77. Trovarsi....

1.2K 54 11
                                    

Ron non aveva visto Pansy da nessuna parte: né a cena, né dopo cena. Aspettò con ansia il momento di fare la ronda. Iniziava a pensare che lei fosse offesa. E visto che tutti dicevano che era stato lui a offendere le ragazze...
Si passò nervosamente la mano fra i capelli. Ma dov'era? Pensò di aspettare direttamente nella sala dei prefetti.
Fu il primo ad arrivare, con largo anticipo. Aspettò nervosamente e iniziò a compilare la pergamena. La prima che vide arrivare fu la Abbott. Aveva guardato l'uscio quando si rese conto che stava entrando qualcuno, ma aveva spostato lo sguardo quando si era accorto che non era la persona che aspettava.
Poi arrivarono Burrow e la Simmons. Arrivò anche la Serpeverde del settimo anno e subito dietro di lei arrivarono Hermione e Malfoy. Continuò a guardare la porta: sarebbe arrivata, giusto?
Arrivarono anche Goldstein e altri due Corvonero. Dieci, erano in dieci. Non si ricordava chi altro ci doveva essere, ma dieci era il numero per la ronda. Merlino: lei non c'era. Ma doveva esserci.
Riprese in mano la pergamena e disse: "C'è un errore".
La Abbott gli andò vicino e spiegò: "La Parkinson non sta bene, è venuto Malfoy per sostituirla. Cancella il suo nome, per cortesia". Ron alzò gli occhi verso Malfoy e Hermione. Lei scosse la testa: non lo sapeva. La vide allungarsi per parlare all'orecchio del biondo. Lui scosse la testa e si voltò verso Ron. Con un brutto sguardo, o così gli sembrò. Merlino, merlino, merlino.
Ora avrebbe dovuto aspettare la fine della ronda.

***

Ginny si stava annoiando. Alcuni dei ragazzini che erano arrivati prima di cena se n'erano già andati. Beati loro: quel posto era noiosissimo.
Dall'altra parte della stanza c'erano due letti occupati. Ma non vedeva chi c'era perché le tende dei letti erano tirate. Sentì qualcuno russare. Che due pluffe. Guardò verso la porta, ma di Harry ancora nessuna traccia.


***


Pansy ciondolava in camera da un sacco di tempo.
Gran bella idea, davvero. Era arrivata nel dormitorio prima di cena e ora era stufa di essere lì. E avrebbe potuto uscire solo l'indomani. Che idea stupida farsi sostituire alla ronda! Almeno avrebbe fatto qualcosa...
Daphne non era tornata e PAnsy sperò che fosse con Blaise. Neanche Millicent era rientrata, ma non ci pensò su troppo: dopo quella bella chiacchierata che avevano avuto qualche giorno prima, avevano preso a ignorarsi. E a lei stava bene.
Aveva sentito dire da alcune ragazze del quinto anno che ci sarebbe stata una festa. Doveva essere una festa un po' esclusiva, visto che lei non sapeva niente. Pensò di andare a dare un'occhiata. Almeno l'avrebbe distratta dal pensiero del rosso. E poi doveva controllare chi c'era: la riunione per le ragazze ci sarebbe stata il giorno dopo e lei doveva assicurarsi che quella notte non succedesse niente.
Si truccò e si cambiò il vestito. Quando uscì in corridoio, seguì due ragazze del quinto che parlottavano fra loro. Neanche si accorsero di lei: uscirono dalla sala comune e girarono a destra. Quando ebbero girato la terza volta capì dove stavano andando. Non le piacque tanto, saperlo. Era già stata in quella stanza, anni prima. Si fermò senza accorgersene. Merlino. Si guardò intorno: le ragazze erano sparite.
Si incamminò lo stesso e arrivò al locale della festa, notando di aver indovinato il luogo, ma senza esserne contenta. Almeno avevano insonorizzato la stanza: dal corridoio, infatti, non si sentiva la musica. 
Sulla porta c'era Rowie. Ancora Merlino. Il ragazzo alzò un sopracciglio quando la vide e ghignò. "Parkinson" disse, strafottente.
"Rowie" lo salutò lei.
"Mi spiace non puoi entrare. È una festa riservata" disse, con un po' di arroganza.
"Ah, sì? Riservata a chi?" chiese e buttò un occhio dentro la stanza: erano quasi tutti Serpeverde, ma non tutti. Ma tutti erano maledettamente giovani. C'erano anche ragazzini dei primi anni.
Non vide Blaise né Daphne. Non vide neanche Millicent. Sperò che ci fosse qualcuno del settimo anno a controllare.
Quando vide passare Astoria, si preoccupò. Astoria? Ma allora c'era anche Camille! "Oh, riservata ai Serpeverde" rispose Rowie dopo averla squadrata con uno sguardo lascivo.
E sì che il suo non era un vestito di quelli che metteva di solito alle feste, visto che non voleva attirare l'attenzione. Quel ragazzino non aveva visto niente. Rise di lui.
"E io ti sembro un Tassorosso? Comunque ho visto due ragazzine Corvonero. Proprio là. Cos'è perdi i colpi? Non hanno neanche la gonna corta. Come ti hanno corrotto? Ti hanno fatto vedere le caviglie?" lo prese in giro lei.
Lui divenne rosso e disse qualcosa, ma lei lo ignorò, studiando il modo per entrare a vedere cosa stesse succedendo.
"Non potrei farti entrare, ma se sarai carina con me..." Rowie lasciò in sospeso la frase apposta. Pansy stava ancora guardando la stanza. Si girò verso di lui e lo guardò male.
"Vuoi che ti schianti ancora? Comunque non voglio entrare, mi piace stare qui" mentì lei.
"Come?" chiese lui sorpreso.
"Sì, immagino che fra poco, dopo che mi avranno visto, qui sulla porta, in bella vista, si faranno tutti qualche domanda. Ricordi? Sono un prefetto. E sono il prefetto più vecchio. Potrei smontarti questa festa in dieci minuti" mentì. Allungò la mano e la fece roteare davanti a sé. Lo sguardo del ragazzo vacillò.
Sperò che l'idiota ci credesse. Lei non avrebbe potuto fare niente. Ma lui non lo sapeva. E Pansy era bravissima a bluffare. Ghignò.
"Ok entra" disse, con un gesto della mano. Oh. Era stato così facile?
"Davvero? Come sei gentile" disse, melliflua.
Fece qualche passo avanti e poi si voltò di nuovo verso di lui, quando vide che le un ragazzino dietro di lei gli aveva allungato qualcosa nella mano.
Pansy si chinò un po' in avanti perché si era seduto e trafficava con una scatola di legno mentre entravano altri due ragazzini. Lo vide allungare lo sguardo nella sua scollatura, ma lo lasciò fare.
"Che scopo ha questa festa? Fate pagare gli alcolici?" gli chiese.
Rowie non rispose subito, così gli mise un dito sotto il mento e lo obbligò ad alzare lo sguardo. "Quindi?" insistette.
Lui scosse le spalle. "Sì, una cosa così, farsi pagare gli alcolici e l'entrata. E proporre giochi alcolici... ci ha detto Nott di farlo, daremo a lui il denaro e..."
Quando sentì quel nome la ragazza si irrigidì. Ma l'idiota non se ne accorse, per fortuna.
"Oh, e Nott è qui?" chiese e si guardò intorno mentre lui continuava a guardarle dentro il vestito.
Rowie scosse ancora la testa, confuso. "No, è andato via con una" rispose. Merlino. Una ragazza? O una ragazzina?
"Una chi?" gli chiese, preoccupata.
"La Bulstrode" rispose il ragazzo. Per Salazar, Millicent!

Si voltò verso la stanza piena di ragazzini e tirò fuori la bacchetta. In un angolo, in un cerchio di persone sedute per terra, vide Camille e Astoria: chiacchieravano con altri. No e no. Guastafeste.
Al centro dei ragazzi vide una bottiglia girare. Si sentì male. Aveva partecipato a feste per tutti gli anni di Hogwarts. Era davvero una ragazza facile. E ora, invece, era una guastafeste. Ma doveva farlo. Soprattutto se era stato Nott a organizzare la festa.
Fece su di sé un incantesimo Muffliatio e ne lanciò uno Assordante nella stanza: un rumore potentissimo uscì dalla bacchetta, spaventando tutti i ragazzini.
Presero tutti a correre verso l'uscita.
Rowie cercò di fermarli, così Pansy gli lanciò uno schiantesimo, mentre con un altro incantesimo allargava la porta d'uscita. In meno di dieci minuti la stanza fu vuota.
Fece finire gli incantesimi e si guardò intorno: era rimasto solo Rowie, svenuto. Oh, aveva ragione. Dieci minuti e avrebbe potuto far finire la festa. Sorrise. Sperò che nessuno si fosse fatto male scappando. Andò a controllare il ragazzo per terra. Era ancora svenuto, ma stava bene.
Puntò la bacchetta alla sua testa e disse: "Obliviate". Se non si fosse ricordato cos'era successo, non avrebbe potuto raccontarlo a nessuno.
Vide vicino a lui la cassetta di legno. La raccolse e l'aprì: era piena di monete. L'incasso della serata? Si voltò e andò verso il bancone del bar. Sapeva esattamente dove guardare, pensò un po' tristemente mentre si chinava sulla sinistra, sotto tutte le bottiglie.
Raccolse l'altra cassetta e la vuotò nella borsetta come aveva fatto con la prima. Uscì dalla porta chiudendosela alle spalle. Tornò sui suoi passi e vide l'entrata della sala comune presa d'assalto dai ragazzi della festa.
Cercò con lo sguardo sua sorella e Astoria. Loro la videro e Camille abbassò lo sguardo quando i loro occhi si incrociarono. Aspettò che tutti entrassero e quando il corridoio fu di nuovo libero, andò a cercare Millicent. Dove avrebbe potuto portarla Nott?
Girovagò un po'. Era ancora presto, effettivamente. Forse era appena iniziata la ronda. Non li trovò da nessuna parte. Aveva cercato in tutti i posti che conosceva nei sotterranei. Dopo un'ora decise di tornare in dormitorio. Magari non era successo niente e Millicent era a letto.
Come entrò in sala comune notò solo le luci più basse del solito, ma non c'era nessuno. Doveva aver spaventato abbastanza i ragazzi visto che si erano rifugiati nei dormitori. Si avviò verso il suo corridoio quando sentì una risatina. Si girò: da dov'era non vedeva niente.
Alla risatina se ne unì un'altra. Si avvicinò a uno dei divani in fondo, quello girato vicino al corridoio dei ragazzi e lì, sdraiati, c'erano Millicent e Nott che pomiciavano. Merlino.
"Parkinson!" esclamò lui sorpreso, ghignando.

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora