"Oggi non andiamo dal mago odioso a chiedergli se ci ridà l'anello di tua nonna?"
Ron guardò Camille mentre faceva quella strana domanda e vide Pansy irrigidirsi prima di dire: "No, oggi no".
Chi era il mago odioso? "Chi?" chiese a Camille.
"Il tizio a cui Pansy ha dato i gioielli in cambio dei soldi. Non vuole ridarci l'anello."
Ron non capiva. Si girò verso Pansy che scosse la mano in aria. "Niente di importante..."
"Beh, mi sembrava che ci tenessi all'anello con l'ametista!" Camille guardò la sorella con uno sguardo di sufficienza. La mora guardò la strada e le auto babbane. Era a disagio.
"Un banco dei pegni?" chiese. Lei annuì.
Oh, per Salazar, perché riusciva sempre a finire così? Perché Camille non stava mai zitta? La guardò e la piccola ricambiò il suo stesso sguardo.
"Se ci tieni a quella vacanza, vedi di stare un po' zitta, Camille."
Un banco dei pegni. Non dovevano essercene tanti.
"Quello a Notturn Alley?" Ma la mora non lo guardò. Si girò verso Camille che annuì con il capo, senza dire niente. "Siete andate a Notturn Alley da sole?" Si scoprì a chiedere.
Pansy lo gelò con un'occhiata.
Certo che era andata a Notturn Alley da sola. Con chi pensava che fosse quando sua madre e il suo patrigno erano stati arrestati e lei aveva bisogno di soldi? Sbuffò.
"Andiamo?" Prese la sorella per un braccio ma lei lo scrollò.
"Preferisco andare con lui" disse, indicando il rosso. Lui corrugò la fronte. Ma annuì alzando le spalle. Camille lo prese sottobraccio e si smaterializzarono.
Pansy sbuffò ancora. Forte. Si smaterializzò anche lei.
Però, davanti al tiri vispi si materializzò solo Pansy. Se erano andati a Notturn Alley avrebbe cruciato tutti e due. Doveva andare a cercarli? Si girò verso la porta del negozio e fece per aprirla quando vide, attraverso il vetro, due persone all'interno che si baciavano: il fratello di Ron, George, e la Johnson. Non ebbe il coraggio di aprire la porta e rivelare la sua presenza. La ragazza fece una carezza dolcissima sul viso del ragazzo. Pansy pensò di riuscire a sentire la tenerezza di quel gesto.
Si girò verso la strada. Cosa doveva fare? Dov'era il Grifondoro con sua sorella? Chiuse gli occhi e contò fino a dieci.
"Eccoci!" Non era arrivata neanche a otto e aprì gli occhi. Camille e Ron erano davanti a lei. E lui aveva la Firebolt in mano. La scopa! Si era scordata della scopa. L'avevano lasciata a casa dicendo che sarebbero passati a prenderla prima di tornare a Hogwarts. Si sentì stupida per aver pensato che lui fosse andato a Notturn Alley.
"Mi ero scordata della scopa..."
Camille sorrise. "Lui no". E no, lui era felice come un bambino.
Sorrise anche lei.
Ron entrò nel negozio salutando George e Angelina ad alta voce, che si staccarono colti sul fatto di essere stati interrotti mentre pomiciavano. Ron ridacchiò.
"Ma sei ancora qui?" chiese George un po' arrabbiato.
"Sì, caro fratello, ho portato due fanciulle a pranzo e ora ci tocca tornare a scuola. Pensavamo di usare il tuo camino" rispose indicando le due ragazze dietro di lui con il pollice e un gran sorriso.
George guardò dietro il fratello e allargò gli occhi con fare allusorio. Lui corrugò la fronte. Non aveva raccontato a George di Pansy. Chissà cosa stava pensando. Poi George notò la Firebolt. La portò dietro al bancone per fargliela vedere, intanto che Camille portava in giro Pansy per il negozio. Mentre George e Angelina studiavano la scopa, lui studiava la Serpeverde. Prima era stato difficilissimo. Avvicinarsi a lei senza baciarla e spostarsi tutte le volte, sussurrarle all'orecchio quelle cose... Aveva seguito il consiglio di Harry e Hermione e l'aveva fatta un po' penare, ed era convinto di esserci riuscito bene, ma chi lo sa, magari si stava sbagliando. Lui non era bravo in quelle cose. Merlino, non era bravo in niente.
Quando la mora si chinò ad accarezzare una puffola, sospirò. I pantaloni che indossava erano attillati in maniera esagerata. Merlino, aveva un gran bel...
"Smetti di sbavare, fratellino". George era apparso accanto a lui. Si riscosse dai suoi pensieri e si girò verso di lui.
"Dov'è la borsa che ho lasciato qui stamattina?"
"Il regalo di Ginny? Lì!" E indicò uno scaffale sotto il bancone. Ron prese la borsa, già piccola di suo, disse: "Reducio", sottovoce e questa si rimpicciolì e lui la mise nella tasca dei jeans.
"Torno subito". Il fratello lo aveva osservato senza dire niente e annuì.
"Vado un attimo al negozio di Quidditch. Prendo una cosa per mia sorella" disse alle Serpeverde.
Pansy annuì e Camille gli chiese di accompagnarlo. Lui sbarrò gli occhi. Aveva intenzione di fare un giro a Notturn Alley, non voleva portaci Camille, anche se sarebbe stata utile per riconoscere l'anello, ma doveva farsi bastare il disegno. Scosse la testa.
"No, tu resti qui."
Pansy non aveva nessunissima intenzione di lasciare andare Camille la chiacchierona al negozio di Quidditch con lui. Gli avrebbe di sicuro raccontato dei guanti che lei aveva comprato e il rosso avrebbe capito subito chi glieli avesse regalati. Quel giorno aveva fatto già abbastanza danni, la cara sorellina. Camille mise il broncio e il rosso uscì dal negozio.
Pansy si guardò intorno. Aveva ragione Ginny, il posto era bello, pieno di scherzi e oggetti vari. E un sacco di dolci. Riconobbe il torrone sanguinolento. Tantissimi ragazzini lo usavano per saltare le lezioni. Sorrise.
"Qualcosa di tuo gradimento?" Il Weasley più grande si era avvicinato dopo aver aiutato una strega a scegliere qualcosa dal reparto denominato 'Trucchi magici babbani'. Lei si voltò verso di lui.
"È un gran bel negozio. I ragazzini che punisco si riforniscono qui."
Lui sorrise. Somigliava un po' a Ron, ma non tanto. "Immagino di sì".
"Io ne sono certa. Ho sequestrato tantissime di queste cose."
George la guardò: se la ricordava cattiva. Ma in quel momento non lo avrebbe mai detto. Non sembrava cattiva. Non lo sembrava neanche quando aveva le mani nella pasta dei biscotti, però.
"E cosa ci fai, dopo averle sequestrate?"
Lei ghignò. "Le vendo ai Tassorosso?" Lui rise. Si voltò verso Camille, che accarezzava le puffole nella gabbia.
"È lei tua sorella?" La Parkinson annuì.
"Era per lei la puffola."
Lui si voltò di scatto. "Sei tu quella della puffola rosa?" E com'era andata? Ron le aveva poi chiesto più soldi o si era divertito con lei? (come gli aveva suggerito).
Lui non lo sapeva!
Pansy si diede della stupida da sola. Era convinta che il rosso avesse raccontato a tutti di come l'avesse scoperta. Si morse un labbro mentre si sentiva arrossire. Quella giornata era particolarmente stancante per le emozioni. Guardò la porta, sperando che lui tornasse presto.
"So che avete le piume autoinchiostranti... Ma inchiostro ne avete?" Lui alzò un sopracciglio.
"L'inchiostro-inchiostro o i filtri d'amore che mandiamo a Hogwarts spacciandoli per inchiostro?" Anche lei alzò un sopracciglio. Merlino, sembrava una che avesse bisogno di un filtro d'amore?
"Secondo te?"
Lui sorrise ed elencò: "Inchiostro sempiterno, cambiacolore, trasparente, diluente, coprente, bucante, movente..." Lei sgranò gli occhi. Quanti inchiostri!
"E dove sono?" chiese, guardandosi intorno. Weasley l'accompagnò allo scaffale dell'inchiostro. Pansy questa volta strabuzzò gli occhi: decine e decine di boccette di inchiostro. Il rosso le spiegò quelli che vendevano come scherzi. Se si usava un tipo di inchiostro (quello coprente), la pergamena si spalmava di inchiostro e copriva tutte le scritte così che la persona che aveva scritto la pergamena si sarebbe ritrovata con un foglio colorato (e una pergamena da riscrivere). "Molto Serpeverde, devo dire" commentò lei.
"Già. Molto venduto anche questo."
Poi c'era l'inchiostro bucante: quando iniziavi a scrivere la pergamena si riempiva di buchi e sembrava una fetta di quel formaggio che piaceva tanto al suo patrigno. Un altro invece faceva incendiare la pergamena. Se si usava quello movente invece, una volta scritte, le parole si agitavano e iniziavano a correre per la pergamena, scambiandosi di posto. Doveva essere divertente.
Prese tre boccetti di inchiostro e andò al bancone dalla ragazza bionda che stava dietro la cassa. La Johnson non c'era più. Lui la seguì.
"E quanto hai pagato la puffola?" le chiese.
George era curioso. Lo sarebbe stato anche Fred, pensò sorridendo.
Fred, scommetti dieci galeoni che c'è andato a letto? La mora si voltò verso di lui.
"Ho pagato cinque galeoni in più, se è quello che vuoi sapere."
No! Aveva appena perso dieci galeoni.
Pansy vide la delusione sul viso di Weasley. Non voleva che pensasse male del fratello.
"Però me li ha ridati". Sperò di risolvere la cosa così. Non voleva spiegargli tutta la storia delle sigarette.
George sorrise ancora. Glieli aveva ridati prima o dopo esserci andato a letto? Era così sicuro che avessero fatto sesso...
Fred tu cosa dici? Con una scusa mandò via Verity e la servì lui alla cassa.
"Così te li ha ridati..." Lei lo guardò stranita. La studiò un po' anche lui. Poteva essere lei la ragazza delle fragole? Non credeva a quello che diceva Ginny sul fatto che il fratello avesse una schiera di ragazzine. Non era da lui.
"E dimmi, ti piacciono le fragole?"
Che razza di domanda era? Le fragole? L'ultima volta che aveva mangiato le fragole era stata una vita prima. Ah, no. Si ricordò dello sciroppo di fragole. Quircky lo metteva sul gelato. E lei aveva mangiato il gelato insieme al rosso durante le vacanze di Natale. Sentì le guance scaldarsi quando si ricordò di come avevano usato lo sciroppo invece di metterlo sul gelato.
Guardò verso la sorella, non riusciva a guardare il gemello.
"Camille vuoi comprare qualcosa?"
Per Godric! La Serpeverde aveva spalancato gli occhi per un attimo. Ed era arrossita. Tantissimo. E quando aveva parlato con la sorella la sua voce aveva tremato. George ghignò. La porta si aprì e Ron tornò con la busta del negozio di Quidditch in bella vista. Chissà dov'era andato.
Sabato si sarebbe divertito. Vero, Fred? Lo facciamo impazzire. E gli avrebbe strappato ogni segreto. Sorrise alla piccola Serpeverde quando litigò con la sorella per un sogno brevettato a occhi aperti che la Parkinson non voleva comprarle. "Allora me lo pago da sola. Anzi, ne prendo due!"
Pansy sbuffò e fece finta di non vedere quando Weasley allungò a Camille delle caramelle per far venire la faccia verde. Guardò il gemello di nascosto. Le aveva fatto quella domanda perché sapeva o per cosa? Oh, Merlino non le importava.
Anche se pensava che la cosa non sarebbe uscita da Hogwarts. Neanche a Hogwarts lo sapevano in tanti. Hogwarts! Fino a quel momento solo a scuola sapevano di loro! Spalancò gli occhi. Un pensiero le trafisse il cervello. Merlino, merlino, merlino! Allora come faceva a saperlo lei... Perché non ci aveva pensato prima? Andò velocemente verso Ron e lo tirò per il mantello.
"Qualcuno fuori da Hogwarts, sa di noi?"
"Sapere cosa?"
Pansy si innervosì e sbuffò ancora. "Lo hai detto a qualcuno, sì o no?"
Ron scosse la testa e guardò verso George che serviva Camille. Quell'idiota di suo fratello aveva detto qualcosa a Pansy?
"Qualcuno ti ha detto qualcosa?" Ma lei non lo ascoltò.
"Dobbiamo tornare subito a Hogwarts. Camille! Datti una mossa. Torniamo a scuola" Lei si stava agitando. La prese per un braccio.
"Tutto ok?" Lei annuì distrattamente. Andò dalla sorella e l'aiutò a mettere via le cose che aveva preso. Non pensò neanche a sgridarla per le stupidate che aveva comprato.
Salutò George e gli disse di salutare Angelina, poi si voltò verso di lui e gli chiese dov'era il camino, pregandolo di fare presto. Lui annuì e la portò nel retro. Fece un cenno a George che li guardava stranito, mentre prendeva la Firebolt. Con lui avrebbe parlato sabato.
Sbucarono tutti e tre nel camino della McGranitt, ma per fortuna lei non c'era. "Camille, vieni con me."
"Aspetta, voglio vedere cosa ha preso per Ginny!" La piccola mora cercò di deviare la stretta della sorella, ma non ci riuscì.
"Te lo farai dire dopo. Adesso devo parlarti."
Ma cosa stava succedendo? Ron cercò di stare dietro alle ragazze ma non ci riuscì.
"Ehi, ma che succede?" Le due Serpeverde si girarono verso di lui.
"Scusa, ho una cosa urgente da fare. Grazie mille, per tutto."
Pansy si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia. Merlino, non se lo aspettava. Aveva ancora la scopa in mano e non era riuscito a stringerla per impedirle di andare via. E mentre realizzava la cosa, vide Camille salutarlo e farsi trascinare via dalla sorella.
Va beh. Avrebbe cercato Harry, pensò, guardando la scopa. La sua bellissima scopa.
Doveva trovare Ginny e doveva sistemare anche la cosa per il giorno dopo.***
Ron era appena tornato dal bagno, dopo aver fatto la doccia, e si era appena infilato i vestiti per scendere a cena, quando la porta della stanza si spalancò e una piccola tempesta rossa fece il suo ingresso nella camera del settimo anno.
Si girò verso la sorella che esclamò: "È vero che hai comprato una Firebolt?" Oh, le voci giravano in fretta.
"Ciao Ginny, non dovresti bussare? Avrei potuto essere nudo."
Lei scosse una mano in aria per liquidare la cosa. "Ti ho già visto nudo. Allora, la Firebolt?" Beh, forse a sei anni, mica adesso! E poi...
"Ci sarebbero potuti essere Harry o Dean o..."
"Ho già..." Ginny si fermò quando incrociò lo sguardo del fratello. Ok, aveva visto nudo anche Harry e, se Ron fosse stato abbastanza furbo, avrebbe dovuto immaginarlo da solo. Sbuffò. "La prossima volta busserò. Me la fai vedere?"
Il rosso sorrise. No, gongolò. Da sotto il letto tirò fuori il manico della scopa più veloce che esistesse. Ginny si avvicinò. Era proprio come quella che aveva avuto Harry. Forse lo stampo del marchio era un pochino diverso. Era stupenda.
L'accarezzò. Aveva il manico lucidissimo e le fascette per i ramoscelli erano incise. Il poggiapiedi era finemente lavorato e stabilissimo. E sembrava anche nuova.
"È stupenda. Harry l'ha già vista?" Ron scosse la testa.
"Secondo te, si offende?" Ginny corrugò la fronte.
"Per cosa?"
"Perché lui ha perso la sua..." Ron guardò per terra.
La sorella sorrise e gli andò vicino. "Harry sarà contento per te, non preoccuparti".
Ginny sapeva che Harry aveva già ordinato una Firebolt nuova. L'aveva dovuta ordinare perché i folletti non avevano ancora ripreso la produzione dopo la battaglia di maggio e al momento le Firebolt erano praticamente introvabili.
Chi la voleva doveva ordinarla e aspettare pazientemente.
Ron non disse niente. Sperò che fosse così.
Ginny gliela ridiede e chiese: "Dove l'hai presa? Al negozio dell'usato? Ci ho guardato un sacco di volte, ma non l'ho mai trovata".
Ron sentì le orecchie andare a fuoco. Avrebbe voluto dire che l'aveva presa lì. In quel momento si vergognò un po'. L'aveva portata via a una ragazza che aveva appena scoperto che suo padre era morto cadendo da una scopa. Si era approfittato della situazione?
"Ron? Perché le tue orecchie sono rosse? Che cosa hai fatto?" Ginny lo guardava stranita e leggermente severa. Certo, mica poteva immaginare, lei.
"Mmm... Camille me l'ha data in cambio di una pizza."
Come? Che cosa? Cosa aveva fatto Camille? Ginny guardò la scopa, che lui teneva ancora in mano e sempre più curiosa chiese: "Che vuol dire? È di Camille?"
Beh, era diventata sua.
"Era di Pansy. Camille ha detto che se le portavo a mangiare la pizza, me l'avrebbe regalata". Pensò che fosse meglio essere conciso. Non c'era bisogno di raccontare tutto, tutto. Ginny allargò la bocca.
"Che fortuna! Avrei potuto portarla io a mangiare la pizza. Oh, Merlino..." Sbuffò. "Me la farai provare al prossimo allenamento?"
Lui quasi ghignò. "Vedremo. Se sarai gentile..."
Ginny gli diede uno spintone sulla spalla. "Io sono sempre gentile!" Ron ridacchiò. Mise via la scopa e si allungò sul letto a prendere il sacchetto de 'Accessori da Quidditch di Qualità' e glielo allungò.
"Tieni" disse un po' imbarazzato.
Ginny guardò il sacchetto che le porgeva il fratello: il marchio del suo negozio preferito a Diagon Alley era sulla busta.
"Cos'è?" chiese curiosa mentre lo prendeva.
"Un regalo". Ginny sorrise estasiata. Un regalo? Per lei? Cioè, Ron le aveva fatto un regalo?
"Perché?" Lui alzò le spalle. Le sue orecchie erano diventate ancora rosse. Era in imbarazzo. Che carino.
"Ho preso i soldi dal Ministero. Ho pensato..." Ginny gli saltò addosso e l'abbracciò.
"Grazie!"
"Non l'hai ancora visto. Magari non ti piace."
"Grazie per avermi fatto un regalo. Qualsiasi cosa sia!" Ron annuì e si voltò a far qualcosa nel baule. Doveva essere ancora in imbarazzo.
Aprì il sacchetto e tirò fuori due bellissimi polsini verde scuro con ricamato un artiglio d'oro. I polsini delle Holyhead Harpies che aveva visto durante le vacanze di Natale!
Ron guardò con la coda dell'occhio la sorella. I suoi occhi si spalancarono gioiosi quando tirò fuori i polsini. Sorrise compiaciuto mentre li infilava.
"Ron..." aveva gli occhi lucidi. "Grazie. Sono bellissimi! Non vedo l'ora di metterli alla prossima partita". Gli diede un bacio sulla guancia continuando a guardare i polsini.
Uscendo dalla stanza si scontrò con Dean e Seamus che stavano entrando.
"Oh, scusate ragazzi" disse senza neanche guardarli. Il rosso vide Dean guardare il sedere alla sorella e sorridere in un modo che non gli piaceva per niente. Si avvicinò e gli diede una spallata mentre usciva.
"Oh, amico, guarda dove vai!"
Sorrise quando Dean abbassò lo sguardo, dopo la sua occhiataccia.Immagine in alto: https://harrypotter.fandom.com/it/wiki/Tiri_Vispi_Weasley
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Ritorno a Hogwarts
Fanfiction(Completa) Storia vincitrice 'Miglior Sinossi' al Wattpad Pulitzer 2018 È finita la guerra. La scuola viene ricostruita e Ginny, Harry, Hermione e Ron tornano a Hogwarts per i M.A.G.O. Ma non va tutto come ci si aspetta. Hemione e Ron non sembrano f...