e da soli.

Cosa doveva dirle, Harry? Iniziava ad agitarsi. Aveva capito solo che c'entravano le vacanze di primavera... Un po' misero come indizio.
Lo guardò mentre lui prestava attenzione davanti a sé. Oh Merlino. Volò dritta verso di lui e si fermò sulla sua traiettoria.
Harry si spaventò: doveva essere sovrappensiero.
"Ginny!" urlò come una tredicenne isterica. La rossa sbuffò.
"Ok, Harry. Dimmi quello che mi devi dire."
Il ragazzo spalancò gli occhi. "Come fai a sapere..."
"Se mi devi lasciare..."
"NO!" urlò ancora lui. Urlò forte, perché dal campo Lidya e uno dei battitori si girarono verso di loro. Si avvicinò a lei e le prese un braccio.
"Scusa, non volevo essere così... È che devo chiederti una cosa e ho paura che tu pensi sia una brutta idea". Oh. Quanto brutta?
"Che tipo di cosa?"
"Ti... piacerebbe passare le vacanze con me? Io e te, da soli?" Ginny sentì un sorriso salirle alle labbra. Una vacanza insieme? Lei e Harry? E perché doveva sembrare una brutta idea?
"Sì, sì, mi piacerebbe!" esclamò, invece. Lui sorrise.
"Sicura? Perché sarebbero dieci giorni e noi saremmo... " Dieci giorni?
"Perché dieci giorni? Le vacanze durano due settimane."
"Oh, tua madre ha detto che ti vuole a casa qualche giorno, prima di partire e dopo ci sarà la cena dell'ordine."
La mamma? "E cosa c'entra mia mamma adesso?"
"Ho chiesto prima ai tuoi" disse Harry. No, cioè, lui aveva chiesto ai suoi genitori il permesso di portarla in vacanza? Ma cos'era, il medioevo? Sbuffò, voltandogli le spalle
"Forse è il caso che ne parliamo dopo" urlò verso di lui.
Aveva una gran voglia di buttarlo giù dalla scopa e aveva paura di realizzare la cosa, così si allontanò. Volò fino ai pali e recuperò al volo una pluffa che Ron aveva parato e scartato via. Svolazzò intorno ai pali. Harry faceva ancora i giri di campo. Quando passò più volte vicino a Ron, facendogli voltare la testa più volte, lui si innervosì e le urlò contro qualcosa.
"Mi devo allenare. Il portiere dei Serpeverde è bravo. E tu devi imparare che il pericolo può arrivare da tutte le parti!"

Di cosa blaterava sua sorella? E poi, la partita contro i Serpeverde ci sarebbe stata dopo più di un mese. Doveva esserci qualcos'altro. Ron avanzò fuori dalla zona dei pali e riuscì a sfilarle la pluffa prima ancora che riuscisse a lanciarla.
"Cos'hai?" le chiese.
"Niente" gridò lei, andando a recuperarne un'altra.
"E meno male. Pensa se fosse successo qualcosa!" Lei sbuffò. "Hai parlato con Harry?"
"Sì" rispose con un ringhio mentre lanciava la pluffa. Ron fu così sorpreso che non parò il gol.
"E quindi?" Per Godric, a lei non era piaciuta l'idea? E lui che aveva insistito con Harry dicendo che le sarebbe piaciuto... Guardò Harry, ma stava ancora volando per i fatti suoi.
"Tu sei d'accordo con lui? Sul fatto... di mamma e papà?" Oh... cosa doveva rispondere? Sì, gli sembrava una buona idea. Merlino, dovevano prima chiedere a Hermione se fosse una buona idea no! Ma loro erano così sicuri che avrebbe trovato qualcosa che non andasse che non glielo avevano neanche chiesto.
Ora... Ginny fece un altro gol. "Ron, datti una mossa, ti sei rincretinito?" Era arrabbiata. E Ginny arrabbiata era dannatamente competitiva.

Stupendo. Anche Ron pensava fosse una buona idea. Chiedere il permesso ai suoi!
Ginny si innervosì così tanto che per poco, durante l'allenamento, non rischiò di far cadere Dean dalla scopa. Quando l'allenamento finì, si fiondò negli spogliatoi femminili. Chiacchierò pochissimo e le altre ragazze la lasciarono cuocere nel suo brodo.
Quando loro uscirono, sentì qualcuno bussare alla porta. Si era già cambiata, così disse: "Avanti".

Harry bussò allo spogliatoio femminile quando vide le due ragazze uscire. Doveva chiarire subito con Ginny, e capire perché fosse così arrabbiata. Quando entrò, lei lo guardò male. E non gli andò incontro.
"Ginny... non ho capito perché tu ti sia arrabbiata..."
"Non hai capito...  tu sei andato dai miei a chiedere per portarmi in vacanza?"
"Sì, perché?"
"Perché non era a loro che dovevi chiedere!"
No? Ma un attimo... "Sì, che dovevo chiederlo a loro! Dovevo prima assicurarmi che la moto fosse a posto e la stava aggiustando tuo padre!"

Ginny lo guardò stranita. Oh, la moto? Non aveva chiesto il loro permesso. Aveva chiesto della moto. Che stupida. Scosse la testa sorridendo.
"Non hai chiesto il loro permesso?" Lui aveva un'espressione bellissima mentre scuoteva la testa un po' confuso. Ridacchiò.
"Scusa, pensavo che tu avessi chiesto il permesso. Mi sono sentita... un oggetto. Cosa vuoi fare con la moto?"
Lui tentennò. "Io pensavo che sarebbe stato carino partire in moto io e te. Sai, la moto di Sirius... come lui e mio padre..." abbassò un attimo lo sguardo e poi la guardò ancora. "Potevamo prendere una strada, magari una strada non troppo trafficata visto che non ho la patente. E farci un giro e vedere le cose che ci sono. Dovrebbero esserci laghi e castelli, sparsi qua e là. So che non si usa tanto fra i maghi, ma i babbani lo fanno..."
"Mi sembra un'idea carina."
Il suo sorriso si illuminò. "Davvero?" Annuì e lui sospirò. "Pensavo fosse stupido o brutto o scomodo... o non adatto a una ragazza o a una coppia come noi. Sai, pensavo che potremmo volare quando la strada diventerà noiosa e portarci una di quelle tende da campeggiatori magici e..."
Harry era raggiante mentre continuava a raccontare. Beh, alcune idee andavano un po' limate sui bordi, ma la cosa di per sé era favolosa. Dieci giorni solo per loro. Dieci giorni da soli. Quando alla fine disse: "Così potremmo vedere se riusciamo a sopportarci abbastanza da vivere insieme, che dici?" Ginny urlò e si buttò addosso a lui.
"Possiamo far comparire anche la vasca da bagno, qualche sera?" Lui rise mentre lei gli gettava le braccia al collo.
"Si potrebbe fare."
Vivere insieme per dieci giorni sarebbe stato bellissimo. O disastroso. In ogni caso era meglio saperlo subito, no?

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora