La prima riunione dei prefetti fu praticamente organizzata per decidere i turni dei pattugliamenti. Come aveva previsto Ron, essendo più prefetti, c'erano meno ronde da fare e quindi, più giorni liberi. Quello che invece Ron non aveva previsto, era di essere affiancato a Elinor Simmons, quinto anno Tassorosso che, come aveva detto Hermione, era smaniosa di mettersi all'opera.Ron e la Simmons avevano percorso solo metà del piano che avrebbero dovuto controllare e lei non era ancora stata zitta. Aveva raccontato delle sue vacanze, delle sue amiche, delle lezioni che aveva iniziato a seguire, dei G.U.F.O. e... e poi Ron non sapeva di cos'altro stesse parlando, perché aveva smesso di ascoltarla.
La scuola era iniziata da solo una decina di giorni e lui già non ne poteva più. Non le prestò più molte attenzioni, finché lei non si fermò improvvisamente in mezzo al corridoio, con le braccia incrociate e battendo un piede per terra.
Ron si voltò verso di lei sospirando e le chiese: "Cosa c'è adesso? Dai, controlliamo le ultime aule, così possiamo tornarcene ognuno nella propria sala comune".
Non vedeva l'ora di raggiungere Harry e Ginny per controllare cosa stessero facendo. La Simmons però era di un altro avviso.
"Non mi stavi ascoltando!" Ron balbettò qualcosa, preso alla sprovvista. Com'erano complicate le ragazze!
"Ok, è vero. Scusami. Ma sono stanco e vorrei finire al più presto."
Il viso della ragazza si rabbuiò un po'. "Quindi non vuoi stare un po' con me e raccontarmi qualcosa anche tu?"
"E di cosa dovrei parlarti?"
La Simmons alzò le spalle. "Non so... di come è stato sconfiggere Tu-sai-chi... o distruggere uno di quei cosi dell'anima..."
Ron aggrottò le sopracciglie. "Dici gli Horcrux?"
La ragazza si animò "Sì! So che ne hai distrutto uno! Dev'essere stato eccitante!"
Gli Horcrux erano una cosa seria, non un aneddoto divertente da raccontare in giro. Ron si chiese come avesse fatto quella ragazza a diventare prefetto. Non sembrava essere né particolarmente studiosa né intelligente. Poi, sulle scale sentì la voce di altri due prefetti che discutevano di qualcosa. Le loro voci erano sempre più vicine, così immaginò che si stessero avvicinando. Riconobbe la voce di Anthony Goldstein e della Parkinson. Beh, se c'era riuscita la Parkinson a diventare prefetto, poteva riuscirci chiunque.
Spinse la ragazza in una delle aule vuote per evitare di incontrarli e intanto le disse: "Non mi piace parlare di quello che è successo. E penso che gli Horcrux siano un argomento proibito qui a Hogwarts".
La ragazza si guardò intorno e sorrise, dicendo: "Perché mi hai portato qui?"
Ron controllò l'aula, che non aveva niente di strano, e, non potendo dire che non voleva incontrare gli altri prefetti, scrollò le spalle dicendo: "Bo. Non lo so".
La ragazza sorrise e gli si avvicinò di più "Ci sono altri argomenti proibiti che potremmo affrontare..."
Ron non era molto partecipe al momento "Dici? E quali?"
Quando la ragazza gli si avvicinò di più, avvolgendogli il collo con le braccia, tirandolo verso di sé e sussurrando sulle sue labbra: "Tipo questo", prima di baciarlo, Ron aveva capito. Eccome se aveva capito.
Non gli piaceva particolarmente, la Simmons, ma come diceva la nonna 'Se la puffola ti è stata donata non guardarne il colore', così ricambiò il suo bacio. Tutti i suoi baci.
Dopo venti minuti Ron aveva capito che la ragazza non aveva freni. Erano sdraiati sulla cattedra e la camicetta di lei non aveva più bottoni. Le aveva messo le mani dappertutto e lei non solo non aveva protestato, ma l'aveva anche aiutato quando si era trovato in difficoltà. Cercò, fra un bacio e l'altro di pensare se fosse o meno una cosa buona ma faticò a ragionare.
Non voleva fare brutta figura, ma non voleva neanche sprecare quell'occasione. Con Hermione non era andata, se non andava neanche con questa si sarebbe consacrato sacerdote. Ma, per un momento, un piccolo momento di lucidità, ragionò. Non sapeva neanche com'era l'Incantesimo per la contraccezione (e chiederle se lo conoscesse lei era seccante) né se lei prendesse la pozione... quindi, sospirò e disse: "Aspetta... se non torniamo nella sala dei prefetti, ci verranno a cercare. Sarebbe meglio non farsi trovare così..."
Gli occhi di lei, quando lo guardarono sembravano liquidi. Ron dovette fare uno sforzo per fermarsi.
"Oh. Giusto" approvò lei. Per fortuna.
"Potremmo fare così..." la sollevò a sedere sul bordo della cattedra, con le gambe a penzoloni, sistemandosi fra di esse e tirandola verso di sé, la baciò continuando: "Adesso torniamo indietro... andiamo alla sala dei prefetti..."
Ogni volta si fermava e la baciava ancora. La ragazza sembrava capire poco, ma annuiva tutte le volte. "E, domani sera, ti prendi il giorno libero, e andiamo nella stanza delle necessità. Organizziamo una cosa fatta bene, cosa dici? Ti piacerebbe avere un bel letto?"
La Simmons continuava ad annuire seguendo poco il suo discorso. "Di che colore ti piacerebbero le lenzuola? Rosa?" disse ancora Ron mentre la faceva scendere. La ragazza si ricompose e con un colpo di bacchetta i bottoni tornarono al loro posto. (Meno male, pensò Ron, visto che lui non era sicuro di quale incantesimo usare).
Uscirono dall'aula, e Ron finì velocemente l'ispezione del corridoio, per poi tornare indietro e andare insieme alla stanza dei prefetti.
Le prese la mano e le sorrise. Anche la ragazza gli sorrise, il suo sguardo era ancora appassionato. Quando entrarono nella stanza dei prefetti, Ron le lasciò la mano, ma così facendo attirò l'attenzione su di loro.
Si guardò intorno. C'erano Goldstein, la Parkinson, la Abbott e un ragazzo del sesto anno. Fece un cenno del capo a tutti e si domandò dove fosse Hermione. Aveva urgentemente bisogno di incontrarla.
Anthony stava scrivendo su una pergamena sul tavolo della stanza e la Parkinson guardò nella loro direzione. Il suo sguardo scivolò su Ron senza quasi vederlo e si fermò sulla ragazza bionda che teneva gli occhi bassi.
"Tutto ok?" chiese Anthony senza alzare la testa dalla piuma.
"Oh, sì!" rispose la Simmons, raddrizzando il capo. Tutti si voltarono verso di lei per l'entusiasmo della sua risposta. Ron schioccò la lingua contrariato e disse: "Sì, sì, niente di strano. Nessuno in giro, tutto al suo posto..."
Poi si voltò verso di lei con uno sguardo di fuoco. Lei mimò 'Scusa' con le labbra e sorrise. Ron guardò di nuovo verso gli altri e notò che nessuno prestava più loro attenzione.
Nessuno tranne la Parkinson, che guardava la tassorosso con uno sguardo strano. Poi lo spostò su di lui e i suoi occhi si illuminarono di divertimento. Ron era sicuro che lo stesse prendendo in giro, in quella maniera così... così... ecco, Serpeverdese. Sì, era proprio così. Si stava burlando di lui anche se non aveva detto niente, perché Ron lo sapeva che loro facevano così apposta.
Così con un tono un po' brusco, augurò la buonanotte a tutti e se ne andò verso la torre dei Grifondoro. Quando arrivò in sala comune non vide Hermione e immaginò che fosse già andata a letto, e allora imboccò le scale per il suo dormitorio.
Fu solo quando si mise a letto che si accorse di non aver detto niente alla Simmons, neanche 'Buonanotte'. Tirò un pugno al cuscino. Per Godric!
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Ritorno a Hogwarts
Fanfic(Completa) Storia vincitrice 'Miglior Sinossi' al Wattpad Pulitzer 2018 È finita la guerra. La scuola viene ricostruita e Ginny, Harry, Hermione e Ron tornano a Hogwarts per i M.A.G.O. Ma non va tutto come ci si aspetta. Hemione e Ron non sembrano f...